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C'è un Di Pietro anche per Gonzalez SPAGNA Perquisizione di 6 ore alla sede del psoe C'è un Di Pietro anche per Gonzalez MADRID NOSTRO SERVIZIO Un magistrato del Tribunal Supremo (corrispondente alla nostra Corte Costituzionale), il giudice Marino Barbero, sta provocando non solo una vera e propria tempesta politica che mette sul banco degli accusati il partito socialista al governo per finanziamenti illegali, ma anche uno scontro con una delle più alte cariche della giustizia spagnola, il procuratore generale del Regno Eligio Hernandez. La posta in gioco è altissima: il prestigio e la onorabilità del psoe e l'indipendenza della magistratura. Il giudice Barbero, 63 anni, da pochi anni membro dell'Alta Corte (e curiosamente su proposta socialista) sta indagando da un anno sul cosiddetto «caso Filesa», una società controllata da due parlamentari del psoe, il deputato Carlos Navarro - uno dei responsabili delle finanze del partito socialista - e il senatore Josep Salas. Filesa, secondo quanto ha denunciato uno dei suoi ex impiegati, controllava una fitta rete di società, tutte dirette da uomini del psoe, il cui scopo era solo quello di ricavare fondi per finanziare clandestinamente il partito, attraverso banche e privati. Il Tribunal Supremo assegnò il caso al giudice Barbero; ma la Corte dei Conti, con una sentenza che provocò polemiche, scagionò il psoe, solo grazie al voto del presidente della Corte, nominato dal governo Gonzalez. Barbero, dal canto suo, nonostante le accuse dell'opposizione che lamentava la sua lentezza, procedeva nelle indagini. Chiese i documenti al psoe e a 70 aziende. Il partito rispose che tutta la documentazione era depositata nella Corte dei Conti. Ma la settimana scorsa ha perso la pazienza. Si è presentato nella sede centrale del Banco di Spagna ed ha ottenuto fotocopie di assegni. E ora ha fatto perquisire per sei ore la sede del psoe. La Corte Costituzionale ha deciso che Barbero ha pieni poteri. Prossima puntata, il processo. [g. a. o.]