Un colpo solo, giustiziato

Un colpo solo, giustiziato Due incappucciati uccidono un pregiudicato in via San Pio V Un colpo solo, giustiziato Ancora killer nel bar della morte Due killer incappucciati lo hanno «giustiziato» in un bar. Giuseppe Trunfio, 52 anni, detto «Spizzichino», pluripregiudicato di origine calabrese, è stato ucciso ieri sera nel locale di via San Pio V 30/B, quasi all'angolo con via Ormea. Otto mesi fa, la sera del 2 gennaio, il fratello Domenico era stato massacrato a colpi di pistola in via Montanaro, Barriera di Milano. E in quello stesso bar di via San Pio V era stato ammazzato Francesco Gioffré, originario di Bagnara Calabra, pregiudicato. Tre delitti maturati nel mondo della malavita torinese. Domenico era legato al giro del Totonero, pregiudicato per rapina, furto, truffa, danneggiamenti, gioco d'azzardo. Un malavitoso di medio calibro molto conosciuto negli ambienti delle scommesse e dei ricettatori. Il fratello Giuseppe, titolare di un negozio di abbigliamento nei pressi di Porta Nuova, era un nome molto noto tra gli inquirenti. Ha trovato la morte nello stesso bar dove il 10 marzo 1990 Francesco Arcuri, calabrese con precedenti per droga, era stato gambizzato. E di quell'attentato era stato accusato proprio Giuseppe Trunfio. Arcuri stava uscendo dal locale, il killer lo aveva colpito con una semiautomatica. Ma l'uomo se l'era cavata. Le indagini si erano indirizzate subito a Trunfio. Latitante, ben nascosto in Calabria, l'uomo era stato arrestato poi a Torino ad aprile. Venne poi condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per lesioni e porto abusivo d'armi. Una condanna che venne ridimensionata in appello (3 anni), e successivamente annullata dalla Cassazione. Giuseppe Trunfio era tornato in libertà. Aveva ripreso le sue attività, era rientrato nel «giro». Frequentava abitualmente il bar di via San Pio V. Ieri sera, poco dopo le 23, due uomini so¬ no entrati nel bar. Viso coperto da passamontagna, pistola in pugno. «Questa è una rapina», hanno detto al barista e agli avventori: tre persone in tutto, uno era Trunfio. Ma i due killer non cercavano soldi. Senza esitare si sono diretti verso il fondo del bar, dove si trovava Trunfio, in piedi dietro al biliardo, le spalle al muro di fondo, il bicchiere di vino in mano. Un solo colpo alla tempia, Trunfio è caduto a terra in una pozza di sangue, la testa spaccata dal proiettile. Un lavoro pulito, veloce, da professionisti. I killer hanno fatto dietrofront, sono saliti su un'auto che li aspettava fuori e sono spariti in direzione Porta Nuova. Quell'auto, una Lancia Dedra grigia targata Savona, è stata poi ritrovata a Rivoli in via Frejus, abbandonata in una piazzola riservata agli autobus. Le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo sono proseguite nella notte. I testimoni sono stati interrogati a lungo, ma non hanno potuto fornire altri particolari. I bar all'angolo con via Ormea dove nella notte è stato ucciso Giuseppe Trunfio (nella foto piccola)

Luoghi citati: Bagnara Calabra, Calabria, Milano, Savona, Torino