Pace ritrovata in casa Cgil Del Turco torna con Trentin
Pace ritrovata in casa Cgil Del Turco torna con Trentin A Montecatini, dopo le polemiche. Ma Bertinotti è deluso Pace ritrovata in casa Cgil Del Turco torna con Trentin MONTECATINI. I duellanti fanno la pace. Dopo settimane di polemiche e di tensioni, nel secondo giorno dell'assemblea dei quadri e dei delegati della Cgil, Bruno Trentin e Ottaviano Del Turco sembrano ritrovare l'armonia. Forse, spinti dalla necessità di evitare fratture irrimediabili, rese più pericolose dalla mancanza di alternative. I due leader della Cgil si sono riconciliati pubblicamente sia parlando dalla tribuna che nel corso di una improvvisata conferenza stampa a due voci. «Sono completamente dalla parte di Trentin», giura Del Turco, inaugurando la linea del «silenzio-assenso» rispetto alle enunciazioni del segretario generale anche su temi «spinosi» come i consigli di fabbrica. «Quello di Del Turco è stato un bell'intervento», si complimenta di rimando Trentin, aggiungendo una frase rivelatrice: «La verità è che stiamo compiendo uno sforzo enorme per superare una dialettica sindacale intrisa di collateralismo con la tradizione partitica». La confederazione, ricorda ancora Trentin, è sopravvissuta per quasi un secolo alle scissioni avvenute nei partiti della sinistra dai quali trae origine: «La Cgil è rimasta sempre la stessa. Non piegarsi alla storia dei partiti della sinistra è un valore che io credo meriti di essere comunque difeso. Mi auguro che mai una sci- si one in un partito corrisponda a una scissione della Cgil». Un'assemblea parca di applausi per i massimi dirigenti, ma anche un'assemblea prodiga di consensi per i quadri, i delegati, per i più «duri» come dimostrato dall'accoglienza riservata a Fausto Bertinotti, leader della minoranza «Essere sindacato», ed ai rappresentati dei consigli di fabbrica. «Questa assemblea non ci piace, non ci convince, delude le nostre aspettative - ha detto Bertinotti - non regge più neanche la più nobile delle vecchie mediazioni: non si può tenere dentro il possibile e l'im¬ possibile; la ricerca dell'unità a tutti i costi finisce per provocare l'effetto opposto: invece di aggregare genera un vuoto. E, se non ce la fa nemmeno Trentin con tutta la sua autorevolezza ha insistito Bertinotti - vuol dire che questa operazione non si può più fare». Deluso anche Carlo Festucci, segretario nazionale della Fiom: «Siamo "condannati" a vivere insieme. Ma ci si aspettava dai massimi dirigenti di corso d'Italia interventi che affrontassero, magari anche crudamente, il particolare momento di disagio che sta vivendo la Cgil». L'assemblea di Montecatini è stata pure l'occasione per ribadire il punto di vista dei vertici sui problemi sindacali più pressanti. Il numero due di corso d'Italia ha ribadito che nessuno deve illudersi (facendo diretto riferimento al vicepresidente della Confindustria, Callieri) «che possano concludere accordi separati senza la Cgil». Sulla democrazia interna, Del Turco ha manifestato la sua netta «contrarietà» all'ipotesi di una legge sulle forme di rappresentanza in applicazione dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, [st. e] Bruno Trentin
Luoghi citati: Italia, Montecatini
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