Un pentito divide i magistrati di Catania di Fabio Albanese

Un pentito divide i magistrati di Catania Polemiche per l'inchiesta sugli appalti in Sicilia, oggi arriva un ispettore del ministro Martelli Un pentito divide i magistrati di Catania 77procuratore e altri quattro giudici chiedono il trasferimento CATANIA. Ancor prima di arrivare al Csm, il nuovo «caso Catania» potrebbe aver già fatto una «vittima» illustre: il procuratore della Repubblica Gabriele Alicata ha inviato sabato mattina al Consiglio superiore della magistratura una richiesta di trasferimento. Alicata, e con lui buona parte della procura di Catania, è al centro di una polemica per l'inchiesta sugli appalti in Sicilia scaturita dalle dichiarazioni del capo area della Rizzani-De Eccher di Udine, Giuseppe Li Pera. «Non posso confermare né smentire - ha detto ieri sera al telefono il procuratore Alicata -, ho deciso che parlerò solo nelle sedi opportune, visto che le mie parole sono già state travisate». Sembra che, assieme a quelle di Alicata, al Csm arriveranno le richieste di trasferimento di almeno quattro magi¬ strati della Procura. Proprio mercoledì prossimo, la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura avvierà una serie di audizioni con alcuni sostituti e i vertici della Procura etnea. Questa mattina, intanto, arriverà a palazzo di giustizia un ispettore inviato dal ministro della Giustizia Martelli, con il compito di capire cosa stia accadendo alla Procura della Repubblica. La richiesta di trasferimento di Alicata, dunque, arriva come un fulmine a rendere ancora più precario e difficile il clima all'interno del palazzaccio catanese. Sotterranea e strisciante, la polemica è esplosa feroce dieci giorni fa, con l'arresto degli imprenditori Pasquale e Giuseppe Costanzo e dei vertici dell'Usi 36, per una vicenda di appalti poco puliti all'ospedale Cannizzaro. Appena due giorni fa, a tempo di record, è stato disposto il rinvio a giudizio per tutti gli arrestati. Con l'indagine sul Cannizzaro si è però saputo ufficialmente che quell'operazione era ciò che restava, a Catania, della mega-inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Felice Lima proprio in seguito alle dichiarazioni del geometra-pentito Li Pera. Il resto, la parte più consistente, il procuratore Alicata aveva deciso di trasmetterla alla Procura di Palermo e, per la parte che riguardava il comportamento di alcuni giudici palermitani, a Caltanissetta. Il procuratore di Catania motivò la sua decisione con il principio del «giudice naturale» che, per quanto raccontato da Li Pera, sarebbe stato, appunto, a Palermo. L'operazione «Cannizzaro», così, invece di rasserenare gli animi ha acuito le tensioni, in un momento nel quale la Procura etnea è impegnata in una serie di importanti inchieste, da quelle di mafia a quelle per illeciti nella pubblica amministrazione. Fra gli interrogativi di questa vicenda, rimasti senza risposta, c'è anche la decisione di uno dei titolari dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Enzo D'Agata, di non firmare la richiesta degli ordini di custodia cautelare. Sembra che, dietro a quella decisione, ci fosse la circostanza che D'Agata conoscesse uno degli inquisiti. Nei giorni successivi al blitz, magistrati della Procura hanno pubblicamente preso posizione per l'uno o per l'altro giudice. Poi, all'annuncio della convocazione del Consiglio superiore della magistratura, è tornato il silenzio. Ma, evidentemente, in molti si preparavano al gesto estremo della richiesta di trasferimen¬ to che, oltre ad Alicata, riguarderebbe alcuni dei sostituti più anziani o più importanti della Procura compreso ma non ci sono conferme ufficiali - il segretario distrettuale dell'Associaziona nazionale magistrati. Alicata avrebbe chiesto di essere trasferito alla Corte di cassazione dove aveva già lavorato sino a tre anni fa, prima di assumere 1 incarico di procuratore a Catania. Fabio Albanese Nel mirino l'ospedale Cannizzaro Dopodomani il Csm affronta il caso A sinistra il sostituto procuratore Felice Lima che ha coordinato la mega-inchiesta Qui accanto gli imprenditori Giuseppe (a sin.) e Pasquale Costanzo