Su Imi-Cariplo doccia fredda di Moody's

Su Imi-Cariplo doccia fredda di Moody's La revisione del rating dopo le cifre fornite dal Tesoro. Dalle Casse un'altra «fumata grigia» Su Imi-Cariplo doccia fredda di Moody's E Andreatta non ha dubbi: lo Stato se ne vada da Mediobanca MILANO. Tatticismi intorno alla vicenda Imi-Cariplo e conclusione nulla del consiglio Iccri, dichiarazioni prudenti di banchieri sulle privatizzazioni, Artigiancassa che cerca di defilarsi sempre più da Bnl. La giornata di ieri ha registrato di nuovo spezzoni di dichiarazioni, qualche ripicca, vere e false prese di posizione. Nella mattina, al termine della riunione dell'Abi, il presidente Tancredi Bianchi ha parlato di azionariato diffuso per gli istituti da vendere, lasciando capire che agli stranieri non verranno concesse posizioni di controllo. Sulla valutazione si è detto d'accordo Lucio Rondelli «Privatizzare va bene», ha ammesso Rondelli, «ma non bisogna svendere, né tantomeno favorire l'accesso del capitale straniero». «Se si arrivasse ad un modello di privatizzazione all'inglese ispirato alla public company» ha osservato l'amministratore delegato del Credit, Pier Carlo Marengo «nulla vieterebbe che su un milione di azionisti ve ne fossero duetrecentomila esteri. Ma è un discorso che deve andare avanti per gradi, con cautela e nell'interesse di tutti». E i tempi? «Non saranno brevissimi». «Bellissimo e certamente fattibile per quanto riguarda le Bin». Così il presidente della Comit, Sergio Siglienti, ha definito il piano di privatizzazioni varato dal Governo. E il problema di Mediobanca? «Non esiste - ha risposto il patto di sindacato resta, ed è stato recentemente rinnovato». Non l'avesse mai detto. «E' stupefacente che il presidente della Comit, che ho stimato e stimo per il prudente silenzio, ricorra all'aggettivo bellissimo per dar prova del suo zelo» ha rimbeccato poco dopo Luigi Granelli, vicepresidente del Senato, «ed è grave la dichiarazione che in Mediobanca non succede nulla». Su Mediobanca, ha mantenuto viceversa un totale silenzio il suo presidente Francesco Cingano, rifiutandosi di commentare le varie indiscrezioni di stampa sull'uscita di azionisti dal capitale dell'istituto. Su Mediobanca, invece, ha parlato chiaramente Beniamino Andreatta, responsabile del dipartimento economico della de, auspicando che lo Stato esca dal capitale dell'istituto. Poi è toccato a Giampiero Cantoni. E' vero che il governo si è scordato di Bnl? «Non è vero». E' vero che Bnl venderà Efibanca? «Il mondo è metà da vendere e metà da comprare». A proposito dell'ipotesi di unione con Bnl, ieri Guido Cesati, presidente di Artigiancassa, ha dichiarato: «La ricapitalizzazione di Bnl potrà essere realizzata anche attraverso operazioni di fusione con altre entità a capitale pubblico. Anche perché nel nostro capitale ci sono dei privati». Ad esempio? «Ad esempio La soluzione per Bnl potrebbe essere Isveimer». E veniamo al capitolo Imi-Cari¬ plo. Ieri la riunione del consiglio di amministrazione dell'Iccri si è risolta con un nulla di fatto. Come era del resto previsto, tutto è stato rinviato di altri 15 giorni, mentre il presidente, Gianguido Sacchi Morsiani, è ritornato sulla valutazione dell'Imi, ribadendo che il suo istituto non è disposto a sborsare più di 1500 miliardi. Uscendo dalla riunione, il presidente della Cassa di Torino, Enrico Filippi, ha osservato a sua volta: «Non dipende da noi trovare un punto di mediazione. Mancano ancora troppi dettagli». Intanto, con un tempismo che sa vagamente di protagonismo, Moody's ha fatto sapere di aver messo Imi e Cariplo sotto osservazione, per un ipotetico declassamento: e questo proprio a causa delle possibili modifiche al loro azionariato. Per i severi analisti Usa l'acquisizione potrebbe avere sulla capitalizzazione della Cariplo, dopo il consolidamento, un impatto negativo. [r.m.j

Luoghi citati: Mediobanca, Milano, Torino, Usa