Finanza in fibrillazione, tanti «Vendesi», nessun compratore di Valeria Sacchi
Finanza in fibrillazione, tanti «Vendesi», nessun compratore I NOMI E GLI Finanza in fibrillazione, tanti «Vendesi», nessun compratore A Roma, il terrore corre su tre «libri» castigamatti. Il primo, «Il libro verde» della direzione generale del Tesoro retta da Mario Draghi, è una piccola bibbia su Enel, Eni, Iri, Ina, Imi e Bnl, con appendice sulle possibili strade della privatizzazione. Il secondo, «Il libro azzurro», sforzo congiunto di Enrico Cuccia e di Luigi Arcuti, esamina i gruppi privatizzandi scavando nelle pieghe dei bilanci. Il terzo, il «Libro rosso», contiene il piano Efim, studiato dal commissario Alberto Predieri. L'unico reso pubblico finora è il primo, e la sua lettura non è solo istruttiva, ma in talune parti impietosa. Tuttavia, chi conosce le cose, sostiene che «Il libro azzurro», all'esame del governo, sia ancora Draghi e il suo più crudele, «libro verde» Per non par¬ lare del «Li- Arcuti e il suo bro rosso», «libro azzurro» anch'esso al vaglio di Giuliano Amato, nel quale molte annotazioni preludono all'anticamera del tribunale. Trema quindi la Roma politica e parapolitica, la Roma delle Partecipazioni Statali. Terrificante forza della parola scritta. Sempre sulle privatizzazione, incrocia le dita Piero Barucci. Il piano del governo per gli enti da vendere al mercato è sotto la lente delle commissioni parlamentari. Per parere consultivo. Al Senato, guarda caso, la discussione è accesa su una scelta: Authority o comitato interministeriale, due alternative previste. Inutile dire che la maggioranza sembra propendere per la seconda soluzione: l'unione fa la forza, in tanti si riuscirà pure a bloccare qualcosa. Un cattiva notizia, questa, per Lorenzo Necci, che al posto di capo dell'Authority aspira da tempo. Tanto da diventare sempre più assiduo di Giorgio La Malfa. Ha fretta, il Tesoro, di concludere l'annosa questione Imi-Cariplo, che si è arenata per la centesima volta. Su1 prezzo. Gianguido Sacchi Morsiani, presidente dell'Iccri, deve tener conto del fatto che a molte delle Casse di Risparmio che rappresela non va giù l'idea di tirar fuon 2000 miliardi, per «non comandare* A sua volta preme per uno sconto Roberto Mazzotta, il quale sarebbe comunque ben febee di prendersi lui a carico la quota che l'Iccri non può pagare. Ma per farlo deve superare lo scoglio Bankitalia. Il prudente Barucci La pariteticità Ora Mazzotta tra Casse e Ca- è freddo sull'Imi riplo, è stata infatti un'idea di Carlo Azeglio Ciampi. Accende ceri alla Madonna Luigi Arcuti. Se Imi-Cariplo va a gambe all'aria, c'è in agguato un destino tremendo: il matrimonio con la Bnl di Giampiero Cantoni. Ragazza con grossi problemi, difficile da maritare. A suo tempo, perfino il mite Franco Nobili inventò il polo Credit-Comit per scongiurare questo fidanzamento. Non riesce a far quadrare il cerchio Ambroveneto Giovanni Bazoli. Il quale, oltre a lavorare per risolvere il problema del suo gruppo, si era assunto il compito di dare una diversa destinazione alle partecipazioni in Bna e Bonifiche Siele, che si trovano nel portafoglio del Credito Italiano. Ma¬ gari passandole ad Ambroveneto, interessato a Interbanca. Si dice che i possibili aspiranti al nucleo duro del privatizzando Credit, storcano regolarmente il naso davanti ai pacchi Bna e Bonifiche. Il conte Giovanni Auletta Armenise non piace proprio a nessuno. Nemmeno a quelli che non hanno mai avuto a che fare con lui. Nonostante ostenti un grande aplomb, ogni volta che pensa ad Auletta suda freddo Francesco Micheli, padrone di Finarte e grande azionista di Interbanca. E' vero che, in suo aiuto, è venuto Carlo Sama. Ma la questione è irrisolta da tre anni, e tre anni sono lunghi. Anche Carlo Sama ha un problema di debiti. Il piano era di ridurli a metà per fine 1992, ma la data è slittata a giugno '93. Bazoli lavora sul rebus-Bav Così almeno sostiene Giuseppe Garofano, che ha lasciato gli incarichi ufficiali, ma continuerà ad occuparsi dell'indebitamento. Sempre più insistenti sono dunque le voci di un progetto per cedere La Fondiaria, nella quale i Ferruzzi, in società con Camillo De Benedetti, hanno il controllo. Il destino studiato per la compagnia fiorentina sarebbe quello di fondersi nelle Assicurazioni Generali. Sogno da anni inseguito dal presidente onorario di Mediobanca. Nella Milano alle corde, si salva l'editoria. Inge e Carlo Feltri¬ nelli, hanno appena rilanciato e ingrandito la libreria di via Santa Tecla, strada mitica del jazz milanese. Intanto, il «Nouvel Observateur», nel numero dedicato alle 30 capitali culturali d'Europa, cita Milano e sceglie come autrice simbolo Fleur Jaeggy, pubblicata in Francia da Gallimard. Fleur è moglie di Roberto Calasso, ma Milano è solo la sua città d'adozione. Lei infatti è svizzera. Ancora una volta la Confederazione, mito di Umberto Bossi, salva la Lombardia. Nella giunta dell'Aie, associazione italiana editori, è entrato Franco Tato, già cooptato nel consiglio in rappresentanza della Mondadori al posto di Marco Ponilo (passato alla Penta Film). Non è stata una votazione liscissima. L'amministratore delegato del gruppo di Segrate ha dovuto aspettare il secondo turno per ottenere la maggioranza. Valeria Sacchi Bazoli lavora sul rebus-Bav Sama, i debiti e Interbanca De Benedetti e la Fondiaria
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