I Cherokee si vendicano dopo 160 anni

I Cherokee si vendicano dopo 160 anni Furono condannati nel 1831 : volevano impedire al governo di usurpare le terre degli indiani I Cherokee si vendicano dopo 160 anni La Georgia riabilita due missionari che difesero i diritti della tribù NEW YORK NOSTRO SERVIZIO A volte la giustizia è un po' lenta, come si sa, ma prima o poi trionfa. Nel caso di due missionari condannati in Georgia ai lavori forzati, per arrivare al riconoscimento dell'errore commesso ci sono voluti 162 anni. Oggi le autorità dello Stato pronunceranno formalmente il «perdono» per Samuel Austin Worcester e Elihu Butler, che nel 1831 tentarono di bloccare uno dei tanti soprusi ai danni della nazione indiana. A quell'epoca, nella Georgia viveva la tribù dei Cherokee. Come tutte le altre nazioni indiane, si trovò a fronteggiare l'invasione dall'Est, incoraggiata dalle autorità governative. La superiore tecnologia bellica dei bianchi e i noti «limiti» culturali degli indiani comportarono il susseguirsi di sconfitte, con il loro corollario di massacri e territori perduti. Ma nel 1828 i Cherokee erano ancora abbastanza forti per negoziare con gli invasori una sistemazione onorevole. E questa consistette in un trattato che riconosceva alla tribù la sovranità su un vasto territorio in cui ai bianchi era proibito fare insediamenti e dove non potevano mettere piede se non con un permesso. Era sembrata una soluzione capace di assicurare una convivenza decente fra «vicini», ma l'anno dopo si sparse la voce che il territorio dei Cherokee era ricco di oro. Di fronte ah'incontenibile «corsa» che si scatenò, incapace di impedire ai coloni bianchi di sconfinare in massa nel territorio indiano, il governo della Georgia decise di ignorare il trattato e mandò i soldati a «prendere possesso» di una vasta porzione del territorio Cherokee, in modo che i cercatori d'oro vi potessero sciamare senza rischiare di essere assaliti. La vio¬ lazione della legalità che quello stesso governo aveva stabilito era palese, e i due missionari, da tempo impegnati nella «conversione» degli indiani al cristianesimo, la denunciarono alla Corte Suprema degli Usa. Questa dette loro ragione, decretando che il governo della Georgia non aveva u diritto costituzionale di occupare il territorio Cherokee e di «applicarvi le sue leggi». Ma il governo georgiano ignorò la sentenza della Corte Suprema, anche perché nel frattempo la «vendetta» contro i due missionari era già stata consumata. Tranquillamente ignorata nei confronti dei cercatori d'oro, la legge che impediva ai bianchi di entrare nel territorio indiano fu infatti applicata in pieno e con severità contro Worcester e Butler, che furono condannati a 4 anni di lavori forzati per essere stati pescati a vivere nel territorio indiano «senza permesso». La motivazione con cui le autorità della Georgia annunceranno il loro «perdono» è che la condanna dei due missionari costituisce «una macchia nella storia giudiziaria della Georgia». Per cancellarla, verrà riconosciuto che la sovranità dei Cherokee venne usurpata e che la sentenza della Corte Suprema fu indebitamente ignorata. Avrà qualche conseguenza pratica questo pianto ufficiale sul latte versato 162 anni fa? La previsione è che ai nomi «riabilitati» di Worcester e Butler verranno dedicate un paio di strade, ma per quanto riguarda la «restituzione» dei territori non se ne parla neppure. E' probabile che i Cherokee si serviranno del «pentimento» per intraprendere una delle loro interminabili battaglie legali, nella speranza che prima o poi arrivi anche la giustizia «vera». Franco Pania relli

Persone citate: Butler, Elihu Butler, Franco Pania, Samuel Austin Worcester

Luoghi citati: Georgia, New York, Usa