Nuove leggi per fermare gli skinhead di Giovanni Bianconi

Nuove leggi per fermare gli skinhead Il ministro Martelli: «C'è una regia unica dietro a questi fenomeni, magari in Germania» Nuove leggi per fermare gli skinhead Venti procure aprono indagini sui gruppi neofascisti ROMA. Tra le forze politiche c'è chi lancia l'allarme e chi continua a minimizzare, ma il governo ha deciso di intervenire: contro i naziskin, il razzismo e i rigurgiti di xenofobia servono nuove leggi, e si faranno. Ieri si sono nuovamente incontrati i tecnici dei ministeri della Giustizia e dell'Interno, il Guardasigilli ha già annunciato che, se necessario, chiederà in Parlamento la «corsia preferenziale» per fare presto. «I sospetti sull'esistenza di unu regia unica dice Martelli -, magari situata in Germania e con molte filiali, compresa quella italiana, sono forti. C'è, in ogni caso, un reticolo di gruppi e di formazioni, per spezzarlo non bastano i dibattiti e le manifestazioni, serve un'allerta». In tutta Italia sono già una ventina le procure della Repubblica presso tribunali e preture che hanno avviato indagini sui naziskin e i nuovi gruppi neofascisti, ma i giudici sono i primi a scontrarsi con una legislazione che lascia poco spazio alla repressione finché non ci si trova di fronte ad atti gravissimi o particolarmente violenti. Spiega Loris D'Ambrosio, magistrato in forza alla direzione generale degli Affari penali del ministero della Giustizia, uno che negli Anni Settanta e Ottanta ha condotto le principali inchieste contro le formazioni del terrorismo nero: «I gruppi di naziskin sono perseguibili solo facendo riferimento a reati specifici, cioè il porto d'arma impropria, le lesioni, la rissa; reati leggeri, che non prevedono l'arresto». Per chiudere le sedi, perseguire le associazioni che si richiamano alle svastiche e alla «purezza della razza» servirebbe dell'altro. «La contestazione di reati associativi - aggiunge D'Ambrosio - si può fare facendo ricorso, ad esempio, alla norma che vieta la ricostituzione del partito fascista, oppure ad una convenzione internazionale, ratificata dal nostro Paese, sull'incitamento all'odio razziale. Ma tali contestazioni sostenute da reati specifici lievi sono difficilmente accettabili da ima corte togata». E introdurre un nuovo reato associativo antinaziskin, avvicinandosi così di molto al reato d'opinione, può addirittura rivelarsi controproducente: «Criminalizzando le "teste rasate" si rischia di spingere una moltitudine di ragazzini nella clandestinità e nella lotta armata. E' accaduto negli Anni Settanta con lo scioglimento di Ordine Nuovo, ci siamo ritrovati con i Nar». Le ipotesi su cui stanno già lavorando i tecnici dei due ministeri interessati sono varie. Tra queste quella di ideare una particolare aggravante per alcuni reati specifici quando questi sono commessi per particolari moventi come, ad esempio, i motivi razziali. In settimana ci saranno altri incontri tra i fun¬ zionari della Giustizia e dell'Interno, e Martelli ha ribadito ancora ieri l'intenzione di procedere in tempi rapidi all'approvazione delle nuove norme antinazi attraverso la «corsia preferenziale» in Parlamento: «Su un problema come questo sono certo che l'avremo». Le inchieste giudiziarie in corso interessano quasi tutte le regioni d'Italia, ci sono già più di cento denunciati (la polizia stima in un migliaio di persone i naziskin nell'intero Paese), e i reati ipotizati finora, a parte quelli specifici, sono la ricostituzione del partito fascista, l'apologia di genocidio, la propaganda antinazionale e l'associazione sovversiva. Dei due ultimi naziskin denunciati domenica alla pretura di Roma per l'aggressione ad un poliziotto, uno è rimasto in cella e l'altro è stato scarcerato. Il processo comincerà venerdì. Con Martelli che ipotizza un'unica regia dietro l'esplosione di violenza dei nuovi nazisti sembra essere d'accordo il segretario del pds Occhetto, che punta il dito sulla «simultaneità» delle azioni in tutta Europa: «Ci sono dei poteri, qualcuno che trama, una nuova strategia della tensione, forze di destra che si organizzano. Occorre intervenire per mettere sotto controllo questo fenomeno». Il leader della Quercia sostiene che le leggi ci sono già: l'ha scritto in una lettera al ministro dell'Interno Mancino, dove chiede che venga applicata la norma contro l'apologia di fascismo, «che significa anche razzismo e nazismo». L'ideologo della Lega Gianfranco Miglio, invece, non si preoccupa: «I naziskin sono quattro gatti, sono come un pidocchio che sotto la lente di ingrandimento diventa un drago... ma sempre pidocchio rimane». Le «teste rasate» dilagano anche dentro gli stadi, infiltrati tra gli ultra, ma il presidente della Federcalcio Matarrese dice: «Ci sono controlli seri e sintonia con le forze dell'ordine; i fenomeni razzisti sono quelli che noi verifichiamo all'esterno degli stadi, non all'interno». Giovanni Bianconi

Persone citate: D'ambrosio, Gianfranco Miglio, Loris D'ambrosio, Mancino, Matarrese, Occhetto

Luoghi citati: Europa, Germania, Italia, Roma