L'ASINO la satira dalle orecchie lunghe

L'ASINO la satira dalle orecchie lunghe Cent'anni fa il primo foglio satirico italiano firmato Podrecca & Galantara L'ASINO la satira dalle orecchie lunghe EROMA CCO la vignetta che rappresenta la «gabbia dei malfattori». Dietro le sbarre, impauriti e increduli, siedono quelli del «governo», descritti con questi simpatici epiteti: «delinquenti, falsari, ladri, manutengoli, incettatori, sensali, complici». Sono i politici «corrotti» sbeffeggiati e derisi dal settimanale satirico. Che non è Cuore, ma l'Asino, il primo giornale satirico dell'Italia unita. E i politici messi alla berlina non sono quelli coinvolti in Tangentopoli, ma quelli travolti dallo scandalo della Banca Romana, il più imbarazzante affaire politico-giudiziario dell'Italia uscita dal Risorgimento. Nasceva allora, proprio mentre stava scoppiando il bubbone della Banca Romana, il settimanale l'Asino, ovvero «il popolo: utile, paziente e bastonato», come recitava il sottotitolo. Il lieto evento accade il 27 novembre 1892, esattamente cent'anni fa. Ed è come se la satira italiana compisse in questi giorni un secolo, tanto nel giornale fondato da Guido Podrecca e Gabriele Galantara si fissano le matrici di quel modo graffiarne, mordace e irriverente di fare e commentare la politica che in Italia conoscerà momenti di autentico trionfo. Sodalizio di spiriti manichei e insofferenti alle sfumature, il duo Podrecca-Galantara. Il primo curava la parte scritta del settimanale, il secondo si occupava della grafica e dei disegni. Comune il progetto di sferzare padroni, preti e politici borghesi nel nome e per conto del nascente movimento operaio italiano. Da una parte i cattivi: il militarismo in tutte le sue forme, la religione cattolica con tutto il contorno di preti e di monache, i carabinieri, gli «sbirri», i politici che servivano gli interessi dei più forti, gli industriali sanguisuga. Dall'altra i buoni: gli uomini torchiati e umiliati da un lavoro massacrante, i socialisti e gli anarchici finiti nelle grinfie della repressione, i contadini, gli operai. Questi ultimi magrolini, esili, stremati dalla fame. Gli altri, i «potenti» della Terra, immancabilmente obesi, repellenti, con un lampo crudele negli occhi. Nei primi anni dell'Asino, quelli che coincidono con i primi passi del neonato Partito socialista, questa netta divisione tra il Bene e il Male non conosce tentennamenti. Giolitti e Crispi? «Malversatori» pronti per essere ospitati nelle galere: Regina Coeli per l'esattezza, invocata ripetutamente come il luogo più adatto ad ospitare i politici in odor di corruzione. I poliziotti e i magistrati? Nient'altro che un'accolita di sadici dediti alla tortura degli inermi prigionieri, rei soltanto di essere apostoli del sol dell'avvenire. E poi i preti, i nemici per eccellenza dellAsino, deliberatamente vilipesi, descritti come impenitenti donnaioli e corruttori della gioventù, invadenti, ipocriti, sovente raffigurati senza alcun riguardo con le raccapriccianti sagome di maiali avidi e voraci. L'anticlericalismo è il primo articolo di tede per Podrecca e Galantara. E sulla lotta al Vaticano affiora un'intransigenza assoluta. Furono loro, quelli dell'Asino, a rivelare per primi, e con un insospettato gusto per lo scoop, le manovre di rientro dei cattolici nella politica italiana che sfoceranno nel Patto Gentiloni del 1913. Eppure, il manicheismo dell'Asino non impedirà al settimanale satirico, otto pagine a colori che nei momenti più fortunati raggiungerà ragguardevoli tirature, di segnalare debolezze e ipocrisie del proprio schieramento. A cominciare da quelle dei socialisti. «Il prete nero si serve dell'anatema, della scomunica, dell'Indice, del boicottaggio contro le idee avversarie», scrive Podrecca nel 1912. Ma non minore avversione viene manifestata per il socialista dogmatico, il «prete rosso» che si serve delle espulsioni, delle calunnie, del boicottaggio, precisamente come il gesuita e il domenicano. Qualche compagno allibito scrive lettere di fuoco: «Non capite che in tal modo si semina la sfiducia tra le masse, e si disorientano le anime semplici?». Ma Podrecca e Galantara proseguono per la loro strada ingaggiando con i dirigenti socialisti, a cominciare da Angelica Balaba- noff, autentici duelli verbali. Radicalmente antimilitarista, tanto che nel 1895 fu l'unico giornale a mandare un proprio inviato nel campo abissino, l'Asino maturerà nel 1915 un'insospettata scelta interventista. Nel nome della «liberazione dei popoli», va da sé, e anche per odio nei confronti della «barbarie teutonica», matrice originaria di ogni imperialismo, e della cattolicissima Austria. E' la prima rottura del fronte. Ma con intransigente spirito libertario l'Asino si schiererà con passione contro i Soviet e la Rivoluzione d'Ottobre, dipingendo addirittura i bolscevichi come «agenti del Kaiser». Le pagine del settimanale si riempiono di invettive a Lenin, responsabile di un regime che Podrecca definisce senza esitazione «controrivoluzionario», roba da «gendarmi» paurosamente somigliante al «regime czarista» che mandava gli oppositori in carcere o in Siberia. L'usura che inevitabilmente colpisce un sodalizio di trentanni si farà sentire subito dopo la Prima guerra mondiale. Podrecca seguirà addirittura l'ex sociaUsta Mussolini. Galantara, assieme a Scalarmi, cerca di far «sferrare un po' di calci» al suo Asino per qualche altro anno. Arrivano i primi e poi l'ira dei fascisti si abbatte sul giornale che cesserà le pubblicazioni nella primavera del 1925. Pierluigi Battista m bcdt 1Cattivi: preti, suore, padroni, politici, borghesi, militari e sbirri. I Buoni: gli operai Tempo bello (rarissimo) Tempo normale Tempo burrascoso Tempo... pessimo Una striscia del '23 su Mussolini A destra una vignetta del primo numero. Sotto, l'Asino anticlericale el ni

Luoghi citati: Austria, Italia, Siberia