Grande fuga nella steppa

Grande fuga nella steppa In concorso «Bersaglio mobile» del regista kazako Temenov Grande fuga nella steppa PER le steppe del Kazakstan, in fuga dalla polizia politica, in cerca di rapporti veri. Nel dicembre dell'86 i sovietici sono ancora saldamente al potere ad Alma Atà, e le manifestazioni di piazza degli studenti sono duramente represse. Anche il giovane Sanzhar che ha manifestato contro i sovietici, come molti altri è stato filmato e identificato. Ora è ricercato. Lo avvertono mentre è intento a fare la doccia nel pensionato universitario. C'è appena tempo di prendere due stracci e fuggire. Mimetizzandosi fra la folla indaffarata di Alma Ata, scivolando lungo le monumentali costruzioni in stile neoclassico staliniano, svicolando quando si imbatte in una banda militare. Un treno e le grandi steppe, le distese sconfinate si aprono agli occhi del ragazzo, alternate alle immagini documentarie delle manifestazioni studentesche. E dal russo, lingua dei conquistarori, si passa al kazako, mentre dopo molto vagabondare il ragazzo arriva finalmente ad una cascina. Una donna, brusca, gli indica spicciamente il fienile dove passare la notte. Domani dovrà andarsene. Ma sarà difficile per Sanzhar abbandonare la casa della vecchia Zina, che si occupa della fattoria e fa la casellante a un passaggio a livello. Donna dura, sembra, ma poco per volta, il suo bisogno di dare amore, l'affetto che matura per Sanzhar hanno il sopravvento. Arriva il capo del kolchoz, Alibek con un personaggio molto influente e due ragazze allegre che dovrebbero essere carine con il boss, mentre Zina deve sgozzare subito il vitello per fare festa. Scene di vita contadina, mentre il legame fra il ragazzo e la vecchia si fa sempre più saldo e si scoprono nuove solidarietà. Zina viene a sapre che Sanzhar è ricercato per i fatti di Alma Atà e confessa al ragazzo di avere passato molti anni nel lager di Kolyma dove ha conosciuto il marito che ora è morto ed è sepolto accanto alla cascina. Un tentativo di Sanzhar di rimettersi in fuga abortisce rapidamente. Cade vittima di un gruppo di malfattori che lo picchiano a sangue, e il treno sui cui cerca scampo lo lascia proprio vicino alla casa di Zina. C'è anche un breve iddilio con una ragazza. Ma presto le cose pre- cipitano. Zina, licenziata da Alibek, muore di crepacuore, il giovane sostituice la vecchia al passaggio a livello. Ma la polizia è sulle sue tracce e alla fine lo pizzica. Autore di «Bersaglio mobile» è il regista kazako Talgat Temenov, uno dei più rappresentativi e interessanti della nuova ondata di realizzatori degli studi cinematrografici di Alma Atà, un fenomeno di grande interresse che si è sviluppato a partire dalla fine degli Anni 90. Laureatosi nel 1986 all'Istituto statale di Cinematrografia, Temenov è stato attore prima di diventare regista e nel corso degli Anni 80 ha anche pubblicato un romanzo e alcuni racconti. Ise.tr.] li giovane protagonista di «Bersaglio mobile» del kazako Temenov cerca di fuggire dal suo paese □

Persone citate: Alibek

Luoghi citati: Alma Ata, Alma Atà