Un ciao-ciao pagato caro

Un ciao-ciao pagato caro Un ciao-ciao pagato caro Ha salutato ifan durante la gara E ammette: non potevo deluderli SESTRIERE DAL NOSTRO INVIATO «Rimpianti? Be', non ho sparato al massimo come avrei potuto. Così adesso vado in camera e mi sparo un colpo di pistola». Ci vuol altro che un successo mancato di 47 centesimi perchè Alberto Tomba rinunci alle battute, come del resto non ha rinunciato al gesto plateale, un saluto accennato ai suoi tifosi poco prima della fine della seconda manche. «Sì, li avevo già salutati l'anno scorso, in quel punto, non potevo deluderli», dice scrollando le spalle, senza ammettere che la guasconata potrebbe essergli costata il successo. Ha giusto giusto un filo di spavalderia in meno, al massimo. Del resto dopo la prima manche quasi pareva presagire un'eventuale sconfitta: «Una pista molto veloce. Bisogna stare attenti, può succedere di tutto», aveva borbottato ai microfoni della tv appena tagliato il traguardo. Né giovano a riportare lo scapestrato sciatore bolognese alla cruda (si fa per dire) realtà dei fatti Aamodt e Wallner, primo e terzo, che gli siedono a fianco felici ma compunti nella conferenza stampa di prammatica. Vengono coinvolti, anzi. Tanto che il vincitore pare quasi volersi scusare: «Battere Tomba è un grande avvenimento. Sono felice. Ho incominciato a sperarci dopo la prima manche, e nella seconda ho attaccato a fondo per riuscirci, ho preso tutti i rischi possibili. Domani vedremo come va in slalom, quest'anno mi sono allenato molto anche in quella specialità e faccio dei buoni tempi». Ma è ancora inevitabilmente Tomba, che viene tirato in ballo. «Lo avevo già detto, che lui (Aamodt, ndr) era l'uomo da battere. Con Jagge, Girardelli e Accola. E' in gran forma e gli auguro tante vittorie. Soprattutto in supergigante». Dove, come noto, Tomba non gareggia. A proposito. Un gigante corto, quello di oggi, ma veloce. «Un mini-gigante, ma che sembrava quasi un superG», come sostiene lo stesso fuoriclasse azzurro. E se ci fosse qualche superG che sembra un gigante? Magari si potrebbe anche azzardare... «No». Senza esitazioni, dubbi o ripensamenti. E giù una risata. «Lento in partenza? Be', stavo finendo di bere il tè, avevo sete... A parte gli scherzi: pensavo di recuperare da metà gara in giù, ma era talmente corta che non ce l'ho fatta. Forse non sono al massimo. Ma lo sarò più avanti. Ho perso un po' di smalto negli allenamenti estivi per cattivo tempo o mancanza di neve, ma sto recuperando. Sono rilassato, però. Non ho rischiato come forse ha fatto Aamodt, ma per la prima volta va bene così». Prudenza che il risultato di altri big come Accola e Girardelli parrebbe confermare. «Non si può fare riferimento alla gara d'esordio. Il Gira fa sempre così. Andrà in forma poi più avanti. Magari ai Mondiali, come me. Gli altri italiani? Peccato, hanno sempre problemi nella seconda manche. Ma presto Pramotton entrerà nei primi cinque». Punto a capo. Oggi slalom, la specialità in cui Tomba è re. «E' il più lungo della Coppa del Mondo, non un mini-gigante come quello di che abbiamo disputato. E' piovuto, l'altra notte, sarà ghiacciata e si potrà fare bene anche con numeri alti». Giorgio Destefanis La grinta di Tomba in gara

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