ANGELI DI BODROV di Sergio Trombetta

ANGELI DI BODROV INAUGURAZIONE ANGELI DI BODROV «Road movie» a Mosca tra belli e dannati LUI, Bob, è un giovane killer, pelle nera, motocicletta, faccia da bambino, labbra tumide che ricordano Marion Brando in «Il Selvaggio». E' innamorato della sua moto ed ha per mito «Easy Rider» perchè i protagonisti alla fine muoiono ma attraversano l'America da eroi. Lei, Nat, è una ninfetta dalle labbra carnose e grandi occhi neri, senza problemi a concedersi se serve per superare un ostacolo. Il suo mito è Madonna, le ha pure scritto: «Se mi paghi il viaggio vengo a lavorare per te». Si incontrano in cafeterie fumose, si amano in scantinati umidi e gocciolanti, corrono in moto ascoltano rock in discoteche affollate. Belli e dannati in America? No belli e dannati a Mosca, perché Bob e Nat sono i protagonisti di «Volevo vedere gli angeli» il film di Sergei Bodrov che inaugura, fuori concorso. Cinema Giovani. Bob (Aleksej Baranov), boxeur, assoldato dalla mafia di Saratov, arriva a Mosca per uccidere uno che ha sgarrato e incontra Nat (Nastalija Ginko), e lei non esista ad andarci subito a letto per impadronirsi della sua moto: ha bisogno di soldi. Di contorno: strade come nastri ghiacciati che attraver¬ sano deserte distese di neve. Periferie di Mosca con cavalcavia e sottopassaggi dalle luci gialle dove passano in continuazione auto e camion. Bande giovanili abbandonati da una cultura che da tempo non ha più nulla da dare loro. Squallore quotidiano di interni sovietici già visto in tanti altri film. Quarantatre anni, vincitore di cinemagiovani nel 1987 con «I non professionisti», il regista Sergej Bodrov era tornato a Torino nell'89 come membro della giuria e per presentare il suo film secondo film «Ser» dove raccontava la storia di un rtagazzo di 13 anni che scappa da una scuola per ragazzi difficili e va alla ricerca del madre che non ha mai visto ed è in prigione. Già allora dunque una sorta di «Road Movie», così come «sulla strada» è pure questo «Volevo vedere gli angeli». Qui però manca del tutto quel profondo senso di religiosità che pervadeva «Ser». Impegnato a descrivere la realtà del suo paese Bodrov è nato nell'estremo oriente dell'ex impero sovietico: a Khabarovsk, quasi in faccia al Giappone. A quindici anni con i genitori si è trasferito a Mosca. Dopo diverse esperiente, è entrato come operaio alla Mosfilm e di qui è entrato all'Istituto cinematografico. L'infanzia a Khabarovsk è stata felice e l'ha passata a contatto con una natura splendida. E questo amore per la natura torna nel suo lavoro. Non sarà un caso se «Volevo vedere gli angeli» finisce con l'eroe Bob, solo, in una distesa di neve, fra le betulle, accanto al fuoco e con il viso affondato nella neve a contatto con quella natura da cui si era ribellato. Sergio Trombetta

Persone citate: Aleksej Baranov, Bodrov, Ginko, Marion Brando, Sergei Bodrov, Sergej Bodrov

Luoghi citati: America, Giappone, Mosca, Torino