Le teste rasate uccidono a Madrid di Gian Antonio Orighi
Le teste rasate uccidono a Madrid Le teste rasate uccidono a Madrid L'assassino: in strada non mi lasciava passare MADRID NOSTRO SERVIZIO Lo spettro del razzismo omicida dei naziskin comincia, purtroppo, a prendere piede anche in Spagna. A 15 giorni dall'assassinio della dominicana Lucrecia Perez - freddata da quattro estremisti di destra, tra cui un agente della «Guardia Civil», arrestati venerdì scorso - un altro extracomun^tario è morto in seguito alle percosse ricevute da un quartetto di «teste rapate» a Majadahonda, un esclusivo quartiere residenziale di Madrid. Questa volta la vittima è un marocchino di 25 anni, Hasan El Yahahaqui. L'aggressione era avvenuta lo scorse 14, alle 11 del mattino, poche ore dopo l'esecuzione a freddo della Perez in una discoteca abbandonata della vicinissima Aravaca, altro quartiere snob. Yahahaqui, alticcio, in compagnia di un connazionale, stava transitando per la «Gran V», l'arteria principale del pae¬ sino. Quattro naziskin lo spintonano e, secondo le testimonianze del suo connazionale, lo percuotono selvaggiamente. Yahahaqui cade come un sasso per terra e batte la testa contro il marciapiede. Benché portato all'ospedale immediatamente dai vigili urbani, dopo nove giorni di coma muore il 23. La notizia del decesso, chissà perché, è arrivata solo nella tarda serata di sabato. La polizia ha già arrestato i colpevoli. Si tratta di quattro giovanissimi di Majadahonda, noti per le loro ripetute violenze contro giovani di opposta ideologia. L'omicida, reo confesso, ha 19 anni. Gli altri tre, 17. Il movente? «Non mi lasciava passare», ha dichiarato il naziskin. Questi due omicidi non sono comunque le uniche azioni violente di queste due ultime settimane contro gli immigrati. Domenica 22 era toccato a un egiziano, Sohkiy Mohamed, 41 an¬ ni, ballerino. Stava contemplando la panoramica di Madrid dal tempio di Debod, a due passi dal Palazzo Reale. Due giovani, senza profferire parola, lo hanno letteralmente buttato giù da una scarpata. Dopo un volo di 15 metri, l'egiziano ha riportato la frattura di entrambe le gambe. Sempre nella stessa giornata, a Palencia, nel Nord-Est del Paese, un gruppetto di nazisti ha cercato di incendiare la casa di una dominicana, tirando una molotov contro la porta d'ingresso. Il tentativo è andato a vuoto solo per caso. La povera immigrata, per difendersi dal freddo che entrava da sotto la porta, vi aveva messo un asciugamano che ha fermato il liquido incendiario. Fuori, nel pianerottolo, i naziskin hanno scritto: «Dominicane, deportazione, fuori». E la firma: una svastica. La società spagnola, in questi giorni, ha reagito sdegnata a questo nuovo preoccupante fenomeno. Dopo le manifestazio¬ ni del 21 a Madrid e a Saragozza, ieri è stata la volta di Barcellona. Almeno 50 mila persone sono scese in piazza convocate da «Sos Racisme» e da un centinaio di organizzazioni. E da giorni tutti i media danno grande risalto a questa massiccia protesta contro la xenofobia. Ma un sondaggio, pubblicato una settimana fa da «El Mundo», dimostra che gli immigrati, nonostante siano solo 150 mila e si occupino di lavori - soprattutto edilizia e lavori domestici - che gli spagnoli non vogliono più fare, sono poco graditi. Il 51 per cento ritiene che gli immigrati tolgano posti di lavoro agli spagnoli. Il 21 per cento pensa che bisognerebbe buttarli fuori o non farne più entrare. Quasi il 19 per cento voterebbe un partito che difendesse queste assurdità. E per il 19,7 i bianchi sono, intellettualmente, superiori ai neri. Gian Antonio Orighi
Persone citate: Hasan El Yahahaqui, Lucrecia Perez, Mundo, Palencia, Perez
Luoghi citati: Barcellona, Madrid, Spagna
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