Il Voyager parla anche italiano

Il Voyager parla anche italiano Per il monovolume Chrysler il Diesel «Turbotronic» realizzato dalla Vm Il Voyager parla anche italiano II veicolo è costruito a Graz, in Austria Detroit contesta la Cee per i dazi doganali FERRARA. Il Voyager, il monovolume della Chrysler costruito a Graz in Austria, oggetto del contendere con la Cee, sarà equipaggiato con il moderno Diesel «Turbotronic» di 2500 ce costruito dalla Vm nello stabilimento di Cento vicino a Ferrara. E' di questi giorni la notizia, proveniente da Detroit, che la Chrysler ha minacciato di chiudere gli impianti di Graz se Bruxelles confermerà l'imposizione di un dazio del 10% sui suoi monovolumi. La Casa americana ricorda come la sua partecipazione nella joint venture con la SteyerDaimler-Puch austriaca fosse nata con l'accordo di considerare di produzione europea i minivan usciti da Graz (l'Austria non fa parte della Cee). La commissione di Bruxelles ha invece chiesto alla Chrysler la restituzione di 67,6 milioni di dollari degli 89 ottenuti sotto forma di sussidio - cifra che su pera di gran lunga il tetto dell'8% consentito al sowenzionamento statale all'industria - aggiungendo che altrimenti avrebbe imposto dazi per un controvalore del 10%. La successiva offerta di restituzione di 11 milioni di dollari da parte della Chrysler è stata respinta dalla Cee e quindi Detroit minaccia la chiusura degli impianti. In una visita allo stabilimento Vm, che sorge su un'area di 70.000 mq di cui 46.000 coperti, si è potuta constatare l'avanzata tecnologia di progettazione dei motori insieme con una logica punta di orgoglio dei dirigenti e delle maestranze per essere stati scelti dalla Chrysler, la terza grande Casa automobilistica americana. Questo stesso motore equipaggia anche la 164 TD dell'Alfa Romeo, l'ammiraglia Rover 825 SD, il fuoristrada Toyota e la russa Uazi I dirigenti Chrysler hanno dichiarato di avere scelto questo prodotto «made in Italy» perché «costituisce una delle massime espressioni dello stato dell'arte motoristica sul piano del rendi¬ mento, con una potenza specifica di 48 Cv/litro, su quello particolarmente attuale della qualità delle emissioni, largamente in regola con le più severe norme presenti e future, e su quello dell'affidabilità». In una prova su strada del Voyager turbodiesel si sono poture verificare le ottime prestazioni, addirittura migliori delle altre due versioni a benzina (con motorizzazioni di 2500 ce a 4 cilindri e 3600 ce a 6 cilindri): con una potenza di 120 Cv, raggiunge una velocità massima di 176 Km/h con accelerazione da 0 a 100 in soli 12 secondi. I consumi sono molto contenuti, soprattutto se si pensa al peso della vettura e alla possibilità di trasportare, in gran confort, sino a 7 persone più i bagagli: 17,4 km con un litro di gasolio a 90 km/h, 12,4 a 120 e 11 in città. A 90 km/h l'autonomia è di 1300 km e di quasi 940 a 120. Il prezzo, chiavi in mano, è di 37.470.000 lire per la versione SE e di 42.400.000 per quella più ricca SL. Da notare che air bag e aria condizionata sono di serie anche sul modello più «povero». Dalla scorsa primavera il Voyager viene prodotto a Graz al ritmo di 50 mila unità l'anno, destinate prevalentemente ai mercati europei, dove, nel 1991, la quota è stata del 21% per il settore. Questa affermazione ha convinto la Casa ad equipaggiarlo anche con una motorizzazione Diesel, assai importante nella Cee, soprattutto per quei veicoli destinati a lunghe percorrenze. Nella versione turbodiesel, infatti, il Voyager è diventato subito il modello più venduto (oltre il 70% delle richieste). Le previsioni di vendita di vetture Chrysler in Europa sono, nel totale, di 60.000 unità nel 1993 con un aumento del 15% l'anno, come dire che la cura Bob Eaton (il nuovo presidente della Casa che dal 10 gennaio prossimo sostituirà Jacocca) è già in funzione. Renzo Vi Ilare Il Diesel (sopra) della Vm è un 4 cilindri di 2500 ce sovralimentato Sopra, il Voyager, che nella versione europea è costruito a Graz La 164, ammiraglia dell'Alfa (a lato), utilizza lo stesso tipo di propulsore

Persone citate: Bob Eaton, Jacocca, Puch