«Sei un Handicappato merita la camera a gas»
«Sei un Handicappato merita la camera a gas»li CASO CACCIA AL «DIVERSO» l^flììMANIé «Sei un Handicappato merita la camera a gas» GBONN LI stranieri e gli ebrei non sono i soli ad avere paura in Germania. La brutalità e la cattiveria si sono estese a tutti i gruppi di «diversi», handicappati, omosessuali, barboni. Il caso più tragico è stato quello di Guenter Schirmer, un uomo di 46 anni che viveva a Grossburgwedel, vicino ad Hannover, un handicappato morto suicida perché non sopportava più le vessazioni dei suoi concittadini. «Quelli come te sotto Hitler finivano nella camera a gas», gli aveva urlato un gruppo di adolescenti pochi giorni prima, in presenza della moglie. «Vivi alle spalle del contribuente». Poi i teppistelli avevano preso a calci la sedia a rotelle e gli hanno sputato addosso. La moglie, Irene, fino ad allora non sapeva nulla. Guenter Schirmer si vergognava di dirle che episodi di questo genere non erano nuovi: di recente una banda di skin a Hannover l'aveva spinto giù dalle scale della metropolitana. Non ce l'ha fatta più e si è suicidato. Nella lettera al medico e alla moglie conclude: «Ammazzo uno storpio». Guenter Schirmer non era handicappato dalla nàscita: dopo un gravissimo incidente automobilistico aveva subito l'amputazione di ima gamba e lesioni cerebrali. A fatica era riuscito a riprendere l'uso della parola. «Anche tu potresti diventare un handicappato», ammoniscono i cartelli della manifestazione di protesta che ha fatto seguito al suicidio. Sotto Hitler centinaia di migliaia di handicappati hanno trovato la morte nei cosiddetti «programmi di eutanasia», tra il 1939 e il 1945, che prevedevano la somministrazione dell'ultima iniezione, discretamente, al riparo delle bianche mura di una clinica. Per i meno fortunati, c'era la camera a gas o la fucilazione. E adesso? Nella stessa cittadina di Guenter Schirmer un gruppo di skinheads alla fermata di un autobus ha picchiato a sangue due ritardati mentali. E per restare nell'area geografica di Hannover - come ha reso noto lo «Spiegel» cosa pensare dei cittadini che insultano i ciechi dietro gli stands organizzati per la «Giornata del bastone bianco»? O degli estre misti di destra che prendono a calci le stampelle di una donna gravemente handicappata che compiva i primi passi dopo una difficile operazione? O di quel giudice di Flensburg che ha dato ragione ad un viaggiatore che pretendeva uno sconto dall'agen zia di viaggio perché nel suo albergo c'erano anche handicappati? O degli skin che fanno capottare una donna in sedia a rotelle? O dei bagnanti di Spiekeroog, un'isola nel mare del Nord, che hanno scacciato gli handicappati dalla spiaggia perché non erano belli a vedersi? Come per la violenza contro gli stranieri, i primi casi si sono registrati all'Est del Paese per poi diffondersi all'Ovest. Come Rostock per gli Asylanten, così Halle per i minorati fisici. Un gruppo dì neonazisti manda in ospedale con fratture multiple cinque allievi di una scuola per sordi e nella vicina Quedlinburg una casa di cura per handicappati viene bombardata di sassi. Insieme agli handicappati, anche gli omosessuali, un altro gruppo di vittime dei campi di concentramento, sono di nuovo nel mirino, come ha reso noto la «Suedeutsche Zeitung». A Berlino, l'organizzazione gay «Mannometer» ha istituito un telefono rosso. Dall'inizio di quest'anno sono state segnalate già 160 aggressioni. A Heidelberg un gay di 26 anni è stato ucciso da tre giovani con sette colpi di pugnale. Sei sono invece i morti tra i barboni, solo nel 1992. Frattanto, il presunto assassino di Moelln è stato arrestato. Si tratta di Lars C, 19 anni, di Moelln. Con l'arresto del giovane che secondo i vicini «non ha l'aspetto di uno skin», gli omicidi della donna e delle due bambine turche bruciate vive nella loro abitazione la settimana scorsa «sono stati in gran parte chiariti». Lo ha annunciato il procuratore federale, Alexander von Stahl, che aveva deciso di condurre personalmente l'inchiesta, cosa che avviene nei casi che rappresentano un «pericolo per la sicurezza dello Stato». Il giovane Lars C. fa parte del gruppo del neonazista Michael Peters, che già nei giorni scorsi era stato ar- restato e poi rilasciato per mancanza di prove. Adesso c'è un testimone che lo accusa. Proseguono, intanto, i moniti di Israele al governo tedesco. Cauta la risposta di Bonn: il portavoce del governo, Dieter Vogel, ha risposto che il governo tedesco «capisce le preoccupazioni di Israele, ma che la violenza è da attribuire esclusivamente a singoli gruppi estremisti». A Bergen- Belsen, il campo di concentramento dove morì Anna Frank, il presidente del Parlamento tedesco Rita Sussmuth, in una visita di commemorazione assieme al capo della comunità ebraica Ignatz Bubis ha invitato gli ebrei tedeschi a non lasciare la Germania: «Sarebbe come dichiarare la vittoria dell'estrema destra». Francesca Predazzi La folla davanti alla casa dove si è svolta la strage di Moelln [FOTOAP)
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