Alle aste di Ginevra un fiume di miliardi

Alle aste di Ginevra un fiume di miliardi Guerra fra vip, nababbi e sceicchi Alle aste di Ginevra un fiume di miliardi Battute-record da Christie's e Sotheby's per diamanti, smeraldi e collier GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO La recessione mondiale e l'instabilità monetaria giocano a favore delle aste ginevrine «di Christie's e Sotheby's. Ogni vendita di gioielli è un successo. I mercanti internazionali preferiscono pagare oggi quello che «fra qualche anno sarà alle stelle». Giovedì sera, all'hotel Richemond, per Christie's è stata una notte di follie, presenti tutti i vip mondiali, dal gioielliere Laurence Graff di Londra allo sceicco Ahmed Fitaihi dell'Arabia Saudita, a collezionisti privati giunti da Hong Kong e Singapore. Un anello con rubino di Burma da 12,10 carati è balzato in un minuto e mezzo di contesa agguerrita a due miliardi e 800 milioni (conquistato da un privato europeo); è il quarto più caro al mondo. Per un diamante rettangolare, 35 carati, «purissimo» si è scatenata una bagarre di urla nei rilanci fino a due miliardi e 600 milioni, e due miliardi e mezzo ha speso un americano per portare nella sua cassaforte un collier di 17 diamanti tondi grossi come nocciole separati da baguette, firmato Carrier. Gli italiani hanno tenuto alta la bandiera dei nababbi: un collier del 1880 con otto zaffiri antichi del Kashmir e diamanti sta per varcare le nostre frontiere; è stato pagato da un commerciante 770 milioni. E' tra i primi dieci top lot dell'asta. Mercoledì sera, con Sotheby's, è nata una nuova stella, «the Red Sea Star», la stella del Mar Rosso. E' un diamante, taglio a smeraldo, peso 50,83 carati. Lo sceicco Ahmed Fitaihi lo ha pagato quattro miliardi e Gloria von Thu mezzo e ne era così felice che 12 ore dopo l'acquisto aveva già dato il nome alla sua ultima conquista. E' il quarto più grande diamante al mondo con taglio a smeraldo. Lo sceicco non è un novellino negli acquisti. L'anno scorso aveva comprato in asta un diamante eguale, ancora più grosso (80 carati), «The Jeddah Bride». Un anello con rubino ottagonale da 17,51 carati ha spuntato un miliardo e 700 milioni, lentamente, quasi con fatica, di 100 in 100 milioni: ha vinto, con caparbietà, un collezionista che ha usato il telefono per t il so topproteggere il suo anonimato. In sei secondi, invece, una donna si è aggiudicata un anello con uno zaffiro dello Sri Lanka, 50 carati: un miliardo e 200 milioni. Michael A. Gumuchdjian, commerciante con sede in Svizzera, ritiene di aver comprato «bene»: «Un gioiello o una a è come un qua pietra preziosa è come un quadro; deve essere raro e di alta qualità e deve piacere a chi lo paga. Quest'anno eravamo di fronte a una scelta: acquistare pietre da un carato (1000-3000 dollari) più richieste oggi o preferire le più belle e più care. In asta io ho deciso: meglio la pietra top comprata su un mercato non troppo forte come è l'attuale. Fra qualche anno, non uno, non due, ma otto, dieci, quindici, darà il suo buon risultato». Ma la principessa Gloria von Thurn und Taxis aveva bei gioielli storici, non pietre rare, ed ha avuto egualmente successo (19 miliardi). «Lei ha speso il nome e la storia della famiglia più ricca e nobile della Germania per conquistarlo» dicono a Ginevra le malelingue. Simonetta Conti Gloria von Thurn

Persone citate: Carrier, Laurence Graff, Michael A. Gumuchdjian, Simonetta Conti

Luoghi citati: Arabia Saudita, Burma, Germania, Ginevra, Hong Kong, Londra, Singapore, Svizzera