«Storici oscuri e pedanti»

«Storici oscuri e pedanti» polemica. Cardini ai colleghi: lettori in fuga, è colpa vostra «Storici oscuri e pedanti» Castronovo: no, è un luogo comune Il A gente divora i libri di Montanelli e le biografie di Spinosa per colpa degli |Istorici italiani, che non U hanno nessuna sensibilità, nessuna vera intenzione di «comunicare»? In altre parole, il linguaggio dei nostri storici è davvero così ostico da respingere i lettori c mancare, quindi, a un dovere scientifico? L'accusa viene da Franco Cardini, storico del Medioevo, che nella sua rubrica sul Sabato spara una cannonata contro l'intera categoria. Colleghi, scrive, non lamentatevi se gli italiani preferiscono Montanelli o Spinosa: loro riescono a farsi leggere, voi no. I loro libri sono comprensibili e i vostri lo sono di meno. «E badate, non è detto che una cosa pedante e oscura sia per forza di cose più scientifica. Spesso è più pedante e oscura, e basta». Ma gli studiosi reagiscono compatti: in prima fila tre storici famosi, come Valerio Castronovo, Renzo De Felice e Pietro Scoppola. Ieri erano nello studio romano di Castronovo,. intenti a lavorare ad un progetto che è ormai in fase molto avanzata: una storia d'Italia in forma di documentario, con molte puntate, realizzata dall'Istituto Luce per la regia di Folco Quilici. E, dicono, se non è divulgazione questa... «Ci sarà il costume, la società, la famiglia, la mentalità, la psicologia collettiva, i grandi personaggi spiega Castronovo -. Abbiamo accettato di lavorare anche sulle immagini. E' un impegno molto stimolante, anche perché apparteniamo a tre scuole diverse. Un'esperienza unica, destinata a un pubblico vastissimo». Basta come risposta a Cardini? «Io apprezzo i suoi lavori prosegue Castronovo - ma quel che dice rischia di trasformarsi in un luogo comune. L'accusa contro gli storici torna ogni tanto. Certo, alcune opere si fanno leggere più facilmente, altre sono' più difficili. Nego però che questa sia una caratteristica di noi italiani». Il vero problema, secondo Castronovo, è un altro: «Il Paese rischia di perdere la propria memoria storica - spiega pensando forse agli svarioni che infiorano talvolta i discorsi dei leader leghisti -. Affrontare un lavoro come il nostro è un impegno civile». Cardini ha davvero torto? «Certo lui conosce gli storici meglio di me», risponde sornione Antonio Spinosa, che ha appena pubblicato la biografia di Pio XII. E dà man forte all'attacco: «La categoria è un pochino saccente. Io non sono mai stato criticato sul piano personale, anche se spesso si è usato il pedale del silenzio. Una citazione latina? Senatores boni viri, Senatus mala bestia: detto questo, ho un grande rispetto per gli storici. Noi narratori di storie in fondo serviamo per avvicinare i lettori ai loro libri. Che in alcuni casi sono chiarissimi: penso a Lucio Villari. In altri no». Lo sanno bene gli editori, che spesso si trovano a combattere contro linguaggi intricati, forse pedanti, certo oscuri. «Ma più alta è la qualità dello studioso, maggiore anche la limpidezza della sua scrittura» spiega Walter Barberis, responsabile per la storia dell'Einaudi. «Certo a volte si tratta di difficoltà obiettive, altre di vera e propria incapacità di spiegare con chiarezza in italiano. Ma noi vogliamo essere gli editori di studiosi che hanno ben presente la necessità di comunicare». E nelle «grandi opere», destinate a un pubblico più vasto, «l'intervento editoriale è d'obbligo». Le fatiche dell'«editor» rivelano che l'oscurità, nei testi accademici, non manca. Ma le accuse di Cardini dicono implicitamente che questo filtro non basta. In quali casi? «E chi lo sa. Secondo me aveva in mente qualche medievalista...», ironizza Luciano Canfora. Da buon antichista, propone un esempio un po' provocatorio: «Tucidide era già ritenuto oscuro dagli studiosi greci dell'età augustea, che pure parlavano la sua stessa lingua. Ed è un grandissimo storico». Per Canfora, bisogna distinguere: «Non tutte le oscurità sono sullo stesso piano. Quella dannosa è deprecabile, però non mi sembra una caratteristica della storiografia professionale. Penso al libro di Rosario Romeo su Cavour, a quello di Saitta su Filippo Buonarroti: pagine bellissime. Se invece parliamo di successo fra i lettori, ed è forse questo l'argomento vero di Cardini, allora dico che non c'è da preoccuparsi». E dall'antichità arriva un altro esempio: «C'erano tanti storici e tantissimi narratori di storie, che chiamiamo comunemente "romanzieri". Avevano un grandissimo successo, proprio come Spinosa e Montanelli, ma ora ne conosciamo quattro o cinque in tutto. Mentre gli storici sono sopravvissuti ai millenni». Basta per assolvere la categoria? JeanPierre Vernant ne è sicuro. Il grande storico francese trova semmai tratti di oscurità nei pensatori tedeschi. «Ma negli italiani no. Storici come Luciano Canfora o Carlo Ginzburg mi sembrano, pur nella diversità delle culture, sulla mia stessa lunghezza d'onda. C'è una comunità nel modo di porre i problemi. No, non sono affatto oscuri. E nemmeno pedanti». Mario Baudino Gli studiosi si assolvono «Il nostro è anche impegno civile» Sopra, Castronovo. Con De Felice (a destra) e Scoppola stanno ld Sopra, Castronovo. Con De Felice (a destra) e Scoppola stanno lavorando a una storia d'Italia per immagini Sotto, Antonio Spinosa In alto a destra. Franco Cardini oi no. I loibili e i vo«E badate, sa pedante di cose più ù pedante gli studio: in prima come Vazo De Feliio romano a lavorare rmai in fauna storia ocumenta, realizzaer la regia ono, se non .. «Ci sarà , la famipsicologia rsonaggi Abbiamo nche sulle gno molto ché appare diverse. destinata a o». a a Cardioi lavori ' ticato sul piano personale, anche se spesso si è usato il pedale del silenzio. Una citazione latina? Senatores boni viri, Senatus mala bestia: detto questo, ho un grande rispetto per gli storici. Noi narratori di storie in fondo serviamo per avvicinare i lettori ai loro libri. Che in alcuni casi sono chiarissimi: penso a Lucio Villari. In altri no». Lo sanno bene gli editori, che spesso si trovano a combattere contro linguaggi intricati, forse pedanti, certo oscuri. «Ma più alta è la qualità dello studioso, maggiore anche la limpidezza della sua scrittura» spiega Walter Barberis, responsabile per la storia dell'Einaudi. «Certo a volte si tratta di difficoltà obiettive, altre di vera e propria incapacità di spiegare lavorando a una storia d'Italia per immagini Gli studiosi si assolvono «Il nostro è anche impegno civile»

Luoghi citati: Italia