Boris tuffo nella vittoria

Boris, tuffo nella vittoria Ivanisevic è grande, ma Becker lo è di più e va in finale Boris, tuffo nella vittoria Sampras ko, oggi sfida con Courier FRANCOFORTE DAL NOSTRO INVIATO Standing ovation, la chiamano gli inglesi. Tutti in piedi ad applaudire, è il massimo dell'omaggio. Quella per Boris Becker è durata due minuti, finché lui ha lasciato la scena del trionfo salutando il suo popolo con la racchetta. Qualcuno, dall'alto della balconata, gli ha tirato addosso due fiori gialli. Nel box dei famigliari, la bella Barbara, mulatta, rispondeva con i sorrisi ai sorrisi della gente. Presto sposerà Boris, chissà, ma intanto si prende i complimenti. Qualche mese fa, ai tempi di Wimbledon e del grande sonno, quando l'eroe non beccava palla, le stesse persone, magari, le davano la colpa di tutto: era lei, che distraeva il campione dai suoi doveri verso il tennis. Mah, dobbiamo riconoscere che il mondo è proprio pazzo. Dopo aver messo in ginocchio Stefan Edberg, che pure non è un pivello, Boris Becker ha piegato la resistenza di Goran Ivanisevic, tipo tosto e niente affatto arrendevole. E' stata la partita più lunga del torneo (2 ore e 2C), e anche la più bella. E l'omaggio reso dalla folla al suo eroe ritrovato è stato insieme l'omaggio dei fedeli della racchetta al gioco del tennis, in verità un poco bistrattato in questi ultimi giorni. Già nascevano seminari, su questa storia delle su- perfici veloci che rendono il gioco noioso, e persino processi ai protagonisti. E' bastato un grande match per spazzare via tutto. Capitava così anche ai tempi di Maradona, per esempio: tante parole, attacchi, accuse, malumori, e poi Diego andava in campo e segnava e la gente dimenticava di colpo ogni cosa. Ieri Ivanisevic è stato bravo. Ha servito 23 ace, ha perso una sola volta la battuta, l'unica in tutto il torneo, ha giocato passanti e volée, ha picchiato duro, è stato insomma un degno avversario. Ma Boris ha giocato meglio, specie nelle occasioni importanti. Ha avuto fortuna, è stato l'amaro commento di Go¬ ran alla fine, ma non ci sembra che il croato, di solito così leale, abbia descritto correttamente partita e avversario. Il quale, fra l'altro, appartiene alla sua stessa scuderia, curata da quel grande istrione di Ion Tiriac. Qualcuno, data la situazione, aveva persino avanzato il sospetto, ma è solo un sospetto, che due settimane fa a Parigi Bercy Ivanisevic avesse lasciato via libera a Boris per fargli guadagnare i punti necessari a risalire fino al settimo posto in classifica. Che insomma gli avesse aperto le porte della Festhalle. Storie. A Goran la sconfitta brucia ancora, e quella di ieri ha aggiunto altro sale alla ferita. Boris ha presentato il conto a Goran nel tie-break del terzo set tuffandosi per la volée vincente, come ai bei tempi, ole. Era il quinto match point, gli altri quattro erano stati annullati dal croato con tre ace e un passante impossibile. Oggi Becker compie 25 anni e tutti possono immaginare la bolgia che ci sarà nella Festhalle e il regalo che il giovanotto intende farsi per festeggiare degnamente. In finale avrà Jim Courier, che Boris finora ha incontrato cinque volte battendolo sempre. Big Jim a dispetto dei pronostici che lo davano sconfitto, lui che pure è il numero 1 al mondo, ha approfittato della giornata storta di Pete Sampras, non nuovo a simili black out mentali, e gli ha dato una bella lezione. Courier sembra un mezzo tontolone, così a vederlo, ma a differenza del rivale sa far lavorare il cervello. Ha capito che la battuta è decisiva, su questa superficie, e anziché piangere sui suoi guai ha cercato di risolverli. Forse è venuto ad allenarsi di notte, fatto sta che ha servito più ace di Pete, 17 contro 12, dimostrando poi forza mentale e freddezza nei due tie-break. Sampras, al confronto, sembrava un budino. Cario Coscia Semifinali: Courier-Sampras 76 (7-5), 7-6 (7-4); Becker-Ivanisevic 4-6, 6-4, 7-6 (9-7). Becker compie proprio oggi 25 anni e vuole festeggiarli a Francofona conquistando il successo nelle finali Atp

Luoghi citati: Francoforte, Parigi