Vendite in crisi ma al Diesel non si rinuncia

Vendite in crisi ma al Diesel non si rinuncia rili RENAULT La Casa francese presenta la berlina 19 con motore a gasolio sovralimentato di 1870 ce e 92 Cv Vendite in crisi ma al Diesel non si rinuncia Un mercato in sviluppo messo al tappeto dal fisco italiano MILANO. La presentazione in Italia della nuova Renault 19 ^turbodiesel è stata l'occasione, per i responsabili della Casa automobilistica francese, di fare il punto sulla validità del motore a gasolio, meno inquinante di un pari a benzina catalizzato, e sull'andamento del mercato europeo e italiano del settore. Ancora una volta una grande industria francese - qualche settimana fa era stata la Peugeot - ha dimostrato di credere fermamente nel futuro del Diesel anche nel nostro Paese, malgrado sia oggi penalizzato da un'assurda imposizione fiscale come il «superbollo». La nuova versione della Renault 19 è equipaggiata con un turbodiesel dotato di scambiatore di calore aria-aria di 1870 ce, con 92 Cv di potenza (19 Cv fiscali). La velocità massima è di 184 km/h con una buona accelerazione (da zero a 100 km/h in 11,3" e il km da fermo in 32,9") e consumi ridotti: 4,4 litri per 100 km a 90 all'ora, 6,1 a 120 e 7,2 in città. Il prezzo, chiavi in mano, è di 23.370.000 lire per la due volumi e 24.010.000 per la gemella a tre volumi. Il modello 19 - hanno ricordato quelli della Renault Italia è stato presentato nel giugno '88 e da allora è stato costruito complessivamente in 1.760.000 unità. La produzione è di 1390 unità al giorno nei due stabilimenti francesi di Maubeuge (90) e Doual (1300) e di 750 in quello spagnolo di Valencia. In Italia la vettura, completamente rinnovata dal giugno scorso, è stata venduta da gennaio ad ottobre in oltre 30.000 unità, con una quota di mercato del 7,1% nel segmento d'appartenenza (C). Il 65% delle consegne è rappresentato dalle versioni 1.4, mentre tra 2 e 3 volumi la percentuale è equamente ripartita nel 47 e 53%. Sul tema Diesel i tecnici della Renault hanno ricordato come in Europa il mercato abbia avuto un andamento abbastanza stabile negli ultimi 5 anni, molto vicino ai 2 milioni di immatricolazioni annuali, che corrispondono al 14-15% del totale delle vendite, ma con profonde differenze tra Paese e Paese. Hanno sottolineato che sono le Case francesi a fare la parte del leone, e questo grazie anche al favorevole andamento del settore sul mercato interno. Infatti la Francia ha la maggiore motorizzazione Diesel in Europa: 38,4% nel '91 e proiezione del 40% quest'anno contro il 4,-8% dell'Italia nel '91 e previsioni per il '92 di poco superiori. Nel nostro Paese la grande stagione del Diesel ha raggiunto il culmine alla metà degli Anni 80, quando un italiano su quattro comprava una vettura a gasolio. Da allora un intero mercato in pieno sviluppo è stato messo al tappeto da una serie di provvedimenti fiscali che hanno determinato un autentico crollo. . Il decreto che il 1° febbraio scorso aveva esentato dal pagamento del superbollo i Diesel omologati dopo il 3 febbraio che rispettavano il limiti di emissione della normativa Cee antinquinamento, aveva invertito la tendenza negativa, riportando la penetrazione al 9% nei primi nove mesi dell'anno. La mancata proroga di questo decreto sta producendo conseguenze estremamente negative sull'andamento delle vendite di fine anno. Per il 1993 è stata ventilata l'adozione di una normativa che eliminerà il «superbollo», creando le premesse per un nuovo sviluppo del mercato del Diesel in Italia che potrebbe ritornare tra il 13 e il 15 per cento di quota. Renzo Vi Ila re

Persone citate: Valencia

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Maubeuge, Milano