Candido, come il suo fantasma di Maurizio Lupo

Candido, come il suo fantasma La Pia Opera di Vittoria Colbert ha aperto i saloni per visite, mostre e cerimonie, anche per matrimoni Candido, come il suo fantasma Restituito lo splendore antico a Palazzo Barolo Lo spettro di Elena Matilde Provana di Druent, il fantasma di palazzo Barolo, forse è meno inquieto. La dimora dove si uccise, per sfuggire alla clausura impostale dal padre Ottavio, è di nuovo splendida. Sono appena finiti in via delle Orfane 7 i lavori da 600 milioni che hanno restituito decoro a facciata, scalone e piano nobile. Da oltre un secolo accolgono l'Opera Pia Barolo, voluta dalla bella e caritatevole Vittoria Colbert di Maulevier. E' quella marchesa di Barolo che^diede asilo a Silvio Pellico, reduce dallo Spielberg. Insieme al marito Tancredi Falletti mise al servizio dei poveri i beni dei marchesi di Barolo e quelli ereditati dai Druent. Fondò l'istituto delle famiglie Operaie, le scuole S. Anna, il «Rifugio per ragazze traviate», il «Ritiro delle Maddalene» per ex prostitute, l'orfanotrofio «Giuliette», il collegio Barolo, l'ospedale «S. Filomena». Morì nel 1864 e affidò al¬ l'Opera Pia Barolo i suoi enti. Tutto fu concepito fra le mura di questo palazzo, eretto nel 1694 sulle antiche vestigia di «Casa Druent», secondo disegni attribuiti a Gian Francesco Baroncelli. Doveva celebrare la rinata fortuna di Ottavio Provana, «Monsu Druent», ardente sostenitore di Re Vittorio Amedeo II, per il quale era persino andato in carcere, pur di non tradirlo. Riabilitato, divenne potente, ma dedito al gioco. Perse a carte anche la dote della figlia Elena Matilde, alla quale aveva imposto come marito Gabriele Falletti di Barolo, Vicere di Sardegna. Al quarto anno di nozze, nati tre nipoti, pur di non pagare la dote promessa, «Monsu Druent» segregò la figlia nel palazzo. Elena impazzì. Il 24 febbraio 1701 si gettò da una finestra ed estinse con sé il casato dei Druent. Da allora dicono che il suo fantasma compaia a ogni plenilunio. L'episodio commosse l'architetto Be¬ nedetto Alfieri. Quando nel 1743 ristrutturò il palazzo decorò con tristi teste d'angelo l'ala che ospita la finestra fatale. E' la seconda a destra dell'ingresso, ora ripulita come tutta la facciata. Con 150 milioni offerti dalla Crt, l'Opera Pia Barolo ha restituito alla città un altro dei suoi tesori. Ha contribuito anche .l'assessorato all'Arredo Urbano, con 40 milioni e la chiusura al traffico di via delle Orfane. Il presidente dell'Opera, il professor Luigi Conti, è soddisfatto: ((Abbiamo fatto del nostro meglio, pur con risorse limitate. Il nostro bilancio annuo è di un miliardo. Le uniche entrate sono le pigioni di stabili civili affittati a cifre persino inferiori all'equo canone. E lo Stato ci ha fatto pagare persino l'Invim decennale per stabili inalienabili per statuto». Sono sfumati 400 milioni accantonati per un ostello per le partorienti affette da Aids. «Siamo stati a lungo incerti - prosegue Conti - a investire in Palazzo Barolo. Ma di spese costa 100 milioni l'anno e ora potrà mantenersi da solo, come spazio museale. Abbiamo cantine che sembrano una cattedrale. Possono ospitare un'enoteca e un museo del vino. Il piano nobile sarà disponibile come sede di mostre e cerimonie, anche di nozze. Le camere di Silvio Pellico sono già visitabili. Quelle dei marchesi Barolo, appena restaurate, saranno inaugurate a gennaio, con i mobili originali. Per le guide speriamo in volontari. Organizzeremo apposta un corso. Si faccia avanti chi è interessato». Maurizio Lupo La seconda finestra a destra è quella dalla quale si lanciò Elena Matilde di Druent, il cui spettro si dice appaia ancora a ogni plenilunio

Luoghi citati: Barolo, Sardegna