Aamodt rovina la festa di Tomba

Aamodt rovina la festa di Tomba Successo del giovane norvegese nel gigante di Sestriere che ha aperto la Coppa del Mondo Aamodt rovina la festa di Tomba L'azzurro secondo davanti a 40 mila tifosi SESTRIERE DAL NOSTRO INVIATO L'orchestra era pronta, il teatro gremito e fremente d'attesa. Una prima straordinaria. Ma il Grande Ballerino, pur danzando con grazia, almeno stavolta ha trovato uno più bravo di lui. Ha vinto Kjetil Andre Aamodt, norvegese di Oslo, 21 anni, e la stagione di Coppa è cominciata con una sorta di piccola delusione, mettiamola così, per Alberto e i suoi fedeli, saliti sul Colle a salutare il primo successo del re e non un secondo posto che spesso, e quasi mai a ragione, viene vissuto come un mezzo fallimento. Ma Alberto è così, non conosce vie di mezzo, non suscita sentimenti sfumati. Tutto quel che lo riguarda è bianco o nero. Vittoria o sconfitta, amore o odio, indifferenza o passione. Ognuno scelga la sua strada, purché sappia percorrerla fino in fondo con coerenza e rispetto. La vittoria di Aamodt, se vogliamo essere onesti, è stata insieme piena di consolazione e minacce. Consolazione perché ha vinto uno dei favoriti, una delle stelle nascenti. Alberto insomma non è stato battuto da uno sconosciuto, tutt'altro, il che autorizza a veder rosa nel futuro del nostro eroe. Alla fine dello scorso novembre Kjetil stava in ospedale colpito da una mononucleosi. Aveva perso 11 chili e si temeva il peggio. Un mese e mezzo dopo era 4° nel gigante di Adelboden e in febbraio vinceva l'oro in superG e il bronzo in gigante alle Olimpiadi. Questo per spiegare il tipo, che è tosto e duro e costituisce una seria minaccia non solo per la supremazia in gigante, ma soprattutto per la corsa alla Coppa, ammesso che la stessa sia negli obiettivi di Alberto. Aamodt gareggia in tutte le specialità e qualcuno assicura, con buoni argomenti, che sarà il Girardelli di domani. Può sembrare un'esagerazione, ma il ragazzo ha molti assi e sa giocarli nel momento giusto. Quarantamila persone, forse meno, forse più, il dibattito è aperto, hanno salito i tornanti del Colle lasciando una fila di posteggio lunga 15 chilometri. Solo per il Tour s'era vista più gente, a Sestriere sembrava Natale. Tutti per Alberto. Lui ha corso un po' al risparmio, evitando i rischi (salvo il saluto ai tifosi a sei porte della fine della seconda manche che forse gli ha fatto perdere attimi prezioni e secondo qualcuno - anche la gara), Kjetil si è buttato fra i pali pensando solo alla vittoria. La differenza sono stati 1 centesimo nella prima manche e 46 nella seconda. Niente da dire, se non il fatto che il gigante era troppo corto, sui 54 secondi, e molto veloce, soprattutto nella seconda manche tracciata dall'allenatore dei norvegesi Alex Gartner. Una specie di breve superG, ha detto Tomba, ricordando che lo speciale di oggi sarà più lungo, un' assurdità sotto il profilo tecnico. Alberto è partito piano, rilas- sato e cauto, pensava di poter recuperare nel finale: magari ci sarebbe riuscito, con un paio di porte in più, ma forse Kjetil avrebbe tenuto il ritmo, chissà. I colleghi norvegesi, che conoscono bene il ragazzo, e la maniera in cui si allena, giurano che non sarebbe cambiato nulla, e noi pensiamo che abbiano ragione. Accola e Girardelli sono finiti lontani, specie il secondo che ha corso la manche conclusiva con il numero 74 dato che nell'intervallo gli avevano rubato il pettorale. E gli azzurri, Tomba a parte, hanno piazzato 4 uomini nei 15, Belfrond, Bergamelli, Jo Polig e Zucchelli. Richard Pramotton, sesto nella prima manche con il numero 32, bravissimo, ha avuto la sfortuna nera di saltare nella penultima porta quando aveva la possibilità, occhio e croce, di piazzarsi nei primi 5. Questa (la prestazione, non l'uscita) è stata a nostro avviso, con Zucchelli, la nota più lieta della giornata dell'altra Italia. In generale i nostri baldi azzurri hanno fatto peggio nella seconda manche, e il problema non è nuovo: riguarda più la testa delle gambe e spiega quanto sia dura vivere all'ombra di Alberto. Siamo dell'opinione, magari peccando di ottimismo, la qualità dei sognatori, che le cose possano andare anche meglio oggi in slalom. Tomba rischierà di più, Gerosa e De Crignis si impegneranno alla morte e Richard Pramotton avrà la possibilità di prendersi una rivincita sulla malasorte. Anche stavolta il nemico viene dai fiordi norvegesi. Si chiama Finn-Christian Jagge, è medaglia d'oro olimpica. I vikinghi sono ripartiti alla conquista del mondo. Carlo Coscia E' Wallner il terzo sul podio Classifica del gigante (nella foto Tomba, Aamodt e Wallner sul podio): 1. Aamodt (Nor) l'48"34; 2. Tomba (Ita) a 47 centesimi; 3. Wallner (Sve) a 89; 4. Barnerssoi (Ger) a 1"60; 5. Kroell (Au) a 1"63; 6. Kjus (Nor) a 1"88; 7. Accola (Svi) a 1"90; 8. Locher (Svi) a 1"92; 9. Mafksten (Nor) a 1"93; 10. Belfrond (Ita) a 2"02; 11. Pieren (Svi) a 2"09; 12. Nyberg (Sve) a 2"43; 13. Bergamelli a 2"45, 14. J. Polig a 2"58; 15. Zucchelli a 2"63; 18. Holzer a 2"67; 22. Spampatti a 2"82. La classifica della Coppa del Mondo: 1. Aamodt punti 100; 2. Tomba 80; 3. Wallner 60; 4. Barnerssoi 50; 5. Kroell 45; 6. Kjus 40; 7. Accola 36; 8. Locher 32; 9. Marksten 29; 10. Belfrond 26.

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