E L'Iri ingaggia i «P.R.»
E L'Iri ingaggia i «P.R.» LA GUERRA DELLE LOBBY E L'Iri ingaggia i «P.R.» «Ci criticano, difendeteci voi» SAPPIAMO bene che nelle prossime settimane si gioca tutto e che da subito i nostri avversari sono in movimento per bloccare l'operazione...». Non è un brano del discorso di Napoleone ad Austerlitz. Ma è uno stralcio da un piano di «lobbing» proposto (su richiesta) all'In dalla più antica e nota società di pubbliche relazioni d'Italia, la Scr. Il terreno di battaglia su cui «si gioca tutto» è la privatizzazione della Sme; «i nostri avversari in movimento» sono un eterogeneo ma agguerrito esercito di boiardi, politici e sindacalisti che avrebbero interesse ad impedire la vendita. La firma sotto il piano - in verità una bozza preparatoria - è di un nome prestigioso nel mondo della comunicazione aziendale italiana, Tony Muzi Falconi, in- tellettuale di area pds, tra i promotori della «Sinistra dei club». E cosa propone Muzi all'In? «Di fare ogni sforzo per trasferire, direttamente o indirettamente, a tutti gli influenti sul processo, una percezione di (giusta o sbagliata che sia) sovrapposizione psicologica fra il successo dell'intero piano di privatizzazioni e quindi di credibilità internazionale dell'Italia e il successo dell'operazione Sme». A rivelare il piano e la strategia dell'Iri è stata una fuga di notizie - certo non gradita all'istituto di via Veneto - che ha portato il documento fino al quotidiano finanziario Mf, il quale l'ha pubblicato. Niente di strano, niente di inconsueto dal punto di vista degli «addetti ai lavori». Per i profani, invece, un po' di stranezza c'è: che sia scoppiata una guerra di comunicazione sul futuro della Sme; che ci siano un partito «prò» e un altro «contro», i quali lottano anche e soprattutto cercando di accattivarsi - si deve supporre con qualunque mezzo - il sostegno dei mezzi d'informazione. Che, in definitiva, Tiri si senta costretto a non limitarsi al suo ruolo di propositore «tecnico» ma ad impiegare quattrini pubblici per sorreggere la propria linea con una campagna di pubbliche relazioni «difensiva» contro quelle, demolitrici, degli oppositori. Eppure, è così che ha funzionato, e funziona, da sempre il rapporto tra enti di gestione, partiti politici, mezzi d'informazione e opinione pubblica. Ma come dovrebbe agire questa campagna, secondo la pro¬ posta? Attraverso una serie di contatti con commentatori economici italiani e internazionali, giornalisti economici, imprenditori, politici, finanzieri, manager, sindacalisti. Tutta gente da convincere - come sperano certamente di fare al contrario anche gli «avversari» - della validità del progetto. Tanti i nomi citati: dal presidente degli agenti di cambio Ventura a giornalisti e opinionisti del calibro di Locatelli, Panerai, Turani, Scalfari, Deaglio; da imprenditori come Abete a politici come La Malfa, Andreatta o Prodi. Particolare importante: bisogna far breccia negli schieramenti avversari, cercando di convincere, in particolare, qualche (mezzo grosso» del mondo agricolo e sindacale che la Sme, in fondo, privatizzata è meglio, [r. e. s.j
Luoghi citati: Austerlitz, Italia
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