«Guerriglieri, è ora di gettare le armi»

«Guerriglieri, è ora di gettare le armi» Colombia, il Premio Nobel con 50 intellettuali chiede la riconciliazione «Guerriglieri, è ora di gettare le armi» Appello di Garda Màrqptez: troppi morti inutili SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO «Signori della Coordinación guerrìllera Simon Bolivar, anche se alle origini la vostra guerra era comprensibile, nel corso degli anni ha provocato un numero incalcolabile di morti inutili... Invece di promuovere l'uguaglianza sociale, con la lotta armata avete solo contribuito a trasformare la Colombia in un campo di battaglia... La guerriglia ha perso oggi ogni senso storico. Riconoscerlo sarebbe una vittoria politica». L'inedito appello a deporre le armi rivolto ai guerriglieri è stato pubblicato ieri sui principali giornali colombiani, firmato dal Premio Nobel per la letteratura Gabriel Garcia Màrquez e da ima cinquantina dei più noti intellettuali del Paese. Tutta gente di sinistra, che ha guardato a lungo con favore alle migliaia di giovani che hanno impugnato i mitra e sono saliti sulle montagne. Una guerra senza fine cominciata all'inizio degli Anni 60. Ma oggi i calcinacci del Muro di Berlino sono arrivati sin qui. Dopo una escalation di attentati, sabotaggi, omicidi e sequestri di persona, che negli ultimi mesi hanno causato centinaia di vittime tra soldati, poliziotti e civili, due settimane fa il presidente Cesar Gaviria ha decretato lo stato d'emergenza, dichiarando «guerra totale» ai «cani rabbiosi» della Coordinación guerrìllera. E, per la prima volta, anche intellettuali che nel recente passato avevano «flirtato» con la lotta armata stanno duramente criticando i compagni di un tempo. «La guerriglia - ha scritto sulla rivista "Semana" Antonio Caballerò, uno dei firmatari dell'appello - si è trasformata in bande di delinquenti, che si dedicano quasi esclusivamente ai sequestri di persona ed hanno provocato l'annichilimento del¬ la sinistra». Da qui, la decisione di Garcia Màrquez e del gruppo di intellettuali di rivolgersi ai guerriglieri, chiedendo loro di smettere di sparare e di ricominciare i negoziati di pace con il governo, interrotti a maggio. Un appello che difficilmente sarà ascoltato dai 10 mila orfani della guerra fredda ancora arroccati sulle montagne, ma anche dal governo, intenzionato ad utilizzare il pugno di ferro. Secondo alcuni giornali, la firma di Garcia Màrquez in calce all'appello andrebbe interpretata come un appoggio al presidente Gaviria. Ma Hernando Corrai smentisce: «Cerchiamo una soluzione politica alla guerra civile, come in El Salvador». Conferma Antonio Caballerò: «Siamo cambiati noi ed è cambiata la guerriglia. Ma non è cambiato il Paese, con i bambini che continuano a morire di fame». Gianluca Bevilacqua

Persone citate: Antonio Caballerò, Cesar Gaviria, Gabriel Garcia, Garcia Màrquez, Gaviria, Gianluca Bevilacqua, Hernando Corrai, Simon Bolivar

Luoghi citati: Berlino, Colombia, El Salvador, San Paolo