L'elezione di Gorbaciov, bugie e verità

L'elezione di Gorbaciov, bugie e verità Una feroce battaglia tra brezneviani e innovatori, ma sui verbali solo lodi e unanimità L'elezione di Gorbaciov, bugie e verità I segreti della decisione che cambiò faccia all'Urss MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Se un aereo cade, il primo compito dell'indagine sulle cause del disastro è di andare a cercare la «scatola nera» che registra tutto ciò che è accaduto a bordo. Forse l'immane naufragio del comunismo sovietico diverrà spiegabile quando potremo aprire la «scatola nera» che registrava tutto, letteralmente tutto, del suo funzionamento segreto. Questo oggetto, ancora in gran parte misterioso, fu il Politburo del Pcus. Il documento che pubblichiamo - ottenuto in esclusiva dagli archivi presidenziali di Russia con la collaborazione della rivista Rodino, - riguarda un momento cruciale della storia sovietica, l'apparire dei primi segni dell'«avaria» che porterà la fortezza volante Urss a schiantarsi, sei anni dopo, sulle asperità della storia. E' il verbale della riunione del marzo 1985 in cui il Politburo «decise» la nomina di Mikhail Gorbaciov alla massima carica del partito: Se¬ gretario generale del Pcus. Ma gli archivi non rivelano sempre verità. Per lo meno non regalano verità semplici, incontestabili, limpide. E questo documento richiede, per essere compreso, una lettura in codice, un'analisi, anzi diverse analisi sovrapposte. Colpisce, innanzitutto, l'unanimità assoluta. Ma davvero l'elezione di Gorbaciov andò così liscia? Noi sappiamo che non fu così. Gorbaciov stesso, recentemente, ha confermato che la lotta ci fu è fu dura, drammatica. Meno di un anno dopo si seppe - lo rivelò su Moskovskie Novosti il drammaturgo Mikhail Shatrov - che un altro candidato si era affacciato imperiosamente sulla scena: Viktor Grishin, l'allora primo segretario del partito di Mosca. Colui che, negli ultimi giorni della vita di Cernenko era apparso sempre al suo fianco, colui che la tv aveva ostentatamente mostrato come il suo più intimo collaboratore. La «vecchia guardia» del Politburo, il gruppo di brezneviani che era riuscito a impedire l'elezione di Gorbaciov alla morte di Jurij An- dropdv, imponendo un anno prima la «soluzione Cernenko», tornava alla carica. Non riuscirono nel loro intento, ma tentarono. Sappiamo anche chi erano: il premier Tikhonov, l'exprimo segretario di Leningrado, Romanov, il primo vicepremier Aliev, il capo dell'Ucraina Sherbitskij, il leader kazako Kunaev. Ma Andropov era riuscito a togliere loro molti posti chiave nella gerarchi a del partito. E Gorbaciov e la sua squadra tenevano ormai le redini decisive dell'organizzazione centrale. Dove si svolse la lotta tra le due cordate non è dato sapere. Probabilmente non si troverà mai nulla negli archivi per rispondere a questa domanda. Il mito dell'«unità incrollabile» della leadership non poteva essere scalfito in alcun caso. Il documento che pubblichiamo registra dunque la fine della lotta, la sconfitta dei brezneviani e il loro inchinarsi ai vincitori. E c'è un'altra circostanza curiosa. L'intestazione parla di «Riunione del Politburo del CC del Pcus. 11 marzo 1985». Ora, dalle parole di Gor¬ baciov sul primo punto all'ordine del giorno (a proposito del Segretario Generale) si evince che il Plenum del Comitato Centrale «comincerà tra 30 minuti», mentre lo stesso Gorbaciov annuncia, parlando sul secondo punto (a proposito della convocazione del Plenum straordinario), che il Plenum comincerà alle 17 dell'11 marzo per dare modo a tutti i membri di giungere a Mosca. Infine si capisce, dal contesto, che il terzo punto all'ordine del giorno (organizzazione dei funerali di Cernenko) è stato esaminato prima delle ore 14 dell'I 1 marzo. Se ne deduce che i punti all'ordine del giorno non sono stati esaminati nell'ordine in cui sono presentati dallo stenogramma. Se ne ha conferma del resto da due fonti dirette. Nikolai Rizhkov, allora membro della segreteria, ha scritto nelle sue memorie che il Politburo allargato si riunì «alle 22 del 10 marzo» e che in quella occasione non erano presenti né Sherbitskij (non ancora arrivato a Mosca. Cernenko morì alle 19,20 di quel giorno), né Kunaev. Il medico del Cremli¬ no, Evghenij Ciazov, conferma a sua volta che la riunione del Politburo si tenne «a tarda sera» del 10. Fu in quella occasione che toccò a lui illustrare ai leaders del partito le cause del decesso di Cernenko. Chi ha avuto l'incarico di redigere il documento ha evidentemente riunito i materiali stenografici di due distinte sedute del Politburo, la prima delle quali è avvenuta la sera stessa della morte di Cernenko. Ma non si è preoccupato di eliminare le incongruenze temporali rimaste nel testo. Infine colpiscono due fatti: il dibattito appare lontano mille miglia dai problemi del Paese. E' come se tutti i presenti pensassero che il futuro non riserverà sorprese. Lo stesso Gorbaciov, ringraziando, assicura tutti che «non abbiamo bisogno di cambiare politica». Solo, aggiunge, «occorre accelerare il ritmo, andare avanti, individuare le insufficienze e superarle, guardare con chiarezza al nostro splendente futuro». Giuliette Chiesa Gromyko: la qualità migliore del nuovo Segretario è l'energia inesauribile e il desiderio di fare di più Il funerali di Cernenko Il primo a sin. è Gorbaciov A sinistra Tikhonov Gorbaciov e Gromyko A destra Shevardnadze

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Russia, Ucraina, Urss