«La promozione si trasformerà in tangente»

«La promozione si trasformerà in tangente» «La promozione si trasformerà in tangente» Girone, re dei telesponsor, spara sulla legge Ma è anche colpa di Berlusconi: ha esagerato ON si capacita Paolo Girone, re dei telesponsor, che in queste ore di emendamenti governativi rischia di giocarsi la corona. Una battuta gli scappa proprio: «A noi ci ha rovinato Berlusconi», Sarebbe a dire? «Che ha esagerato. Troppi sponsor, troppa pubblicità. Troppo di tutto»., Si corregge: «Intendiamoci: Berlusconi è anche la vittima di questa raffica di emendamenti. E' chiaro che gli vogliono fare la guerra». Dondola e pensa, Girone, sulla poltrona del suo impero, la società Esse Vi: 150 dei 500 miliardi di sponsorizzazioni tv in Italia, sono roba sua. In portafoglio (oggi) ha il varietà di Pippo, il processo di Biscardi, i giochi di Jerry Scotti. Nel suo passato c'è «Fantastico». Nel suo futuro un punto interrogativo. Chi vuole fare la guerra a Berlusconi? «Santo cielo, un sacco di partiti vogliono penalizzarle, mica lo scopro io: il pds, per esempio, i repubblicani di La Malfa, i "repubblicani" di Scalfari». Ma Berlusconi ha esagerato oppure no? «Per carità, non mi faccia litigare un'altra volta con la Fininvest. Dico semplicemente che la tv commerciale ha abusato in quantità. Dico che ha trasformato la sponsorizzazione in spot snaturando tutto». Tutto cosa? «Uno sponsor sposa il program- ma: entra in spazi definiti, ci aggiunge un concorso a premi, e poi scompare. Questa è la filosofia della buona sponsorizzazione: promuovere un prodotto coinvolgendo il pubblico in un gioco». E invece? «Invece è successo il contrario: è il programma a sposare lo sponsor». Lei sta pensando a Mike Bongiorno? «Lui è il campione. Con il prodotto ci parla, ci danza. Dice: compratelo, è meraviglioso, anche quando si tratta di un pannolino». Dunque questi emendamenti vanno bene? «No. Assolutamente no. I signori senatori che li hanno votati non sanno nulla. Ma come? Un anno fa il galante Santaniello ha chiesto il parere di tutti gli esperti, compreso il nostro, per regolamentare le sponsorizzazioni nei programmi televisivi. Quattordici cartelle di regole, commi e sottocommi. Un lavoro preciso che mirava a rendere trasparente il mercato». Ma che è rimasto inapplicato, a 8 fit «Benissimo, allora correggiamo le forzature. Rivediamole insieme, applichiamole. E' un problema di affollamento pubblicitario? Discutiamone. No, si preferisce cancellare tutto. Questo è pazzesco e pericoloso». Pericoloso perché? «Perché si tornerà al regime delle tangenti». Prego? «Ma sì, quando le aziende, in cambio di una inquadratura, passavano la stecca ai registi, ai conduttori, agli operatori. E' questo che si vuole?». Dica lei. «Dico io sì. Per esempio: si è chiesto al pubblico cosa pensa di una ipotesi del genere? Lo sanno, i signori senatori, che i giochi a premio piacciono, divertono, coinvolgono? Lo sanno, i signori senatori, quanti soldi entrano nelle casse del ministero delle Finanze grazie alle sponsorizzazioni? Centinaia di miliardi. Vogliono cancellare tutto? Prego. Però sappiano che quello che buttano fuori dalla porta rientrerà dalla finestra. Ci saranno più spot e avremo perso tutti». [p. cor.] Silvio Berlusconi

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