I segreti del Fiume Giallo di Sabatino Moscati

I segreti del Fiume Giallo Le più importanti scoperte in mostra a Roma I segreti del Fiume Giallo Cina, una civiltà di porcellana L ROMA E più importanti, le più recenti, le più rivoluzionarie scoperte sull'antica Cina giungono a noi con la mostra «La civiltà del Fiume Giallo», che s'apre venerdì a Roma nel Salone delle Fontane all'Eur. Le opere escono per la prima volta, in molti casi, dal territorio cinese; e soprattutto, esse vengono per la prima volta portate a conoscenza del pubblico. Non solo del pubblico in genere, diciamolo francamente: anche degli studiosi. Com'è possibile che ormai gli stessi archeologi debbano affidarsi alle grandi mostre, per conoscere le ultime novità della loro disciplina? E' un fenomeno che fa riflettere, e potrebbe far polemizzare: perché, evidentemente, i mezzi diretti di diffusione delle scoperte risultano incompleti e inadeguati, a fronte delle grandi iniziative promozionali che sempre più si susseguono. In ogni caso, e ancor più, a tali iniziative va reso omaggio, specie quando rispondono, come nel caso presente, a criteri di meditata originalità. Dire «civiltà del Fiume Giallo», infatti, significa scegliere intenzionalmente un'area dell'immenso territorio cinese, metterla a fuoco per ragioni di autonomia e di particolare rilevanza. Ciò è certo valido per il Fiume Giallo, che localmente viene chiamato la «Madre della nazione cinese». In effetti, non solo quest'area è la sede di una grande quantità di scoperte recenti, ma essa costituisce il fulcro delle culture più antiche e delle più significative innovazioni nella storia dell'uomo in Estremo Oriente. Perché ciò accada, e sia accaduto da tempi immemorabili, può spiegarlo a ben riflettere il nome stesso del fiume. Il quale non si chiama Giallo per caso, ma per il suo inconfondibile colore derivante dal terreno argilloso che trascina con sé: un terreno chiamato loess, che i venti trasportano dalle pianure mongole e siberiane, nel quale si addensano il nitrogeno, il fosforo, il potassio. Sostanze, tutte que¬ ste, che determinano una fertilità senza pari. Accade così che l'uomo compaia lungo le sponde del fiume in età antichissima, lasciando traccia di sé nei primi reperti che la mostra presenta: sono pietre lavorate che risalgono a quasi due milioni di anni fa e che, fatto non meno caratteristico, sono straordinariamente diffuse, sicché la presenza umana risulta fin da allora di una particolare densità. A voler fare un confronto, diremo che la popolazione cinese era incomparabilmente maggiore di quella della nostra Europa. Scendendo all'età storica, che costituisce solo un piccolo segmento nella vicenda dell'uomo ma che indubbiamente offre le maggiori testimonianze di civiltà, la regione del Fiume Giallo e in specie la sua parte centrale, lo Shanxi, vede due grandi invenzioni, di portata universale: la lavorazione del bronzo con la tecnica della fusione diretta in matrice e quella della ceramica invetriata che, nella sua elaborazione completa, chiamiamo porcellana. Lavorazione del bronzo: la tipologia fondamentale è il vaso, o meglio il recipiente delle più varie forme e dimensioni, che serviva non solo per le mense raffinate ma anche per i riti religiosi: e che soprattutto costituiva un simbolo di stato sociale, un segno inequivocabile della ricchezza e della potenza di chi lo possedeva. La lavorazione è, fin dai tempi più antichi, di una raffinatezza impressionante: nelle sue forme, dal tripode al calice, dalla coppa all'acquamanile e alla giara; nelle sue decorazioni, dai motivi curvilinei agli anelli, alle scaglie, alle spine di pesce, ai draghi e agli altri esseri favolosi... Ma il bronzo non era usato solo per i recipienti. Esso prendeva anche la forma umana del cavaliere, quella animale del bue che trasporta il carro, quella dell'oggetto funzionale trasformato nell'ornamentalità come la lampada in foggia di anatra con un pesce nel becco... Attenta e acuta appare l'osservazione dei particolari che individualizzano e caratterizzano: così ad esempio nel caso del guardiano del carro che ha il piede mozzo, e l'artista pone particolare attenzione nell'evidenziarlo. Lavorazione della porcellana: questa pasta vetrosa a grana finissima e compatta, impermeabile e traslucida, che ha reso celebre la Cina in tutto il mondo, emerge progressivamente dalla ceramica semplice, come le scoperte nell'area del Fiume Giallo attestano con rara precisione. I primi esperimenti risalgono al terzo millennio a.C, altri seguono via via fino alla piena realizzazione sugl'inizi dell'età cristiana. Le maggiori opere d'arte sono più vicine a noi, nel Settecento e oltre; e la mostra puntualmente le testimonia, perché sta proprio nella conti¬ nuità millenaria l'elemento più distintivo di quest'arte. Come la porcellana abbia conquistato il mondo, e come sia diventata un vero e proprio simbolo della civiltà cinese, lo dimostra la vicenda stessa del nome: nel mondo anglosassone, il più ricettivo per ragioni storiche e politiche alla sua diffusione, esso coincide con quello del Paese, China ware. Si aggiunga che particolarmente nella porcellana si può verificare il fenomeno grandioso per cui una religione straniera, il Buddhismo, conquistò la Cina: le numerosissime immagini del Buddha e delle figure a lui correlate ne sono la testimonianza. Pregiate pitture su carta a pennello e inchiostro, modellini architettonici e altro ancora completano la mostra da cui emergono risultanze di particolare significato per la storia dell'uomo. Anzitutto, la Cina si conferma sede di una grande, antichissima civiltà di cui l'area del Fiume Giallo svela le radici remote. Inoltre, quella civiltà ci appare sempre più autonoma dalla nostra, assai diversa ma certo né posteriore né inferiore. Infine, e in ciò convergono le incalzanti scoperte in ogni parte del globo, dobbiamo ormai adeguarci a una visione policentrica della civiltà, in cui l'Estremo Oriente come l'Africa e l'America costituiscono altrettanti poli indipendenti. Sabatino Moscati Tutto iniziò 2 milioni d'anni fa. Opere mai viste: è la prima volta anche per gli studiosi Calamaio della dinastia Wei e a destra una pittura su seta della dinastia Ming. In basso, lampada in bronzo