«Cacciamo tutti gli stranieri» di Tito Sansa

«Cacciamo tutti gli stranieri» «Cacciamo tutti gli stranieri» Austria, versoti referendum anti-immigrati L'OFFENSIVA DEL PARTITO NAZIONALISTA LVIENNA 0 slogan «Vienna non deve diventare Chicago» è stato abbandonato dal partito liberale (di nome ma non di fatto) del giovane nazionalista Joerg Haider e sostituito dal più morbido «l'Austria anzitutto». Ma l'obiettivo finale del brillante uomo politico carinziano è immutato: modificare la Costituzione austriaca, introducendo una serie di articoli che blocchino l'afflusso di stranieri nella Repubblica alpina e il loro inserimento nella società. «Joerg Haider - dice lo scrittore Robert Schlesinger vuole assoggettare una intera categoria di esseri umani a leggi speciali per loro gravemente dannose». Ier l'altro, dopo un tiro alla fune di molti mesi con il governo, Haider ha presentato al ministero degli Interni la richiesta ufficiale di indire al più presto un «Volksbegehren», una «iniziativa popolare» per la raccolta di firme che costringano il Parlamento a discutere il problema degli stranieri. Il sondaggio degli elettori dovrebbe svolgersi durante l'ultima settimana di gennaio, se il ministro degli Interni troverà la richiesta dei liberali regolare dal punto di vista giuridico. «Dal punto di vista democratico - scrive il quotidiano viennese "Der Standard" - non lo è di certo». Contro il «Volksbegehren» dei nazionalisti si sono levate le voci dei benpensanti, tanto dei partiti di governo (socialdemocratico e popolare) quanto quelle dei verdi all'opposizione, dei sindacati, e soprattutto della Chiesa cattolica, che definisce «pericoloso» lo slogan «l'Austria anzitutto», discriminante per i povera Un vescovo ha detto che esso «scatena emozioni contro i bisognosi». Il «Volksbegehren» potrebbe desu hilizzare la democrazia austriaca ha detto Simon Wiesenthal, direttore del centro di documentazione ebraica. -. Verrà manipolata la paura della popolazione. E' una cat'.strole». «Una iniziativa dannosa per il buon nome dell'Austria» h? detto il ministro degli Interni Loeschnak (quello che deve dare il segnale di via libera all' iniziativa). «Palesemente razzista» l'ha definita il segretario socialdemocratico Cap, «ricorda le leggi razziali naziste» ha detto il sindacalista Drochter. Ma che cosa propone Joerg Haider di tanto scandaloso? Con precisione non si sa, i dodici articoli da sottoporre all'elettorato non sono stati pubblicati, se ne conoscono i contorni solo di alcuni. L'articolo primo, che l'Austria deve definirsi «Paese di non immigrazione». Dovrebbe venire abbandonata la tradizione secolare, in particolare di Vienna, di «nuova patria» per cechi, slovacchi, polacchi, ungheresi, sloveni e croati. Basta sfogliare l'elenco telefonico di Vienna, dove i nomi stranieri come Novak, Horvath, Prohaska, Papp sono numerosi quasi quanto quelli di radice tedesca. «Senza i milioni di immigrati dell'ultimo secolo non esisteremmo» ha detto il vicepresidente del Parlamento Ljchal. Criticato è anche l'articolo che vuole il blocco dell'immigrazio- ne se la disoccupazione non scenderà sotto il 5 per cento, quello che vuole vietare alloggi statali agli stranieri, quello che prevede il controllo dei documenti e la perquisizione delle abitazioni delle persone sospette («verranno controllati tutti quelli che hanno i capelli scuri?» si domanda la portavoce dei Verdi, Stoisits). Ma soprattutto irrita il disegno di legge che limita al 30 per cento per classe il numero degli scolari che non siano di «madrelingua tedesca». Ciò significa che verrebbero discriminati anche i bambini nati in Austria, e che parlano perfettamente il tedesco, colpevoli soltanto di avere genitori stranieri. In realtà - dicono gli avversari dell'iniziativa popolare - Joerg Haider cerca di sfruttare ai propri fini la manifesta xenofobia di una parte della popolazione austriaca. Due anni fa, alle elezioni politiche, gli slogan nazionalistici fecero conquistare ai «liberali» quasi il 17 per cento dei voti e 33 dei 183 seggi in Parlamento. In gennaio - secondo un sondaggio demoscopico - l'antipatia degli austriaci per gli stranieri (in primo luogo zingari, poi serbi, turchi, polacchi e romeni) gli porterà le firme del 29 per cento dell'elettorato. «Dopo Waldheim - ha detto un commentatore della radio - una nuova disgrazia potrebbe colpire l'Austria». Tito Sansa I leader nazionalista Joerg Haider