Vi svelo i segreti di Lady D

Vi svelo i segreti di Lady D Intervista con l'uomo che ha raccontato al mondo gli amori e i tradimenti di Carlo d'Inghilterra Vi svelo i segreti di Lady D 7N1 LONDRA tHCRIMINATURA linda e w ciuffo inamidato, corpol 1 ratura da giocatore di rugby, 0 ragazzone che ha provocato un cataclisma a corte pare Clark Kent, l'alter ego borghese di Superman. «Non credo che mi faranno mai baronetto», dice. E' stato lui a rivelare, lo scorso giugno, che la principessa Diana ha tentato di ammazzarsi cinque volte, che il marito Carlo l'ha sistematicamente cornificata con la sua antica fiamma, Camilla Parker Bowles, e che il disastro coniugale l'ha fatta ammalare di bulimia nervosa. Andrew Morton, 39 anni, «royal watcher», osservatore veterano numero uno di scintillii e miserie regali, mi parla nel suo ufficio di Londra dove ha scritto Diana, la sua vera storia: un fulminante bestseller tradotto in 28 lingue, due milioni di copie vendute. Ha messo l'aureola alla principessa, esaltandola come una donna tenera, benefica, sensibile, vittima dell'indifferenza spietata del marito. «Se Puccini fosse vivo - esclama - sarebbe intento a scrivere un'opera su Diana». E come la intitolerebbe, quest'opera? «Come il mio libro». Negh Stati Uniti è appena uscito l'ultimo capitolo aggiornato (titolo: «Una principessa sola»), E' un'accorata difesa di Diana, coinvolta nello scandalo estivo del «nastro di squidgy-strizzolina», la sua presunta telefonata amorosa con un amante che ha suscitato un pandemonio. In Italia l'edizione ampliata uscirà dopo Natale da Sonzogno. Contiene pepati pettegolezzi, sempre dalla parte di D.: per esempio, svela che la principessa ha appioppato alla sua tempestosa rivale il nomignolo di «cane rottweiler». E assicura che, all'acme della crisi, Diana era sul punto di fare le valigie e lasciare per sempre la famiglia reale. Signor Morton, non ci verrà nuca a dire che le telefonate più scottanti con i suoi informatori le ha fatte da quell'innocente apparecchio li? «No. Sapevo che il mio telefono era controllato, quindi chiamavo dalla cabina all'angolo. Una scomodità non da poco. Le mie gole profonde, comunque, non abitano a Buckingham Palace. Ho fatto innumerevoli controlli incrociati delle mie fonti. Diana l'ho incontrata personalmente una sola volta, me l'hanno presentata a un cocktail party. Ma non l'ho mai più vista né sentita». La crisi di Carlo e Diana era già in buona parte nota. A che cosa si deve il successo del suo libro? «E' merito innanzitutto di Dia¬ na: lei possiede anche, e io l'ho messo in evidenza, il carisma della vulnerabilità: la gente vuole proteggerla. Inoltre possiede una qualità che manca a Sarah, la moglie separata di Andrea: la capacità di essere insieme la ragazza della porta accanto e la principessa su un piedestallo. La forza del libro è l'unità del quadro, corroborata da fonti di ferro: il fratello e gli amici di Diana. Tutta gente che ha confermato quanto ho scritto. Ne è emersa una favola tragica: per tutti, anche per Carlo e Camilla, la donna che, sono sicuro, avrebbe voluto sposare il principe». Una delle sue fonti più citate è James Gilbey. Pare che fosse proprio lui l'appassionato interlocutore di Diana nella telefonata di «squidgy». Deve conoscere molto bene la principessa. «E' un amico di giovinezza». Lo scandalo ha inferto una brutta botta al suo ritrattosantino di Diana. «Per il momento intorno a questi nastri ci sono tante domande senza risposta, che sarà necessaria un'ampia inchiesta. Mi sembra incredibile che nel giro di pochi mesi siano saltate fuori registrazioni di conversazioni priva- te di Diana, Carlo, Fergie e Andrea. C'è qualcosa di sinistro. I giornalisti amano le teorie del complotto, io no. Propendo per la teoria dell'accidentalità: c'è qualcuno che è andato troppo a fondo e spera di lucrarci su». Ma secondo lei quei nastri sono autentici o no? Si dice che ci abbia messo lo zampino l'Mi5, i servizi segreti. «Mi sembra assurdo che ci siano cinque registrazioni di membri della famiglia reale. Chi c'è dietro? Diana ha sospetti su alti funzionari di palazzo. Non credo che l'Mi5 abbia qualcosa da guadagnarci: bisogna essere scettici su tutto. Farò un'inchiesta su questi nastri, voglio la verità». E' vero che in quelle registrazioni ci sono delle battute molto sexy, che non sono state rese pubbliche? «A quanto pare sì: commenti piccanti o parolacce, non sono sicuro. Ma ci sono tante dicerie». Qualcuno ritiene che la soap opera mantenga viva ed anzi irrobustisca la monarchia. «La monarchia è il più antico teatro di strada. Pensi alle antiche parate regali. E' sempre stata soap opera: intrighi, sussurri, complotti». Per i repubblicani più maligni del Continente, tradimenti e crisi coniugali sono quanto di più ovvio ci si possa aspettare da chi ha il compito istituzionale di non far nulla. «I reali inglesi in questi ultimi cent'anni sono sempre stati piuttosto noiosi e ligi al dovere. Non sono la cricca di parassiti che molti credono». Ma in fin dei conti che male ci sai ebbe se una principessa cornuta e trascurata rendesse la pariglia al marito? Con discrezione magari, senza fare tanto chiasso intorno al proprio matrimonio. «Oddio, no: si tratta dei futuri re e regina. Inoltre Carlo è anche il capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. E poi i Windsor hanno sempre sostenuto i valori di una famiglia ideale». Si può prevedere che la prossima tegola cada sulla testa del terzogenito della regina, Edward? C'è la convinzione diffusa che sia omosessuale. «Se avessi una sterlina per tutti i pettegolezzi che ho sentito sulla famiglia reale, sarei ricco». Adesso non dica che non ha guadagnato un mucchio di sterline. «Be', modestamente, qualcosa ho guadagnato. Edward, a un giornalista che gli chiese esplicitamente se era gay, rispose vigorosamente di no. Ma non dà segni di volersi accasare; è il principe nell'ombra». C'è chi sostiene che tutto questo polverone sia stato sollevato da qualcuno che non vuole Carlo sul trono, magari perché è progressista. Tant'è: un quotidiano l'altro giorno annunciava che Carlo non ha più nessuna voglia di regnare. «La regina non dà segno di voler abdicare. Perché ci dovrebbe pensare Carlo? Non è logico. Inoltre Carlo spesso pone il dovere di fronte a tutto, anche a spese dei suoi figli e della sua famiglia: non danneggerà l'immagine della Corona con un'abdicazione. D'altronde, se Elisabetta continuerà a regnare fino a ottant'anni, Carlo sarà incoronato su una sedia a rotelle». E a quel punto gli subentrerebbe il primogenito William? «Probabile. Diana lo sta educando a diventare re». Quali problemi costituzionali provocherebbe un divorzio dei principi di Galles? Un costituzionalista insigne, Lord Blake, sostiene che Carlo potrebbe divorziare da Diana, diventare re e addirittura sposare Camilla e farla regina. «Sciocchezze. Ho parlato proprio ieri delle dichiarazioni di Lord Blake con un avvocato costituzionalista, e mi ha confermato che non stanno né in cielo né in terra. Certo, Carlo potrebbe di¬ vorziare da Diana e diventare re. Ma i precedenti sono chiari: se volesse sposare una divorziata, dovrebbe rinunciare al trono. Come Edoardo VIII fece con Wallis Simpson. Ma a quel punto entrerebbero in gioco anche la regina e il primo ministro: la soluzione è molto complicata». Lei ritiene probabile un divorzio? «No. Perché difficilmente Diana riuscirebbe ad avere la custodia dei bambini. Ma non c'è speranza di recuperare la loro unione». La monarchia ha esaurito le sue funzioni istituzionali? «No, anzi: deve però sapersi rinnovare. Le sue funzioni sono inevitabilmente diluite. Oggi è rispettata, ma non riverita». Ma se la principessa di Galles è la prima ad essere convinta che la monarchia è decrepita, come lei riferisce, perché si ostina a fare l'ambasciatrice in proprio di un'istituzione in cui non si riconosce più? «Diana è dibattuta tra restare all'interno di un sistema che ritiene fallito per riformarlo e uscirne completamente. Ha messo in evidenza un aspetto diverso della monarchia: è informale, attenta ai problemi sociali». Potrà la monarchia riconquistare il decoro perduto? «Non credo. Avrà bisogno di un periodo di quiete e di sobrietà. Ma il vaso di Pandora è aperto». Molti sostengono che un po' di credibilità potrebbe recuperarla pagando le tasse o limitando l'appannaggio reale. Come è possibile che, mentre la recessione infuria, la Corona non dia il suo contributo al risanamento del Paese? «Il dibattito continua, anche se il cancelliere dello Scacchiere, Lamont, l'altro giorno ha detto che non sarebbe appropriato tassare la regina. Io ho sempre sostenuto che mvece è necessario che paghi, per riguadagnare la fiducia della gente». Maria Chiara Bonazzi In casa reale registratori segreti Ecco chi spia tutti i sospiri del palazzo: cortigiani sotto accusa «Una principessa tradita non può restituire al marito pan perfocaccia» |§§ Carlo fotografato con Camilla Parker Bowles. Sotto: l'ultima copertina di «Times» con il titolo «Una casa divisa» A sinistra, nel titolo: Andrew Morton A centro pagina: una inaugurazione e una prima per Lady Diana

Luoghi citati: Galles, Italia, Londra, Stati Uniti