Un teste: «Non è lui l'assassino»

Un teste: «Non è lui l'assassino» Era stato condannato in primo grado a 30 anni per un omicidio in Belgio Un teste: «Non è lui l'assassino» Ancora un colpo di scena al processo Scaliti Al processo di revisione in Corte d'appello per Gian Marco Scalitti, condannato a 30 anni per un omicidio in Belgio, ieri è stato sentito il teste Jules Maria Des Champes, l'ex venditore di tappeti ora in pensione che potrebbe scagionare l'imputato. Sicuro e tranquillo, il testimone ha risposto per più di 4 ore alle domande degli avvocati Masselli e Merlo e del pg Burzio* Non è mai caduto in contraddizione e ha dimostrato una memoria di ferro. Ha raccontato: «Il mattino del 30 aprile '82 mi trovavo in me Henin per contattare un cliente. Sentii un botto, un camion finì contro un'auto e vidi un giovane scendere dall'autocarro». Secondo la ricostruzione dell'assalto fatta dai pentiti, quel giovane era Scalitti. «Ma non rassomigliava per nulla a questo signore dietro le sbarre - ha spiegato Des Champes -. Era molto alto, con i capelli brizzolati e la barba grigia, quella che in Belgio si chiama a "collier". Aveva un viso ovale. Aveva una pistola in mano. Io mi sono spaventato e sono scappato. Subito dopo ho sentito un colpo. Non andai dalla polizia perché avevao paura. Anche lui mi aveva visto bene in faccia. Quel volto non l'ho più dimenticato. Tante notti mi sono svegliato con quell'incubo. Anni dopo ho visto su L'Express la foto di quell'uomo che veniva indicato come il rapinatore. Non era lui. Così telefonai al giornale e mi misi in contatto con gli avvocati». Il processo continua venerdì.

Persone citate: Burzio, Henin, Jules Maria Des Champes, Merlo, Scaliti, Scalitti

Luoghi citati: Belgio