Anche un condominio tra i gioielli in vendita
Anche un condominio tra i gioielli in vendita Sono 6 gli immobili torinesi del piano Amato Anche un condominio tra i gioielli in vendita Primo «gioiello», un palazzo a sei piani in corso Rosselli 115, interno 8/E: ventidue appartamenti abitati da altrettante famiglie. Secondo «gioiello», l'isolato tra via Confienza, via Mercantali, via Meucci e via Bertolotti, pieno centro, dietro piazza Solferino, dov'è stata la prima sede dell'Azienda di Stato per i servizi telefonici: sono due palazzi, uno con ingresso in via Confienza 10, l'altro in via Mercantai 9, oggi sede di uffici. E poi un deposito per autoveicoli a Orbassano, il deposito artiglieria all'ex campo volo di Rivalta, la caserma Clemente Henry di Susa. Sono sei i «gioielli di famiglia» che lo Stato mette in vendita a Torino e provìncia nell'ambito dell'operazione «Immobiliare Italia» prevista dalla legge sulle privatizzazioni. Sei i beni patrimoniali torinesi (in tutta Italia sono 114) che, iniziato l'iter di cessione, contribuiranno a rimpinguare le casse del Paese di un acconto previsto in 3 mila miliardi di lire entro il 31 dicembre prossimo. «E noi dove ci mandano? Ci sfrattano? Perdiamo la casa?» si domandavano ieri sera gli inquilini in corso Rosselli 115, tutte famiglie di dipendenti del ministero delle Finanze. «Piuttosto chiedo un anticipo sulla liquidazione e l'alloggio me lo compro io», già si accalorava Anna Maria Caprio, combattiva impiega- ta della dogana, 23 anni di servizio e nessuna intenzione di lasciare questo palazzo. Perché tanto attaccamento? Sarà pure vero, come dicono quelli che ci abitano, che a questa scala gli inquilini sono affezionati: tutti conoscono tutti, si danno del tu, si fidano uno dell'altro. Mai una lite in assemblea di condominio, mai un motivo di contrasto. Ma buona parte dei timori nascono, inutile negarlo, dal possibile danno economico legato all'annunciata cessione: ora viene praticato l'affitto a equo canone, con uno sconto del 40 per cento sulle rate mensili, che oscillano, a seconda delle dimensioni degli appartamenti, dalle 200 alle 600 mila lire. Fra gli inquilini c'è una certa preoccupazione: «Se ci compra un'immobiliare siamo fritti». Il caposcala, Angelo Sciolti, impiegato al catasto, stenta a crederci: «Erano mesi che circolavano voci di vendita dei beni di proprietà dello Stato. Ma quando avevamo chiesto informazioni ci avevano risposto che i cosiddetti "palazzi di servizio", come questo, non sarebbero rientrati nel piano del governo Amato. Ora ci auguriamo che, prima di rivolgersi ad altri, lo Stato chieda a noi inquilini se siamo interessati all'acquisto dell'alloggio, dove pensavamo di vivere fino alla pensione». I due palazzi in via Confienza e in via Mercantini che sono stati sede della Sip
Persone citate: Anna Maria Caprio, Henry Di Susa, Sono
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