Eltsin caccia il suo Rasputin

Eltsin caccia il suo Rasputin Eltsin caccia il suo Rasputin I moderati ottengono la testa diBurbulis MOSCA NOSTRO SERVIZIO Alla vigilia del Congresso che si aprirà martedì prossimo a Mosca, continua la catena delle dimissioni nella squadra del presidente Eltsin. Un decreto di Eltsin ha liquidato ieri la carica di segretario di Stato presso il presidente, licenziando così Ghennadij Burbulis, uno degli uomini che l'opposizione centrista aveva chiesto di sacrificare per raggiungere il compromesso con il governo. Burbulis - considerato l'«eminenza grij;ia» del Presidente e artefice di tutte le sue iniziative politiche, compresa quella dello scioglimento dell'Urss e della fondazione della Comunità di Stati Indipendenti - è stato però subito recuperato come capo dei consiglieri del Presidente. A prima vista era sembrato che Eltsin avesse deciso di accettare tutte le condizioni poste dall'«Unione civica». Ieri infatti l'appena liquidato Poltoranin aveva detto a radio «Eco di Mosca» che sarebbe presto toccato anche al ministro degli Esteri Andrej Kozyrev, accusato di condurre una politica estera i'ilo-Usa. Ma Eltsin ha smentito la notizia affermando di non avere intenzione di cedere i ministri più importanti, e ha aggiunto di aver destituito Burbulis e Poltoranin solo per «metterli al riparo» dagli attacchi dell'opposizione congressuale. Il compromesso con l'opposizione, quindi, sembra tutt'altro che raggiunto II premier Gaidar che ha illustrato il programma economico del governo di fronte al Soviet Supremo - è stato ieri du¬ rissimo nel respingere le richieste dell'opposizione per una correzione sostanziale degli indirizzi finora perseguiti. Il leader dell'«Unione civica», Arkadij Volskij, ha risposto altrettanto seccamente che l'impostazione di Gaidar non tiene conto praticamente di nessuna delle proposte dell'opposizione. Eltsin e i suoi sembrano dunque disposti a concessioni secondarie, ma non a rinunciare alla sostanza della loro linea. Ma il comportamento a zig-zag del Presidente sta aprendogli pericolose falle sul fianco radicale. La bufera provocata dalla Uquidazione, nei giorni scorsi, di Egor Jakovlev e Mikhail Poltoranin inquieta l'intellighenzija moscovita, che rimprovera a Eltsin di aver ceduto all'opposizione dei «nemici della riforma» e teme, dietro il balletto di dimissioni, una svolta più seria. Alcuni membri del governo sembrano condividere queste preoccupazioni. Ma il portavoce di Eltsin, Kostikov - che non ha escluso altri «avvicendamenti» nella compagine governativa - ha tuttavia detto ieri che essi «non saranno sostanziali». E Eltsin in persona ha ribadito che «non abbandonerà i suoi uomini». Si parla di un incontro di Jakovlev e Poltoranin con Gaidar, Burbulis, Kozyrev e il vice premier Alexandr Shokhin, un altro bersaglio dei centristi, per decidere la tattica del governo. Il quale si è riunito d'urgenza ieri sera mentre il Soviet Supremo rinviava a oggi il voto sul programma economico. La situazione resta confusa e incerta, mentre un'altra bomba potrebbe esplodere lunedì mattina, quando la Corte Costituzionale emetterà il verdetto del «processo al Pcus». [a. z.l

Luoghi citati: Mosca, Urss