Mancino dichiara guerra ai naziskin di Giovanni Bianconi

Mancino dichiara guerra ai naziskin Il ministro dell'Interno: arresto obbligatorio, anni di prigione e processi per direttissima Mancino dichiara guerra ai naziskin Attesa per venerdì la legge anti-razzismo del governo In Germania arrestato l'autore della strage diMoelln ROMA. «Serve subito una legge, anche come strumento dissuasivo», insiste il ministro dell'Interno Nicola Mancino. Ma i suoi tecnici e quelli del ministero di Grazia e giustizia, messi intorno allo stesso tavolo per scrivere le nuove norme anti-naziskin, non hanno ancora trovato un accordo. Ieri si sono incontrati dopo che i rispettivi ministri, Mancino e Martelli, avevano fatto più di una dichiarazione a sostegno di nuove leggi contro l'ondata di razzismo, xenofobia e anti-semitismo che sta toccando anche l'Italia. Ma c'è ancora da lavorare, e in serata la riunione è stata aggiornata ad oggi con una divisione dei compiti: agli uomini del Viminale quello di concentrarsi sull'aspetto della prevenzione e della repressione; ai collaboratori di Martelli, invece, spetterà l'ideazione di eventuali nuove norme processuali sostanziali. Anche perché occorre prima analizzare bene quello che già c'è, e le leggi non mancano, come vanno ripetendo molti giudici che stanno conducendo le inchieste penali sulle «teste rasate». Un accordo, comunque, alla fine si troverà, anche se non è ancora chiaro se verrà inserito un nuovo reato associativo, se si stabilirà di chiudere i covi dei naziskin (un'altra idea di Mancino), o se invece si percorrerà la via dell'introduzione di alcune aggravanti per i reati specifici, oppure di rendere più stringente e incisiva l'azione della polizia: per esempio aumentando le ipotesi dell'arresto obbligatorio, oppure consentendo le intercettazioni telefoniche nei casi in cui questo, oggi, non è ancora possibile. «Dobbiamo studiare bene il fenomeno», dicevano ieri al ministero della Giustizia, indicando fra l'altro la necessità di valutare le risposte degli altri Paesi della Comunità europea all'offensiva neo-nazista. E su questo è d'accordo anche il ministro dell'Interno. «Occorre un'analisi complessiva e un trattamento omogeneo del fenomeno - ha spiegato ieri Mancino a Londra, dove si sono riuniti i ministri dell'Interno della Cee, i quali hanno affronta- to anche l'emergenza naziskin -. E' già un problema in Germania, rischia di diventarlo da noi e in Francia». E siccome la «politica comunitaria sull'immigrazione» avrà «tempi lenti», è urgente una risposta dei Paesi Cee a chi si scaglia contro gli stranieri in Europa. Ma, dice il ministro, «si tende a rigettare il problema all'interno dei singoli Paesi; mi auguro di essere smentito, ma mi pare che non ci sia il clima». Oggi - ha annunciato ancora Mancino durante la sua trasferta inglese, prima però di conoscere l'esito della riunione di Roma - lui e Martelli si dovrebbero incontrare per valutare il lavoro dei rispettivi uffici legislativi, e già venerdì il Consiglio dei ministri potrebbe varare le nuove norme anti-naziskin. «Se non ci saranno perplessità sull'impianto legislativo nemmeno da parte dell'opposizione, e se il Parlamento non dovesse assicurare la "corsia preferenziale", allora si potrà fare anche un decreto legge», aggiunge il responsabile del Viminale. Il ministro mostra di avere le idee molto chiare su quella che dovrebbe essere la nuova legge: «Si deve punire il gesto e il verbo razzista e antisemita, compresi gli striscioni. Importante è anche la rapidità della sanzione, quindi bisogna prevedere l'arresto obbligatorio e il processo per direttissima». Quanto alle pene, «importante è scrivere anni (di carcere, ndr), anni e non mesi». Sul rischio della «criminalizzazione generalizzata» delle «teste rasate», con il conseguente salto nella clandestinità, Mancino dice: «Occorre valutarlo, anche se il dipartimento di pubblica sicurezza ha l'elenco di tutti i naziskin italiani, nome per nome, indirizzo per indirizzo». Il fatto è - fanno notare molti giudici - che le leggi a cui allude il ministro dell'Interno esistono già. La legge numero 654 del 1975, per fare un esempio, punisce già con il carcere da uno a quattro anni «chi incita in qualsiasi modo alla discriminazione, o incita a commettere atti di violenza o di provocazione alla violenza, nei confronti di persone perché appartenenti ad un grup- po nazionale, etnico o razziale». La stessa norma vieta anche «ogni organizzazione o associazione avente tra i suoi scopi di incitare all'odio o alla discriminazione razziale». Alla Procura di Roma, sulla base di questa e altre nonne, sono già state aperte (e in diversi casi concluse con le richieste di rinvio a giudizio) inchieste su vari episodi di razzismo e antisemitismo, individuando autori di aggressioni, scritte sui muri, manifestazioni, esposizione di striscioni. I magistrati chiedono degli accorgimenti tecnici, ma non norme che stravolgano l'attuale situazione. Giovanni Bianconi Cortei e striscioni per condannare l'ondata di razzismo e xenofobia che dalla Germania si è estesa verso altri Paesi

Persone citate: Mancino, Nicola Mancino

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Italia, Londra, Roma