Vinto il derby, la Juve è pronta

Vinto il derby, la Juve è pronta I grandi protagonisti degli Anni 70 giudicano il big match del Delle Alpi Vinto il derby, la Juve è pronta «Può lottare ad armi pari contro UMilan» Bei tempi, quelli. E che goduria per le legioni del tifo bianconero. Juve razza padrona e Milan quasi sempre costretto a subire. Il Berlusconi power era ancora fantascienza, mentre a Torino nasceva una squadra destinata a segnare con la propria supremazia gli Anni 70. Anni d'oro per il calcio torinese. Da Bettega a Cabrini, da Causio a Gentile: ecco alcuni dei protagonisti di allora, cardini di una Juve made in Italy svezzata da Carlo Parola, cresciuta da Cestmir Vycpalek e resa adulta da Giovanni Trapattoni. . La sfida stellare di oggi pomeriggio rivede questi campioni simbolicamente schierati a fianco di Vialli e compagni, con i loro bagaglio di ricordi e un bel gruzzolo di speranze per la Juve dal decollo difficile. Bettega, uno che a San Siro dava spettacolo segnando gol con colpi di tacco, libera la nostalgia: «Con il Milan lo spettacolo non è mai mancato e per noi San Siro era spesso terra di conquista. Ma quella era una Juve all'apice, mentre i rossoneri erano in un periodo di transizione. Fu proprio la vittoria per 4-1 del campionato 1970-71, sì quella del famoso gol di tacco, che ci fece capire di essere forti. Il ricordo più bello è legato alla stagione dei 51 punti. Il Milan andò in vantaggio per 2-0, poi noi vincemmo 3-2». Ma allora non c'era un Van Basten a seminare il panico. Bettega, uomo Fininvest, esalta il tesoro di Capello: «Lui e Rijkaard farebbero la fortuna di qualunque allenatore. La sfida di oggi è importante, non determinante. Comunque vada, Juve e Milan continueranno a lottare gomito a gomito fino a maggio. Certo, nei rossoneri ri- vedo lo stesso strapotere che avevamo noi, ma devono ancora darsi da fare per segnare un'epoca come fece la nostra squadra». Cosa darebbe Causio per essere in campo oggi? «Eh sì - sospira -, magari mi avessero marcato a zona quando giocavo». Tranquillo, uno come lui non ha nulla da farsi perdonare. Secondo il Barone tra le duellanti non c'è più una voragine: «La Juve ha accorciato il distacco dal Milan, non soltanto in termini di punti. Dal derby ha avuto una carica tutta particolare e mai come stavolta può sperare di spuntarla. La mia Juve non avrebbe fallito un appuntamento così importante». Già, ma quella Juve era puntuale come un cronometro svizzero ed era abituata a dominare. Bicorda Cabrini: «Mi pare di assistere a un film già visto. Noi allora eravamo come il Milan oggi, alle nostre spalle gli inseguitori si sfiancavano inutilmente». Secondo il beli'Anto- nio potremmo essere alla vigilia di un evento importante: «Il Milan, pur giocando a Torino, è favorito, ma se vince la Juve si riapre il discorso. Non soltanto perché ci sarebbe l'aggancio in testa, ma perché i bianconeri sarebbero sempre più consapevoli della loro forza, quindi in grado di reggere il braccio di ferro con il Milan. E a maggio potrà succedere di tutto». E Gentile, il feroce Saladino, soffia anche lui con prepotenza sul fuoco dell'entusiasmo. Massi, sperare non costa nulla. «La vittoria nel derby può essere la chiave di tutto - dice -. La Juve è psicologicamente favorita e il Milan sa che la squadra di Trapattoni può lottare ad armi pari, quindi la teme e non giocherà con la solita disinvoltura. Ai miei tempi era il Milan a inseguire, quasi sempre senza speranze. Ma la Juve è più forte di quel Milan e ha tutto il diritto di crederci», Fabio Vergnano Cabrini: noi allora eravamo strapotenti più del Diavolo oggi Bettega (a sin.) Gentile (lato) e Causio (sotto) sono convinti che la Juve abbia ridotto notevolmente il gap dal Milan

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