Peruzzi-Antonioli, nemici per forza

Peruzzi-Antonioli, nemici per forzaLA PARTITISSIMA VISTA DAI NUMERI ì I due portieri, ex rivali nell'Under 21, hanno un sogno nel cassetto: la Nazionale Peruzzi-Antonioli, nemici per forza // bianconero: quanto sei bravo. L'altro: meglio tu Peruzzi, l'Angelo custode della porta juventina, ha ripreso il suo posto a Olomouc dopo la squalifica che l'aveva relegato in tribuna nel derby e si appresta ad affrontare il Milan con la stessa noncuranza di sempre, sintomo di sicurezza interiore. «E' una partita importante quella di domani, ma non credo la si possa definire già decisiva, il campionato è ancora lungo», dice. E aggiunge: «Sì, Van Basten è il pericolo numero uno per un portiere. Ma non posso credere a un Milan vanbastendipendente. Sarei stupido se focalizzassi la mia attenzione sul bomber, dimenticando la precisione di tiro di Lentini, la furbi- zia e la velocità d'esecuzione di Papin, la forza fisica di Gullit e la potenza di Rijkaard. Il Milan dispone di 22 giocatori ad altissimo livello, sbaglia chi, affrontandoli, ne sottovaluta anche una sola componente». Lontano cento metri, laggiù dove la Juve dovrebbe far gioco e tentare di vincere, Peruzzi sbircerà sicuramente l'operato del collega Antonioli. Si sono formati insieme nell'Under 21, dove Maldini ha quasi sempre preferito il rossonero all'attuale numero uno bianconero. Ma le cose cambiano in fretta e, secondo Sacchi, ora è Peruzzi in pole position per un'eventuale successione alla coppia Marchegiani-Pagliuca tra i pali della Nazionale maggiore. Così, almeno, si vocifera nell'ambiente azzurro. Peruzzi aspetta e non azzarda pronostici: «Il futuro è ancora nebuloso. Non penso di essere in vantaggio su Antonioli anche perché in azzurro attualmente giocano due portieri che sono i migliori del campionato. Sia Marchegiani, sia Pagliuca hanno dimostrato di valere il posto che hanno occupato tra i pali della Nazionale». Però, questo Antonioli lo considera un rivale o no? «Per me è soltanto un buon portiere - sostiene Peruzzi - che ha la calma e il tempismo dei grandi numeri 1. Non potrebbe altrimenti essere arrivato a difendere la porta del Milan campione d'Italia. E' bravo nelle prese basse ed anche scaltro abbastanza, dotato di una buona esperienza internazionale ormai». Cose che non gli hanno impedito di essere protagonista dell'ultima clamorosa papera della domenica, proprio nel derby contro l'Inter. «Può capitare di sbagliare un intervento. Quando rivedo in tv le reti che ho subito immediatamente mi dico che le potevo evitare, tutte. Ma se un portiere fosse infallibile non esisterebbero più i gol nel calcio». Ricorda una sua papera recente? «No, ma a Marassi col Genoa avrei potuto intervenire meglio su uno dei tiri che ha portato al primo dei due gol rossoblu». [f. bad.] QUI MILAN Ha chiuso in fretta la porta in faccia alla delusione. Quel pallone-saponetta che gli sfugge di mano e rotola lentamente in rete non l'ha mandato in tilt. Francesco Antonioli è fatto così, spalle larghe e carattere fprte. Mercoledì sera contro il Goteborg aveva già dimenticato tutto. «Un po' di tensione all'inizio, poi alla prima parata mi sono sentito di nuovo sicuro come prima. Non sono il tipo che si trascina dietro nessun complesso». Milanello ore 14: le penne al sugo sono state spazzate via in un baleno, idem la bistecca e il gelato all'amarena. Vicino a lui la moglie Marie, una ragazza lussemburghese che ha conosciuto quando giocava nel Cesena. Con il caffè ecco l'inevitabile domanda sul confronto di domani con Peruzzi. Antonioli ha imparato bene la lezione: «E' un bravo portiere, ha le qualità per sfondare. Lui è più scattante di me, io sono più abile nelle uscite. Come carattere siamo due freddi». Scheda tecnica perfetta, un po' stringata, ma perfetta. Ma è vero che il futuro della Nazionale è nelle vostre mani? «Così dicono. Anche se ogni tanto si cade». Intanto Capello gli ha affidato presente e futuro del Milan. Spiega: «Non è un azzardo, ma una mossa ben ponderata. Juve e Milan guardano avanti e puntano sui gio¬ vani migliori. Oggi un portiere matura prima. Ci sono allenamenti specifici e preparatori che si occupano soltanto di noi. Io devo molto a Negrisolo, lo stesso tecnico che ha allevato Peruzzi a Roma. Ma anche a mio zio Achille che mi fece capire per primo quale fortuna avevo tra le mani. Io giocavo in un cortile di Monza e divenni portiere perché ero l'unico che non aveva paura di sbucciarsi un ginocchio». Così è la vita. Cerchi un «mago» e trovi uno zio scopritore di talenti. Va a finire che lo ringrazierà anche Sacchi. L'Arrigo I aspetta Antonioli: «Mi stima, mi ha già fatto capire qualcosa. Ma prima devo fare qualcosa di buono qui al Milan. Come Peruzzi deve mettersi in mostra a Torino. La maglia azzurra ci aspetta, ma la strada non sarà facile, per me come per lui. In una grande squadra pari poco e rischi tanto. L'allenamento ti aiuta a entrare nel ruolo, per il resto devi aiutarti da solo». E domani? «Saluterò volentieri Peruzzi, un amico prima che un avversario. Nella Under ero io il titolare, lui non era contento, ma non c'è mai stato uno screzio». ff. ver.] Peruzzi (a sin.) è Antonioli erano già amici e rivali nella Under: Maldini preferiva il rossonero. Sacchi invece . sembra deciso in futuro a puntare sul bianconero

Luoghi citati: Italia, Lentini, Monza, Roma, Torino