L'Alitalia vola in Borsa di Roberto Ippolito
L'Alitalia vola in Borsa L'Alitalia vola in Borsa Ed è in lizza per comprare la Malev ROMA. E' al settimo cielo. L'Alitalia vola in borsa. E sfodera l'orgoglio aziendale. ((Adesso che siamo riusciti a risanare i conti possiamo tentare un'alleanza alla pari con altre compagnie e possiamo essere noi a scegliere invece di essere oggetto delle scelte altrui» si entusiasma Giovanni Bisignani, amministratore delegato dell'Alitalia. Insomma, per trattare non si parte da posizioni di debolezza. Ma è credibile? Nel 1989 l'azienda ha perso 217 miliardi, poi il deficit è sceso a 98 miliardi e l'anno scorso è calato ancora a quota 35. Tanto slancio però è giustificato? A eccitare gli animi è il piano per le privatizzazioni varato dal governo che immagina «alleanze di sviluppo» per l'Alitalia e annuncia un aumento di capitale con parte del ricavato delle cessioni dell'Ili. La borsa si infiamma: prima il rinvio della quotazione per eccesso di rialzo, poi ieri un'impennata del 35,2% del titolo Alitalia. Più solida sul piano finanziario, la società ora inizia a disegnare i progetti di crescita. Dall'Agenzia di Stato per le proprietà ungheresi è trapelato che l'Alitalia è in lizza per la Malev, la compagnia di Budapest. E' un assaggio dei futuri piani di battaglia, al di là del risultato della gara ancora aperta e che vede in campo la Lufthansa e altri colossi europei. Ma l'aver presentato un'offerta per il 35% della Malev messo in vendita è il sintomo numero uno che il nuovo corso è cominciato. C'è aggressività. Ma anche fiducia nei propri mezzi. I prossimi anni saranno molto delicati perché il trasporto aereo sarà via via liberalizzato dalla Comunità europea. Riuscirà l'Alitalia a reg¬ gere la concorrenza? Bisignani è fiducioso: «Siamo convinti di essere nelle condizioni di far parte delle poche compagnie con un'offerta globale che sopravviveranno alla deregulation europea». Eventuali alleanze strategiche serviranno a radicare meglio l'attività del gruppo: in Europa, come fuori dal continente. Per la ricerca di un eventuale partner non ci sono pregiudiziali. Resta comunque indispensabile crescere ancora. Le attuali dimensioni dell'Alitalia non sembrano garantire fino in fondo la competitività. Venti aerei hanno arricchito la flotta nel 1992 e l'ulteriore potenziamento comporta investimenti per 4 mila miliardi fino al 1996. L'aumento di capitale appare perciò indispensabile. A fine anno il fatturato toccherà la quota record di 7 mila miliardi, ma i big europei non stanno fermi. I passeggeri trasportati saranno 20 milioni al 31 dicembre, ma l'azienda prevede di arrivare a 25-30. Le ambizioni crescono insieme ai conti. La svolta arriva nel momento in cui si intravede finalmente un bilancio senza perdite. Spiega Bisignani: «Per quasi tutte le compagnie mondiali il 1992 sarà un anno di perdite record; l'Ahtalia è invece in controtendenza. Dopo un continuo miglioramento chiuderemo l'anno in sostanziale pareggio e questo è un vero primato». Roberto Ippolito
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