«Ho sconfitto il terrorismo adesso tocca ai naziskin» di Emanuele Novazio

«Ho sconfitto il terrorismo adesso tocca ai naziskin» «Ho sconfitto il terrorismo adesso tocca ai naziskin» ECKART WERTEBACH LO 007 DI KOHL 0 ir e;, :1o;,r,r-'--':-r'GOtJONIA l'uomo chiave della lotta al terrorismo, e la creazione del nuovo Gruppo di coordinamento, annunciato dal ministro degli Interni Seiters, renderà ancora più nevralgico il suo ruolo. Eckart Wertebach, 51 anni, presidente del Verfassungsschultz, 1'«Ufficio per la protezione della Costituzione» incaricato della lotta all'estremismo, è convinto che la violenza della destra si possa fermare. Ma la sua è ima diagnosi amara. Si arriverà presto alla messa al bando di altri gruppi? «Considero scontato che il ministro prenderà altre decisioni oltre quella sul Fronte Nazionale. E credo sia giusto: non sarà soltanto un segnale politico, perché anche importanti conseguenze penali dipendono da questo». Quanti sono i gruppi della destra radicale? «Quelli di estrema destra sono 76: non dico radicali di destra, che sono di meno, ma estremisti di destra. I partiti e le organizzazioni radicali agiscono ancora nello spettro democratico, anche se al limite. Gli estremisti vogliono eliminare l'ordine democratico fondamentale. I Republikaner per esempio, 20 mila membri, sono un gruppo radicale di destra ma potrebbero diventare presto estremisti. Dipende dai risultati ai quali arriveremo». Quanti sono i neonazisti organizzati? «Circa 2000, in una decina di organizzazioni. I più pericolosi sono il Nationalistische Front, la Freiheitliche Deutsche Arbeiterpartei, la Deutsche Alternative, la Nationale Offensive e il Deutsche Nationale Fartei, nato quest'anno a Weimar con una particolarità: nella Ddr il suo presidente era membro del partito comunista. Vogliono uno Stato totalitario hitleriano». Pronti a dar battaglia? «Soltanto 2 o 300 sono pronti alla violenza. Ma la maggior parte degli estremisti militanti non sono organizzati: fanno parte di gruppi naziskin non strutturati». Sono armati? «Hanno pistole del tipo scacciacani e armi da taglio, ma dicono di potersi procurare armi all'estero. Dobbiamo fare attenzione che non le ricevano dalle truppe sovietiche nell'ex Ddr o dalla Jugoslavia». Da quali ambienti provengono? «16500 naziskin appartengono a una sottocultura arrivata negli Anni 70 dall'Inghilterra, e 40004200 di loro sono estremisti che hanno articolazioni politiche. Il 70 per cento ha vent'anni e spesso esperienze famigliari difficili. Ma non tutti sono disoccupati, dunque non tutti sono senza prospettive». Con quanti uomini lei deve combattere l'estremismo di destra? «Non posso fare cifre. Ma la Divisione II del Verfassungsschultz ha raddoppiato gli effettivi negli ultimi due anni, e il prossimo anno li triplicherà». Servono altri mezzi? «Possiamo già infiltrare i nostri uomini. Ma abbiamo bisogno di un miglioramento legislativo per fare intercettazioni telefoniche e postali più efficaci. Non ci serve altro. Per la polizia le cose stanno diversamente, certo». Qua! è stato l'andamento della violenza di destra negli ultimi anni? «Il grande balzo c'è stato soltanto nel '91. Nel '90 le azioni violente erano state 270, nel '91 sono state 1483 e nel '92, finora, circa 1900». Che cosa ha provocato questo aumento? «Posso esprimere un'opinione personale. In Germania più che in altri Paesi i nuclei famigliari si sciolgono in fretta e di conseguenza la trasmissione dei valori sociali si allenta. E poi la scuola è insufficiente, e altre forze sociali rilevanti come la Chiesa non hanno adempiuto al loro compito. Decisivo è che il Terzo Reich e la seconda guerra mondiale sono conosciuti dai giovani soltanto attraverso i libri di scuola: i genitori non possono più trasmettere le loro esperienze di quel periodo, che invece dovrebbero essere offerte ai giovani in modo più intenso. Del resto già ai tempi della Ddr esisteva l'estremismo di destra, ma per i vantaggi del regime veniva represso. Con la caduta delle strutture autoritarie, molti giovani si sono sentiti disorientati: la loro vita era sempre stata determinata da altri». Ci sono legami fra gruppi? «Rapporti a livello regionale. Lo si è visto nell'anniversario della morte di Hess: una dimostrazione con duemila estremisti di tutti i gruppi». Ci sono collegamenti internazionali? «Ci sono stretti rapporti con gli estremisti austriaci, svedesi, danesi, del Benelux; non con l'Italia, o almeno soltanto casi singoli. Il Sud Tirolo ha allontanato gli estremisti dei due Paesi». In quali regioni ci sono i maggiori rischi? «I punti caldi sono le grandi città, la regione di Berlino, la Ruhr e Monaco: è una centrale dell'estremismo perché vi ha sede la Deutsche Volksunion di Frey, la maggior organizzazione di estrema destra. Calcoliamo che abbia 25 mila membri. Anche questo va notato: in Germania ci sono circa 40 mila estremisti di destra, ma più di 30 mila sono nell'organizzazione di Frey, nella Npd, che ha 6000 iscritti, e nella Deutsche Liga fuer Volk und Heimat. Oltre il 75% sono in partiti di estrema destra ma non violenti». Estrema destra e Raf sono, o sono state, tutte due un pericolo per la democrazia? «Un pericolo alla pace interna del Paese lo vedevo nelle azioni della Raf e lo vedo in quelle degli estremisti di destra». Quanto tempo ci vorrà per eliminare questo pericolo? i «E' difficile dirlo, anche per via di certi acchiappatopi politici, alla parte della popolazione incline all'estrema destra danno l'impressione che esista solo il problema-Asylanten, e che una volta risolto questo tutti gli altri si risolveranno, posti di lavoro, case e così via. E' una rappresentazione insensata e falsa». Non sembra ottimista. «Infatti, finché le condizioni di base continueranno a essere queste. Ciò che in questo momento può aiutare è una cosa sola: la polizia deve arrestare gli autori delle violenze al più presto, deve portarli in tribunale al più presto, e i tribunali devono usare tutti i mezzi previsti dalla legge per condannarli al più presto. Se lo faremo in modo esemplare, la repressione dello Stato finirà per fare diminuire la violenza. Anche se in questo modo non risolveremo il problema ma lo limiteremo soltanto: la Germania e gli altri Paesi europei dovranno convivere con un certo estremismo di destra, alimentato dai conflitti etnici e razziali». Emanuele Novazio Nella foto piccola Ekhart Wertebach Sopra: l'arresto di un dimostrante a Lipsia

Persone citate: Eckart Wertebach, Frey, Hess, Raf, Seiters, Volk, Wertebach