Gli etruschi, loro sì che sapevano vivere

Gli etruschi, loro sì che sapevano vivere Confronto a Sanremo fra Kruta e Pallottino Gli etruschi, loro sì che sapevano vivere BSANREMO OTTA e risposta, con promessa di confronto diretto, fra Venceslas Kruta, _j titolare della cattedra di Studi preistorici alla Sorbona, e responsabile della mostra sui Celti a Venezia, e il grande etruscologo Massimo Pallottino. «La civiltà etnisca è stata sottovalutata» dice il primo; «si è esagerato, se ne è parlato troppo» replica l'ultra-ottuagenario etruscologo italiano. E i Celti? «Sono stati capiti male» accusa lo studioso della Sorbona. Il tema della discussione era: «Gli Etruschi e l'Europa», al teatro del casinò di Sanremo: un incontro ad altissimo livello. La civiltà etnisca fin dall'antichità ha affascinato e suggestionato le principali culture europee, influenzandole nei secoli fino al Medioevo. «Un ruolo del tutto particolare, a differenza ad esempio della Grecia, che non ha avuto alcuna influenza» spiega il professor Kruta. E aggiunge: «La cultura etnisca è stata un ponte fra le grandi e antichissime civiltà dell'Oriente mediterraneo e l'Europa transalpina». Gli Etruschi si sono spinti fino in Scandinavia e nei Paesi dell'attuale Est europeo, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia. «Abbondanti tracce le troviamo anche negli Stati Uniti» scherza lo studioso; alludendo alle sale dei musei, piene di opere d'arte e reperti archeologici trafugati nei secoli. Venceslas Kruta si è dichiarato «entusiasta della civiltà etnisca». Ed ha ricordato l'impronta profonda lasciata dalla cultura contadina. Riferendosi ad una campagna di scavi nella zona di Modena ha evidenziato come anche i contadini dell'Etruria padana (e, quindi, non solo i patrizi e le classi ricche) vivessero in case confortevoli, dotate anche dell'acqua corrente, grazie a particolari sistemi di distribuzione, [g. p. m.]

Persone citate: Celti, Kruta, Massimo Pallottino, Pallottino, Venceslas Kruta