Ma i boss non rispondono alle accuse dei pentiti

Ma i boss non rispondono alle accuse dei pentiti Bocche cucite tra i calabresi dopo il maxisequestro di droga Ma i boss non rispondono alle accuse dei pentiti I pentiti accusano ma i «duri» del clan dei calabresi non parlano. La prima tornata di interrogatori, ieri e ieri l'altro, dei 28 arrestati per il più grosso sequestro di droga in Piemonte, 53 chili d'eroina e cocaina, non ha dato buoni frutti. Pasquale De Fazio, 34 anni, ritenuto uno dei personaggi di spicco dell'organizzazione, tra i primi ad essere sentito dal pm Saluzzo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo interrogatorio, presenti i difensori Chiusano e Zanalda, è durato solo pochi minuti. Poi De Fazio è tornato in cella dove era già detenuto per lo spaccio di cento grammi di eroina. Per questo reato, il processo contro De Fazio e i suoi presunti complici - il cognato Antonio Luzzo, Rocco Trimboli, 19 anni, e i fratelli Giuseppe e Gerardo Reale - è in corso davanti ai giudici della terza sezione del tribunale. Lunedì De Fazio sarà interrogato in aula. Agli interrogatori di ieri e di venerdì, la stessa scena muta si è ripetuta con Rocco Trimboli (av- vocato Perga), che, nonostante i suoi 19 anni, è considerato uno dei «duri» della banda, e con i fratelli Antonio e Saverio Agresta, di 32 e 34 anni (difesi dall'avvocato Anna Rosa Oddone). Secondo gli inquirenti, la famiglia Agresta rappresenterebbe l'anello principale dell'organizzazione. Un'accusa che i due fratelli respingono con fermezza. Assieme al padre Domenico Agresta (deceduto), Saverio era stato condannato a 16 anni di reclusione per il sequestro Bongiovanni. Uscito in libertà condizionale nell'84, si era trasferito con la moglie e la figlia a Milano, dove faceva l'operaio edile. Il fratello Antonio ha solo un precedente da minorenne. Dopo aver subito una misura di sorveglianza speciale (divieto di soggiorno in Piemonte, Calabria e Liguria), era tornato a Piatì, dove lavorava come bracciante agricolo. Il «silenzio» degli arrestati era in qualche modo prevedibile. Occorreranno ancora ore e ore di interrogatori per aprire una breccia nel muro di omertà. Gli inquirenti hanno in mano molte carte: in particolare le deposizioni dei due pentiti - un pregiudicato arrestato dai carabinieri e uno spacciatore catturato dalla Guardia di Finanza - sono precise e circostanziate. Da Piatì alla Liguria, dall'hinterland torinese a quello milanese fino a Bolzano: queste le ramificazioni del clan dei calabresi, che, a detta del magistrato, conta centinaia di aderenti. Pasquale De Fazio, 34 anni

Luoghi citati: Bolzano, Calabria, Liguria, Milano, Piemonte