Ucciso dai compagni partigiani

Ucciso dai compagni partigiani Aosta, la sorella non ha mai desistito e dopo 47 anni ha risolto il giallo Ucciso dai compagni partigiani Era scomparso nel '45, ritrovato il corpo AOSTA. «Soldi quanti ne vuoi, ma le ossa non chiederle». In questa frase il mistero di un'esecuzione di un partigiano, sepolto 47 anni fa in un campo di segale. Il suo corpo è stato trovato sabato mattina: scheletro pressoché intatto. La pala meccanica ha scavato pochi minuti: i resti di Aventino Borione, classe 1922, erano sotto 80 centimetri di terra in un campo della frazione Champurney, poche case in Comune di Arnad, in Valle d'Aosta. Aventino sarebbe stato ucciso da un componente della sua ex banda nei primi giorni di marzo del 1945. «Assassinato da un colpo alla schiena», dice la sorella, Angela, 51 anni, di Verrès. E' uno dei «gialli» della Resistenza, una delle tante esecuzioni di cui molti parlano anche fra le montagne valdostane, denunce che rimangono sempre nel vago. Anche la morte di Aventino era avvolta dal mistero. La sorella ha cercato testimonianze senza sosta dal 1952. «Da quando mia madre mi è morta fra le braccia, a lei avevo promesso che l'avrei ritrovato». Nel cimitero di Verrès la fotografia di Aventino è accanto a quella della madre fin da allora, anche se le spoglie erano nascoste nella montagna di Arnad. E proprio nel 1952 uno dei partigiani di Verrès aveva dato quella terribile risposta alla richiesta di Angela: «Soldi quanti ne vuoi, non le ossa». Come volesse coprire il suo silenzio. Perché? . «Perché era stato giustiziato», dice fra le lacrime la donna. E aggiunge: «E' stato uno dei tanti crimini di quel periodo, la gente spariva, ma poi almeno le ossa venivano consegnate alle famiglie». Dopo 40 anni di «non ricordo» Angela, nell'ottobre scorso, ha trovato ad Arnad una donna che l'ha aiutata. «Ero andata a vendemmiare, accanto a me c'era una signora di Arnad, di cui non posso fare il nome. In un momento di pausa ho levato lo sguardo alle montagne del paese e ho detto: "Aventino è da qualche parte, lassù, non avrò pace finché non lo troverò". La signora mi ha detto di sapere dove era sepolto e ora mio fratello potrà finalmente avere un funerale». In un mese le testimoninaze si sono moltiplicate. Un'altra donna di cui Angela tace il nome le ha raccontato che cosa accadde. Aveva visto Aventino sa- Si eNessufinha lire a Champurney da solo con una pala e un piccone sulle spalle. «Si sono parlati - ricorda Angela -. Lui, in dialetto, le ha detto che lo avevano mandato lassù a fare un lavoro, non sapeva bene che cosa. Doveva scavare una fossa in un campo. Ad aspettarlo era il suo assassino che l'ha perfino fatto sdraiare per tre volte nella terra per verificare se lo scavo fosse sufficiente. Terribile». Ma perché Aventino è stato ucciso? «Nessuno lo ha mai saputo, anzi nessuno lo ha mai detto». Il movente potrebbe forse essere un litigio avvenuto dopo il furto di un furgone carico di scarpe da un magazzino del mercato di Verrès. «I partigiani - racconta Angela - avevano svuotato il camion di un commerciante piemontese, poi si erano distribuiti le scarpe tra loro, ma dalla spartizione erano rimasti esclusi in due, un certo Pellizzari e mio fratello. Entrambi, dopo una discussione, lasciarono la banda e andarono a Brusson». Aventino era stato in guerra come alpino, ma nel 1944 aveva deciso di entrare nella brigata Garibaldi di Verrès. Dopo il litigio per il furto di scarpe era andato nella banda di Brusson, nella Val d'Ayas. «Tornava dopo il coprifuoco - racconta la sorella -, camminava lungo il canale dell'Evancon, poi s'infilava in casa. Un giorno uno dei suoi ex compagni della brigata Garibaldi è venuto da noi. "Torna, farai il cuoco, ti troverai bene", gli ha detto. Lui ha accettato, non ha capito che era un tranello, che volevano ucciderlo. Da allora non lo abbiamo più visto». Piange, Angela. Ricorda i delitti della guerra civile accaduti vicino a casa, di fronte alla cappella di San Rocco, a Verrès. Orrori impressi nella memoria. «Sei persone avevano assassinato, una era una giovane donna incinta, con i capelli rossi. L'hanno violentata, poi sventrata. Ma di quei poveri corpi avevano restituito le ossa. Di Aventino, mai». Per ora non è stata aperta alcuna inchiesta: i carabinieri di Chàtillon/Saint-Vincent hanno svolto alcune indagini. Ieri hanno cercato con il metal-detector i bossoli di quell'esecuzione, ma hanno trovato soltanto una fibbia. Enrico Martinet Stefano Sergi Un bivacco di partigiani in Val d'Aosta. Sotto, il campo in cui è stato ritrovato il corpo di Aventino Borione (a sinistra). Sotto, la sorella Angela Si era dovuto scavare la fossa da solo Nessuno voleva parlare finché un testimone ha raccontato tutto

Persone citate: Aventino Borione, Champurney, Enrico Martinet Stefano Sergi, Pellizzari