Fiat, nessun'altra chiusura

Fiat, nessun'altra chiusura Garuzzo a «Milano Italia»: il nostro obiettivo è la clientela Fiat, nessun'altra chiusura Il direttore generale del gruppo: restiamo competitivi «Andiamo al Sud ma siamo una realtà internazionale» TORINO. «Quello che conta nell'economia sono i clienti. Il problema della Fiat, che resta comunque un gruppo forte, anche rispetto ai suoi concorrenti, non è certo quello di essere controllata da una famiglia, la famiglia Agnelli, ma quello che si vendono meno automobili». Per Giorgio Garuzzo, da oltre un anno direttore generale della Fiat ma da pochi giorni responsabile di tutte le attività industriali, quello di ieri sera è stato una sorta di «battesimo del fuoco» televisivo. Nell'edizione torinese di «Milano Italia», la trasmissione della terza rete Rai condotta dal giornalista Gad Lemer, è stato proprio Garuzzo l'ospite - e quindi, come sempre, anche un po' il bersaglio - del dibattito della serata, prescelto da Lerner per concludere la settimana a Torino: «Mamma Fiat dentro la crisi». Secondo Garuzzo «l'attuale situazione di crisi sarà superata vittoriosamente da chi avrà più frecce al proprio arco» al momento della ripresa economica. «E la Fiat è forte e competitiva. Naturalmente deve far sempre di più, andare oltre. Ed è in questo quadro, ma solo se fosse necessario, che il gruppo potrebbe pensare a qualche cessione, qualche amputazione dolorosa (tra il pubblico in sala si ipotizzava la vendita della Rinascente, ndr) pur non avendo in corso alcuna trattativa». «Morbida», quindi, e strategica, l'introduzione di Garuzzo: la Fiat si considera solida ma non sottovaluta le difficoltà del momento. Il fuoco di fila delle domande e delle provocazioni è stato però pressante: in sala, molti operai cassintegrati di Chivasso, qualcuno di Mirafiori, qualcun altro di Verrone, quasi tutti delegati sindacali, in rappresentanza dell'universo Fiat. Punto dolente, gli errori del passato. Bordate critiche contro la qualità del prodotto, contro gli investimenti destinati solo al processo produttivo e non alla gamma, critiche in stretto gergo «sindacalese» all'insufficiente coinvolgimento della base ope- raia nei processi produttivi. Ad una critica più severa delle altre contro le auto Fiat a paragone con quelle straniere, Garuzzo replica duramente: «Nessun operaio giapponese o tedesco andrebbe in tv a parlare male del suo prodotto»; un segretario sin- dacale lo accusa di aver usato un «tono minaccioso», un altro gli contesta di non accettare critiche, Garuzzo respinge gli attacchi, Lerner riprende il filo della discussione prima che il china degeneri. «Noi non abbiamo alcun diva- rio nei confronti dei nostri concorrenti stranieri, altrimenti non venderemmo un milione di auto - afferma Garuzzo -. Ma il mondo della produzione sta cambiando, e noi con lui». A chi insinua che altri stabilimenti, dopo Chivasso, potranno chiudere Lemer ricorda che la Fiat ha reimpiegato tutto il personale della ex Lancia e Garuzzo replica che no, non ci saranno altre chiusure. Il direttore generale ricorda i 13.400 progettisti che lavorano in Fiat, la nuova gamma di modelli che arriverà sul mercato. Gli ultimi fuochi sono contro la decisione Fiat di investire al Sud con lo stabilimento di Melfi. Garuzzo replica con le cifre: «In Piemonte abbiamo 100 mila dipendenti, 60 mila nel Centro Nord, altrettanti ne avremo al Sud con Melfi, 60 mila in Europa fuori Italia, 70 mila fuori Europa: il gruppo Fiat è tutto questo, tutto insieme. La Fiat è una realtà internazionale competitiva il cui successo dipenderà da come riuscirà a cogliere le future opportunità del mercato». E ai sindacalisti che chiedevano con insistenza «maggior partecipazione» della base nelle scelte aziendali Garuzzo replica: «D'accordo, la qualità si fa sia con gli impianti che con gli uomini, ma l'impegno deve essere bilaterale». Lerner provoca, sornione: «Ingegnere, si è arrabbiato troppo stasera». E Garuzzo conclude: «Al contrario, mi sono divertito: ho potuto finalmente dire come la penso». [r. e. s.] La qualità totale si fa con gli uomini Accanto da sinistra Giovanni Agnelli presidente della Fiat e l'amministratore delegato Cesare Romiti A sinistra il direttore generale della Fiat Giorgio Garuzzo