GALFER
GALFER GALFER La selezione era drastica e non solo per il profitto... PRIMA C, anno scolastico 1956/57 al vecchio Galfer, cioè il liceo Scientifico Galileo Ferraris di corso Montevecchio. Un anno che Attilio Demitry, del '42, (poi laureato in giurisprudenza, celibe, per anni funzionario in compagnie di assicurazione), ricorda malvolentieri, non solo perché fu bocciato, ma per l'atmosfera della classe «dove non si davano grandi manate sulle spalle». Nella foto che pubblichiamo compaiono Tosco, Guzzi, Bota, Gilli, Ragazzi, Rolando, De Bernardi, Rolle, Deliacroce, Musso, Avagnina, Tasca, De Ferrari, Ribolzi, Caselli, Grinza, Lampreda, Aimo Boot, Castelli, Gros Pietro, Dezzani, Rizzi, De Alessi, Dorè, Valla, Benozzi, Beretta, Oris, Chiaberge, Soardo, Maria, Castellani. Era preside Giacomo Osella, detto «Barba Giaco», sua vice la severissima «più di fama che di fatto», Frida Grosso, insegnante di storia e filosofìa e sorella di Giuseppe poi diventato sindaco di Torino. «Il fatto che Grosso fosse stato compagno di università di mio padre - scrive Demitry - mi procurò la falsa nomea di raccomandato presso l'insegnante di lettere Del Pozzo, (che era moglie di un magistrato), che mi dimostrò subito palese ostilità anche perché i miei voti alle medie non erano brillantissimi. Comunque una volta mi feci fare un tema da un professore e la Del Pozzo mi diede 4, tanto per dire. A quel tempo in quel liceo la selezione era drastica anche per censo, non solo per profìtto... Fui invitato come altri a cambiare scuola perché non adatto. Lo dissero chiaro e tondo ai miei. Non lo feci e fui respinto dopo essere stato rimandato a ottobre con 5 di italiano e latino. Purtroppo l'orale di latino non fu regolare, perché il membro aggiunto al- l'insegnante della classe si era allontanato così rimasi nelle mani della mia "prof." Allora non esisteva il Tar e non potei difendermi... Tra l'altro ricordo, a proposito della "profia", che voleva che passassimo le domeniche ad ascoltare alla radio Marziano Bernardi, e tuonava con chi voleva far soldi per comprarsi l'automobile. Ricordo i compagni invece con simpatia, quasi tutti diventati ingegneri: Tasca che veniva a scuola in Flaminia con autista, Lampredi figlio del noto progettista Fiat scomparso da poco, Soardo che lavora all'Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris, Castellani che dovrebbe essere un medico specialista. Tutti i giorni tornavo a casa a piedi abitavo vicino a piazza Benefica - e facevo la strada con Rolle e Rolando. Negli ultimi anni ho incontrato per caso Grinza, che lavora nell'azienda di combustibili di famiglia, Ribolzi a cui mi legava l'alta statura, Gros Pietro, Chiaberge e Oria, incrociati all'Università, nei corridoi di Palazzo Campana; ho visto poi da lontano una volta Benozzi con la sua bella famiglia e i capelli già tutti bianchi, e Valla che aveva una piccola libreria di astrologia in via Volta. Voglio concludere ricordando in modo particolare quattro compagni. Due, De Alessi e Beretta entrambi già compagni alle elementari alla Vittorio Alfieri, e il secondo anche nelle medie alla Costantino Nigra. Altri due Guzzi, che emigrò a Bologna nel 1962, e il taciturno Rizzi, perché come me furono bocciati e ci ritrovammo nella sezione E dello stesso liceo dove nacquero amicizie durate oltre la scuola, e dove avemmo la fortuna di avere come insegnante di lettere, purtroppo solo per due anni, il bravissimo Stefano Jacomuzzi». Renato Scagliola
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