Chiesa, paura di tornare in carcere

Chiesa, paura di tornare in carcere Tangentopoli, seconda udienza al processo, domani la sentenza. Ligresti di nuovo interrogato Chiesa, paura di tornare in carcere I difensori: «Ha restituito 6 miliardi, non basta?» MILANO.Processo Chiesa, la difesa va all'attacco. Parola agli avvocati nella seconda udienza contro il socialista Mario Chiesa e gli altri imputati per le tangenti al Pio Albergo Trivulzio. Impermeabile bianco, faccia di marmo, l'ex re di Tangentopoli torna in aula, si mostra ai fotografi e non dice una parola. Attorno sono tutti giornalisti. Meno uno: capelli bianchi, giacca a vento blu, occhiali e lingua tagliente. D'un fiato, bisbiglia: «Ladro, hai finito la bella vita. Ridacci i soldi che ti sei preso». Nemmeno sente Chiesa, quell'unico spettatore tutto per lui. Di soldi Mario Chiesa ne ha già resi parecchi. Oltre sei miliardi, e sono mesi di carcere in meno. Di Pietro ha chiesto per lui una condanna a sei anni di carcere. Ancora troppi, per evitare il ritorno a San Vittore del primo nella lista di Tangentopoli. I suoi difensori puntano ad una sostanziale riduzione della pena. Spiega l'avvocato Roberto Fanari, uno dei legali del «mariuolo»: «Ci sono le attenuanti per aver risarcito tutti i soldi, quelle generiche, e la diminuzione di un terzo della pena per il processo con rito abbreviato». E aggiunge, all'elenco: «Poi chiediamo che il reato di concussione sia derubricato in corruzione. Sì, anche per i sette milioni che gli ha dato l'imprenditore Luca Magni, quel giorno di febbraio». Luca Magni in questo processo è parte lesa. Chiesa, a mo' di risarcimento, gli ha già ridato 55 milioni. Se venisse accettata l'ipotesi dei difensori dell'ex presidente della Baggina, l'imprenditore di Monza dovrebbe essere processato anche lui per corruzione. Teoria di difensori. Altri legali all'attacco. «Ho chiesto che il mio assistito sia assolto», dice l'avvocato Franz Sarno. Difende Luigi Marzorati, direttore tecnico dei lavori di ristrutturazione al Pio Albergo. E' accusato di corruzione per aver passato la «bustarella» a Chiesa. «Si tratta di concussione, era Chiesa a chiedere i soldi», rilancia un vecchio ritornello l'avvocato Sarno. «Anche il mio deve essere assolto», fa eco l'avvocato Pasquale Balzano Prota. Il suo cliente è Virgilio Graziano, accusato di aver fatto da intermediario tra Chiesa e i «pagatori» di tangenti. Il legale non si ferma alla richiesta e polemizza con Di Pietro: «Anche il pm più amato dagli italiani - dice - deve portare le prove e non solo la sua convinzione. Chiesa, che ha ammesso di aver preso miliardi, nega nel modo più assoluto di aver intascato anche quegli otto milioni. Perché Chiesa do¬ vrebbe nascondere proprio questo episodio?». Chiesto lo stralcio della posizione di Mario Sciannameo, titolare di una impresa di pompe funebri, adesso tocca al giudice Italo Ghitti tirare le somme. Domani la sentenza. E sarà la prima per Mario Chiesa. Non sarà l'ultimo, invece, l'interrogatorio subito ieri da Salvatore Ligresti. Il finanziere, questa volta, è stato sentito dal pm romano Antonino Vinci. E' il titolare dell'inchiesta su appalti e costruzioni nella capitale, dove è finito anche l'immobiliarista Paolo Berlusconi. Il fratello. Ligresti, ancora ricoverato alla clinica «Città di Milano» dopò l'intervento alla prostata, è stato sentito come parte lesa. Una veste inedita, per lui, dopo i due mandati di cattura dei giudici di «Mani pulite» che lo hanno tenuto in carcere per oltre quattro mesi. [f. poi.] o i o ]

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