A Parigi trema l'impero del mais

A Parigi trema l'impero del mais Le strategie del commercio internazionale minacciano il mercato dei cereali francesi A Parigi trema l'impero del mais Più difficile vincere la concorrenza degli Usa cheQunj,ano?alla supremaziapett'area europea [ PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Nel granaio d'Europa il nemico adesso si chiama Gatt, e i fuochi della rivolta contadina continuano a bruciare. Sotto la cenere ci sono rabbia e paura, che salgono fino all'Eliseo, che coinvolgono in prima persona il presidente Mitterrand. E ovviamente il ministro dell'Agricoltura, Jean Pierre Soisson. Da Parigi si guarda sempre di più all'Italia, nella sua duplice veste: il nostro Paese è innanzitutto un mercato florido per i cereali «made in France», è terra di conquista e sperimentazione, mercato e laboratorio. Ma l'Italia è anche uno dei Paesi che rischia di pagare di più la pace con gli Stati Uniti: il no deciso di Lobianco, l'allarme per una nuova Caporetto non è ovviamente passato inosservato. E così, mentre si attendono le decisioni del ministro dell'Agricoltura Fontana e del governo, Parigi sfoglia le pagine del suo dossier cereali con meno ottimismo e più preoccupazione. E' un dossier che si può leggere viaggiando da Parigi ai Pirenei, seguendo la rotta che porta a scoprire, ad esempio, quanto il mais sia importante per l'economia francese. Per l'agricoltura, certo, ma anche per tutto quello che si muove attorno. Il viaggio comincia a Parigi, il cervello del mais, dell'organizzazione, del sindacato è a pochi passi dalla tour Eiffel. Le cifre sono enormi: la Francia è il primo Paese produttore di sementi della Cee, il secondo nel mondo. E nel mondo, a livello di esportazioni, i francesi sono terzi. Dietro questi primati c'è un esercito di addetti: 35 mila agricoltori riproduttori, 324 aziende produttrici, 84 aziende creatrici di nuove varietà, quasi venticinquemila punti di vendita. E poi ricerca, tanta ricerca, che nasce da un obiettivo: vincere la concorrenza del mercato americano. Per conoscere da vicino questo laboratorio è sufficiente un'ora di volo da Parigi. Pau, ad un passo dai Pirenei e dall'A- tlantico è la capitale del mais e del girasole, nei laboratori e nei campi nasce e cresce il granoturco del Duemila. Con un occhio particolare all'Italia: stiamo cercando - dicono i tecnici francesi - di ^realizzare nuovi ibridi tardivi, che siano resistenti alle malattie molto diffuse nella Pianura Padana. E che garantisca un raccolto sicuro e abbondante. Un mais resistente (qualcuno, dice ridendo, anche alla Pac), che assicuri agli agricoltori italiani un reddito costante. Perché, dicono in Francia, il futuro è dalla parte del mais. Luigi Sugliano Investimenti enormi destinati alla ricerca di ibridi per l'export [ A sinistra il presidente Mitterrand e, sotto, il ministro dell'agricoltura francese Jean Pierre Soisson

Persone citate: Eiffel, Fontana, Gatt, Jean Pierre Soisson, Lobianco, Luigi Sugliano, Mitterrand