Partite frizzanti ecco l'antidoto di Bruno Bernardi

Silenzi, la voglia matta di essere grande Silenzi, la voglia matta di essere grande «Ho tanto aspettato una domenica così e non posso fallire» TORINO. Ha la febbre, ma non quella da derby. Una banale e leggera influenza non impedirà a Emiliano Mondonico di vivere, intensamente, la sua quinta stracittadina sulla panchina del Torino. E' allegro, sicuro di sé. Tutto è chiaro, la formazione è scontata, impossibili le trappole, anche per un fine stratega come Mondonico: «L'unico errore da evitare è quello di non essere Toro, ma in un derby è il rischio minore. Conterà non perdere i duelli e poi ci vuole qualcosa in più». E annuncia Annoni su Casiraghi: «Enrico preferiva... Roberto Baggio. E Bruno andrà su Vialli per evitare situazioni compromettenti come un anno fa. Mi vergognai di non essere stato capace di anticipare i tempi». Ieri mattina, al Filadelfia, nel chiuso degli spogliatoi, ha pre¬ parato la sfida parlando per un'ora alla squadra e soffermandosi sui calci piazzati. Le parole del tecnico hanno impressionato Andrea Silenzi, uno dei due granata debuttanti nel derby. L'altro è Sergio che, però, ne ha già disputati con la Lazio. Assente Aguilera, Mondonico spera di dare scacco matto alla Signora con le «torri» Casagrande e Silenzi. «C'è una trepidazione incredibile e la carica dei compagni è contagiosa anche per me che non ero abituato a vigilie simili: questo derby segnerà, in positivo o in negativo, la stagione e dobbiamo vincere anche per i nostri sostenitori», dice il gigante romano. Da ragazzo tifava per la Roma e per Pierino Prati, il suo idolo. «Quando lo vedevo in allenamento ero il bambino più felice della terra, volevo diventare come lui», ricorda Silenzi che, fisicamente, ha qualcosa in comune con l'ex bomber. Solo una volta andò all'Olimpico per il derby con la Lazio di Chinaglia. Finì 0-0. «Mio padre, che verrà al Delle Alpi, non mi portò più perché riteneva fosse pericoloso, poi ho cominciato a giocare e la domenica ero impegnato», sospira. Confessa che, la settimana del derby, era molto eccitato. Avrebbe voluto disputarlo con la maglia giallorossa ma non è stato profeta in patria ed ha seguito altre strade. Dalla Lodigiani all'Arezzo, poi a Reggio Emilia. E c'è Reggiana-Parma nel suo curriculum: «Roba da ridere rispetto a Toro-Juve». Pensava di giocare nel derby senza la squalifica di Aguilera? «So che per l'allenatore e per il Toro sono importante», taglia corto. E quando gli dicono che Mondonico lo ha segnalato a Sacchi, si schermisce: «Lasciamo perdere». Lui, la Juve l'ha già incontrata tre volte con il Napoli di Maradona: una vittoria 5-1, con due gol, in Supercoppa al San Paolo, un pareggio 1-1 in casa e una sconfìtta 3-1 al Delle Alpi in campionato. Paura? Sgrana gli occhi e abbozza un sorriso: «No, rispetto per Kohler e per una grande squadra che un tempo si nominava con timore, ora un po' meno». Il Toro, secondo, ha un punto in più. E' un fatto contingente o è davvero più forte? «Lo sapremo dopo», glissa Silenzi. Non c'è un bianconero che lo preoccupa più di altri: «Tutti possono essere decisivi». E chi sarà l'uomo-derby del Toro? «Va bene pure Marchegiani, ma io sogno Silenzi». Bruno Bernardi

Luoghi citati: Filadelfia, Lazio, Parma, Reggio Emilia, San Paolo, Torino