Caro Renzo, caro Gianni di Marinella Venegoni

Caro Renzo, caro Gianni L'ex coppia radiofonica più amata d'Italia ricorda e si manda a dire che... Caro Renzo, caro Gianni E se Alto Gradimento tornasse in tv? ROMA. Nella nostalgia ciclica dei buoni tempi andati, il ritorno in voga della radio porta profumi assopiti di una coppia antica, Arbore-Boncompagni, e del loro indimenticabile «Alto Gradimento», un must degli Anni Sessanta/Settanta. Programmi come quello, la radio di Stato non ne ha azzeccati più. I due frequentavano Scarpantibus e la Sgarambona, Catenacci e il professor Aristogitone, il dottor Marsala e Max Vinella: il luogo naturale di quei personaggi squinternati e irresistibili, sembrerebbe oggi la tv, magari Raitre. E chissà che cosa potrebbe inventarsi, quella ex coppia di ferro, alle prese con la realtà più feroce e sfaccettata dei nostri giorni. La domanda è comunque oziosa, perché come ognun sa Boncompagni ha scelto la strada della tv da diporto minorenne, mentre Arbore è tutto preso dalla passione definitiva per la musica napoletana nonché, in questi giorni, da un programma su Totò che andrà in onda su Raiuno in dicembre. Stanno per giunta su reti àwére"arie,'gTfex soci? BérluseOnVBtìncOmpafcni cóntro Rai/ Arbore, e una loro riunione è ipotizzabile quanto quella dei Beatles o come il riàccoppiamento di Battisti con Mogol. Però Boncompagni si comporta proprio come Paul McCartneV; quando gli chiedono se si rimetterà mai in affari con i vecchi amici: «"Alto Gradimento" in tv? Renzo Arbore ed io ne parliamo spesso. Un giorno, chissà...», ha det,1o qualche tempo fa a «Panorama». Sono cose che, appunto, si dicono. Messo alle strette, il papà delle ragazze pon pon ammette: «SS dice sempre che un giorno si ritornerà. In realtà la tv è molto difficile, quei personaggi funzionavano in radio perché ognuno li poteva immaginare come voleva. Ho alcune cassette registrate e le ho risentite: sono molto datate, hanno perso di attualità». Da un altro numero di telefono, Arbore conferma ma anche dissente: «Ne abbiamo parlato, con Boncompagni, convenendo che non si potrà fare mai, quest'operazione. Però lancio un appello: stiamo' cercando i nastri delle trasmissioni di "Alto Gradimento", che dalla Rai sono scomparsi. Se quahuno avesse conservato le registrazioni, si faccia vivo: erano troppo divertenti, ancora oggi fanne ridere»". Veramente, Boncompagri sostiene il contrario. «Ah, ma lui si tira sempre indietro», sbotta Renzo. Ma fra discussioni e polemiche che spesso li hanno visti su fronti contrapposti, si capisce che l'affetto è rimasto. Dice Boncompagni di Arbore: «Mi è molto simpatico, è una persona mite e buona, educata, e non è arrogante, anche se ha i suci miti. Mia madre era pazza di lui: una volta Renzo venne a cena a casa mia, vide una tovaglia riamata e le fece un sacco di complimenti. E mamma, quando morì, lasciò per testamento chi quella tovaglia andasse a Renzo». Arbore, sempre dall'altro numero di telefono, ascolta la testimonianza e conferma: «Sì, è la tovaglia che tengo per le grandi occasioni. Con Gianni sia mo rimesti legati. Ultimamente c'è stato il suo compleanno e lo abbiamo festeggiato con una ma rachella classica: non awerten dolo. La sua amica Irene Ghergo lo ha mandato al "Maurizio Costanzo Show" e quando è tornato a casa ha trovato 60 persone che lo aspettavano, compreso me e tutti i suoi vecchi e ouovi amori. In fondo, noi due avevamo inventato la coppia maschile: prima di noi, c'erano sempref un uomo e una donna». C'è spazio non solo per i buoni sentimenti. Boncónpagni nelle sue confessioni si di/erte a calca- re la mano: ((Anche all'epoca di "Alto Gradimento" eravamo molto diversi, Renzo ed io. Io sono toscano, vengo dalla tradizione di Buffalmacco e Calandrino. Lui? Dalle sue parti, nel 1200, non sapevano' neanche scrivere. E poi ha i suoi miti in America, m'entra io ancora leggo l'Aretino. Gli piace tanto la canzone napoletana e mi castagna perché sono snob: l'unica cosa che mi irrita a morte, di lui, è che sa tutte le strofe e i ritornelli di tutte le canzoni». E Arbore, di rimando: ((Ah sì, ha detto questo? Ebbene, io di lui non sopporto l'estrema perizia negli strumenti elettronici. Riesce a registrare sei programmi per volta, a far ruotare l'antenna parabolica alla stessa velocità dei satelliti che cattura. Se una cosa non è complicata, non si diverte». In questo gioco complice di rimandi, l'unica cosa che si capisce subito è che i due non si odiano come Mogol e Battisti. Però, non esiste uno spazio d'intesa per rimetterli insieme. Boncompagni ammette: «Certo, sarebbe divertente. Ma è anche un problema di pigrizia: ognuno ormai ha la sua strada e sarebbe difficile rifare le stesse cose. Allora eravamo goliardi, adesso non è più la stessa cosa. Arbore però è riuscito a creare la stessa atmosfera di allora con "Quelli della notte". Pensi che anche Frassica lavorava ad "Alto Gradimento": l'aveva sco- perto Renzo e gli aveva fatto fare un provino che io non avevo sentito. Continuava a chiedermi: che ne dici, che ne pensi? Io non ascoltavo neanche le puntate quando andavano in onda, ma a un certo punto per darmi un tono gli risposi: sai che ti dico? Non mi piace, quello lì. E non l'avevo mai sentito». Arbore dell'episodio si ricorda benissimo, e ribatte dalla sua postazione: «Gianni riusciva a far la radio senza sentirla. Riusciva a far tutto con leggerezza. Che strano, io di allora ricordo soprattutto un principio di sordità, per quelle cuffie con il volume della musica troppo alto, che non toglievamo mai». Si scopre anche che il profeta dei sederi minorenni oppone alla passione della musica napoletana dell'amico un trasporto che non gli si potrebbe indovinare: per la musica classica e in special modo per quella sacra. «Sono uno dei massimi esperti - dice - passo 4/5 ore al giorno ad ascoltare ed e videodischi, vado pazzo per lo "Stabat Mater" e non ho mai trovato una donna che divida questa mia passione. Non ce n'è: il giorno che ne trovo una, la sposo». Arbore qui taglia corto. Secondo lui, «la storia della musica sacra è una boutade». Lo scontro a distanza è venato di nostalgie. Ma lei, Boncompagni, non è mai tentato di fare una mattana, lasciar perdere tutto e rimettersi a fare radio o tv come si deve? «Un giorno forse lo farò. Ma ormai, ho questo marchio dei programmi con vuoto pneumatico. Però, debbo essere sincero, è un marchio di cui non mi frega niente». Marinella Venegoni Renzo Arbore e Gianni Boncompagni: «Siamo molto diversi» ma con affetto

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