Ghidini il giorno delle condanne
Ghidini, il giorno delle condanne Brescia, concessa un'attenuante ai rapitori per aver proposto risarcimento Ghidini, il giorno delle condanne «Diciassette anni» e levino china il capo BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Non cambia faccia ma china il capo Vittorio Ierinò, capo cosca di Gioiosa Jonica, mentre il giudice Giuseppe Ondei, alle dieci in punto, legge le condanne per il sequestro di Roberta Ghidini: 17 anni e 6 mesi più tre di libertà vigilata. Non si muove Salvatore Agostino: 17 anni e 4 mesi. Tiene gli occhi bassi Cosimo Franco: 14 anni; e li tengono puntati sul giudice, Salvatore Bava (12 anni e 6 mesi) e Giovanni Fama (11 anni e 4 mesi). Immobile persino Antonio Schirripa, che rischiava una decina di anni per concorso, e si ritrova assolto «perchè il fatto non sussiste»: incassa i dieci mesi di reclusione per favoreggiamento e si guarda le scarpe. Finisce in questo acquario di silenzio, dopo quattro udienze e un paio di ore di camera di consiglio, il processo in rito abbreviato a questa pattuglia di sequestratori venuti su dall'Aspromonte a prendersi Roberta Ghidini, ore 7,20 del 15 novembre di un anno fa, impacchettarla con il filo di ferro, sdraiarla dentro a una Lancia Thema color oro, pensando a un riscatto di 7 miliardi. Condanne scontate, ma con almeno una novità. Per la prima volta un tribunale accoglie il risarcimento del danno offerto dagli imputati e dunque conteggia tra le attenuanti quei 106 milioni depositati da Ierinò e soci, anche se la famiglia Ghidini li ha già rifiutati. Antonio Chiappani e Guglielmo Ascione, i due pubblici ministeri che hanno ricostruito il rapimento, svelato le singole responabilità e ottenuto le condanne, hanno il sorriso di chi ha vinto: «Questa volta i sequestratori della 'ndrangheta, anziché incassare un riscatto, lo hanno pagato». Niente sorrisi, ma solo furori, dagli avvocati difensori che speravano di incassare «congrui sconti di pena» per la «spontanea liberazione della sequestrata». Niente da fare. Roberta è stata liberata non per il ravvedimento della banda, ma per il suo accerchiamento. «Con questa sentenza dice dietro a occhiali neri Salvatore Staiano, difensore di Bava - nessuno rilascerà più gli ostaggi». E prova a buttarla in politica Antonio Cersosimo, avvocato di Ierinò: «Abbiamo rispetto per Roberta, ma questa è una sentenza di compromesso con l'opinione pubblica e la Lombardia». Rincara: «E' un clamoroso errore giudiziario. Il mio cliente, che ha liberato senza riscatto, aveva diritto a una pena inferiore». Promette: «Ricorreremo in Cassazione». Lontano da tutti - mentre i blindati dei carabinieri ingoiano uno dopo l'altro gli uomini della cosca (tornati nervosi visto che appena fuori dall'aula prendono a calci un fotografo) - Roberta Ghidini ha una crisi di pianto. Tutta la famiglia (che non ha voluto neppure presentarsi parte civile) è rimasta nel villone di Centenaro, 20 chilometri da Brescia. Roberta compare per un attimo in giardino, maglione, occhiali da sole, magra. Dice solo: «Non voglio ricordare». Un anno fa girava incappucciata tra i sentieri e le forre dell'Aspromonte, tirata da Vit- torio Ierinò, l'uomo «con un grosso anello d'oro al mignolo», che lei doveva chiamare «il generale». Trenta giorni di buio, otto nascondigli, fino a quella notte del 14 dicembre, quando venne incatenata in una villetta di Roccella Jonica e lasciata lì perché la polizia venisse a liberarla. Si sa tutto (o quasi) di questo sequestro. Resta una sola ombra sulla trattativa che lo concluse. Ierinò disse di avere ricevuto dagli investigatori 500 milioni. Poi smentì. E così pure Parisi, capo della polizia: «Non c'è stato alcun pagamento». E così pure il pm Chiappani: «Vincenzo Scotti, che era ministro dell'Interno venne a Brescia e ci disse: avete a disposizione 2 miliardi. Non li abbiamo mai usati. L'indagine non ha avuto bisogno di incentivare collaborazioni o pentimenti. Questa sentenza lo dimostra». Sentenza che arriva via telefono in casa di Roberta Ghidini. La madre dice: «Spero che con oggi si chiuda questa storia». Il padre: «E' finita, finalmente». Il fratello Alessandro: «Questa sentenza ci soddisfa». E Roberta? Ha gli occhi rossi, dice solo: «No, non mangio, vado a letto». Pino Co Roberta ha atteso il verdetto a casa Adesso dice solo: «Non voglio ricordare» Critici gli avvocati difensori «Ora l'Anonima non libererà più ostaggi» A fianco Roberta Ghidini con la madre il giorno della liberazione, sotto il suo rapitore Vittorio Ierinò mentre esce dall'aula dopo il verdetto Roberta Ghidini assieme al fratello nel giardino della villa dove ha atteso la sentenza per i rapitori che la sequestrarono il 15 novembre del 1991 e la liberarono solo dopo aver ottenuto il riscatto
Luoghi citati: Brescia, Cersosimo, Lombardia, Roccella Jonica
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Il Governo inizia la propaganda per il prestito
- La propaganda pel Prestito Nazionale
- Roma/A 24 ore dalla sparatoria in cui Ú morto il neofascista
- Due arresti a Roma scoperto l'arsenale Nar
- Quei «portaborse» orfani di Bettino
- I i l ti ittScambio di telegrammi fra il Duce e il Gran Muftì
- I temerari che volano sull'acqua
- Truffa atomica, allarme
- Due cugini asfissiati dal gas
- Droga, dieci arresti
- Il Governo inizia la propaganda per il prestito
- Bimbo avvolto dal fuoco è salvato dalla nonna
- Roma/A 24 ore dalla sparatoria in cui Ú morto il neofascista
- La propaganda pel Prestito Nazionale
- Ma Ciano non ascoltò il suo ambasciatore
- Mlnghellq, il primo serial killer
- Signora accusata di truffa alla società d'assicurazioni
- Provino mundial (21,IVI ) a Wembley per l'Italia
- Due arresti a Roma scoperto l'arsenale Nar
- Quei «portaborse» orfani di Bettino
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- La tragedia della transessuale Richards
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Iniziato il processo per i «balletti verdi»
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Alberto Talegalli e due amici uccisi nell'auto che si schianta contro la spalletta d'un ponte
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy