«Cara, meravigliosa, stupida amica» Ecco l'amante segreta di Babel

«Cara, meravigliosa, stupida amica» Ecco l'amante segreta di Babel L'attrice Tamara Kasirina rievoca il suo tempestoso rapporto pubblicando 171 lettere dello scrittore «Cara, meravigliosa, stupida amica» Ecco l'amante segreta di Babel EA storia di un amore appassionato e crudele, vissuto da Isaak Babel, scrittore tra i più celebri di questo secolo, e insieme tra i più misteriosi, ci viene rivelata da 171 lettere e da altri documenti, finora inediti. Crolla così la difesa di Babel, quel suo ostinato trincerarsi dietro le reticenze, quel celare i suoi piani, i pensieri, i veri sentimenti, quel nretendere con vari pretesti dalla donna amata - l'attrice Tamara Kasirina-Ivanova, che oggi ha 92 anni - un silenzio totale sui loro rapporti, sia sereni sia conflittuali. Nel 1925 Isaak Babel ha trentun anni, la sua opera principale, l'Armata a cavallo, è uscita tra il 1923 e il 1925 su giornali e riviste di Mosca, è dello stesso periodo il ciclo Racconti di Odessa, lo scrittore è sposato con Evgenija Gronfajn, ha una figlia, Tanja. In casa del giornalista Vasilij Reginin, Babel incontra Tamara Kasirina, un'attrice venticinquenne del Teatro Mejerchold. Tamara studia nei Laboratori di regia, sta imparando la biomeccanica, la boxe, la scherma, dirige circoli teatrali nei club degli operai e dei soldati, scrive articoli critici. E' sposata con il giurista Nikolaj Nevrev e ha una bambina. Tra l'attrice e lo scrittore nasce subito una relazione, complicata e drammatica sin dall'inizio: lei, ingenua, profondamente innamorata, crede a Babel quando questi l'assicura che non ha mai amato veramente prima. Lui però esige la massima segretezza: sta cercando di mandare all'estero la moglie, se lei scoprisse che il marito ama un'altra, potrebbe non partire. Il sospetto che Babel intenda raggiungere Evge-, nija non sfiora Tamara. Insidiato ila menzogne e sotterfugi, il rapporto dura circa tre anni. Se ne trova la rievocazione nelle 171 lettere di Babel (comprese tra il 22 aprile 1925 e 1' 11 dicembre 1928), che Tamara, dopo molti rifiuti, si è decisa finalmente a pubblicare, essendosi convinta che «le lettere di Babel appartengono a tutta la cultura russa» (Tamara Ivanova Un capitolo dalla vita. Ricordi. Lettere di I. Babel. Commenti di Evg. Peremysleva, Oktjabr nn. 5-7, pp. 75). E le risposte di Tamara? Alla vigilia della sua partenza per Parigi, nel luglio 1927, Babel mandò tutte le lettere che aveva all'amica Anna Slonim, ma il plico forse non giunse mai a destinazione, oppure le lettere vennero bruciate nel 1937 quando imperversavano le purghe. Dopo una fuga romantica degli amanti a Leningrado, Tamara vive questo amore tra l'alternarsi di illusioni perdute, esperienze amare e precarie riconciliazioni. Babel viaggia continuamente, lei talvolta lo raggiunge ed è felice. Vi è un lungo soggiorno nei dintorni di Leningrado con la sorella e la figlia, Babel annuncia il suo arrivo, ma intanto provvede ad affidare Tamara alla scrittrice Lidia Sejfullina, che si rivela un'amica premurosa. Nel novembre 1925 Tamara è incinta, litiga con Babel, che le consiglia di abortire, poi perdona. Ma capisce che la speranza di condurre una normale vita di famiglia con Babel è vana. Nel luglio 1927 Tamara e Babel vanno in campagna dal loro figlio Misa: è il suo primo compleanno ed è l'ultima volta che il padre vede il bambino. Lo scrittore va quindi a Parigi, di qui annuncia l'intenzione di rompere definitivamente a Tamara, che nulla sospetta. Ma da uomo dilaniato dalle contraddizioni, Babel supplica poi lo scrittore Vsevolod Ivanov, che torna a Mosca, di recarsi da Tamara per convincerla a riprendere la corrispondenza. Nasce invece un amore nuovo, l'attrice e il geloso Vsevolod si sposano. A Babel non rimane che mandare lettere lamentose, nel novembre 1928 assicura che non tradirà mai la loro amicizia, quando poi si tratta di andare a Mosca per alcune formalità riguardanti l'alloggio di Tamara, rifiuta. Tamara indignata lo invita a interrompere ogni rapporto, ma lo scrittore, che vuol sempre avere l'ultima battuta, nel dicembre 1928 manda due lettere ancora: alla piccola Tanja, offrendole il suo aiuto e, come se nulla fosse, a Tamara, che ribadisce irritata il suo mai più. Si rivedono per caso a Parigi nel 1932, non si salutano nemmeno e i coniugi Ivanov cambiano albergo. Non basta: Tamara proibisce a Babel di rivedere per sempre il figlio Misa, ormai adottato da Ivanov. In quell'occasione viene addirittura alterata la data di nascita del bambino, affinché non possa mai scoprire il suo vero padre. Questa durezza non suscita alcun rimorso in Tamara, che invece si pente di aver preteso da Babel «l'impossibile». Rievoca ora la vicenda come se lei fosse una semplice lettrice: «Lui si allontanava dalla famiglia e si rifugiava presso di lei, ma lei esigeva la creazione di una nuova famiglia... Babel soffriva perché non poteva manifestare il suo talento né nelle condizioni, ostili alla creatività, dell'Unione Sovietica, né nel mondo borghese. In quei luoghi nessuno aveva bisogno della sua ispirazione. La creazione era però la base stessa della sua vita». Ambiguo, disinvolto, ironico l'atteggiamento di Babel verso Tamara, chiamata ora «mia cara, meravigliosa, amata amica» ora adura (stupida) più che straordinaria». Nelle brevi lettere il leit-motiv non è la tenerezza, spesso appena accennata, bensì il denaro, ovviamente scarso, perché Babel deve finanziare la partenza della sorella, della moglie e della madre, poi mandare del denaro all'estero alle parenti e deve anche mantenere Tamara: le domande affannate, ie promesse di invii figurano in molte missive. Esse formano un racconto autobiografico, in cui solo le difficoltà con la censura e la morte di Dzerzinskij, il capo del Gpu, ricordano che ci si trova nei primi anni dell'era di Stalin. I concisi commenti integrativi di Tamara rivelano la sua parte nella vicenda. Secondo tema, dopo la nascita di Misa il 13 luglio 1926, diventa l'amore paterno a distanza. Lia Wainstein Si incontrano nel '25, due anni dopo lui la scarica e subito si pente. Lei si sposa con un altro, gli vieta di vedere il loro figlio, lui continua invano a scriverle L'esercito zarista a cavallo che diede il titolo all'opera più nota di Babel («L'armata a cavallo») Nell'immagine a destra lo scrittore

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Odessa, Parigi, Unione Sovietica