«Così pagavo le star tv» di Enrico Benedetto
«Così pagavo le star tv» Il genero offriva vacanze d'oro ai più popolari giornalisti «Così pagavo le star tv» Lione, scandalo sul sindaco gollista PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Vacanze gratis da nababbi ai Caraibi, sulle Alpi, in Costa Azzurra, più elicottero personale o aerotaxi per i viaggi. Le vedettes dell'informazione radiotelevisiva francese ne approfittavano - sembra - da tempo, con una spesa globale annua sui 250 milioni. Ma adesso che il loro mecenate si trova in cella e le regalie sono di pubblica conoscenza, il panico serpeggia nelle redazioni. L'antico sponsor è un accusatore implacabile: ha registri, fatture, ricevute che - almeno in alcuni casi - inchiodano. E per le star (mezzibusti, reporter top class, redattori capo) quei dolci weekend top secret da vip sono ormai un incubo. Si proclamino rei di «semplice leggerezza» o innocenti, il dubbio cammina. Nessuno crede che dietro quei favori ci fosse semplice amicizia. Le contropartite dovevano esistere. Fra il malcostume e la corruttela il passo può essere breve. Tanto più se il finanziatore ha legami politici nonché familiari con un leader in ascesa quale il sindaco di Lione Michel Noir. Insomma, un bell'imbroglio, senza implicazioni giudiziarie (per ora) ma assai grave sul piano deontologico e per l'immagine. Gioirà la classe politica, nel vedere uno scandalo che finalmente intacca i media, da mesi in passerella con virtuosi scoop per denunciare i troppi affari loschi della V Repubblica. Ma l'opinione pubblica non sembra troppo sorpresa. Già due anni fa un sondaggio «Nouvel Observateur» metteva i giornalisti in primo piano quale categoria «non all'altezza delle proprie responsabilità». Il grande corruttore (ma lui rifiuterebbe il titolo) si chiama Pierre Botton. Dinamico businessman, gestiva in particolare una agenzia promozionale per farmacie. Spulcian¬ done le dichiarazioni fiscali, l'erario ha appreso che tra le spese di rappresentanza figuravano regali e benefits a giornalisti, perlomeno bizzarri viste le cattive acque in cui si trovava la società, oggi non più operativa dopo un crack fraudolento. Che interesse poteva avere per l'attività farmaceutica finanziare allegre vacanze nel settore media? Almeno fossero stati reporter scientifici! Invece no. Apre l'elenco Patrick Poivre d'Arvor. E' l'annunciatore del tg serale più diffuso, quello su «Tfl». Il «Canard Enchaìné» lo pizzicò mesi fa per un'intervista fasulla con Fidel Castro. Pierre Botton l'avrebbe spesato in almeno 20 occasioni. «Vero, ma eravamo amici» si difende lui. Altra stella, Anne Sinclair, animatrice della fortunatissima trasmissione politica domenicale «Sept sur Sept» (ancora «Tfl). Il suo caso apparirebbe meno grave: un viaggio gratis e basta. Anche Bernard Pivot, l'inventore di «Apostrophes» - celebre magazine letterario per la tv pubblica «Antenne 2» - si fece trasportare da Parigi a Saint Etienne senza pagare un franco. Rendezvous culturale? No, voleva assistere alla partita. L'elenco di «guru» continua: FrangoisHenri de Virieu (ex «Antenne 2», oggi «France 2»), Yvan Levai («Radio France»), Yves Mourousi («R.M.C»). Il contagio si estenderebbe anche a periodici («Le Point») e quotidiani. Non mancano le voci. Alcune testate - per esempio «Liberation» - hanno un codice aziendale che ingiunge di non accettare inviti para-turistici. Ma la virtù è un difficile esercizio. Pierre Botton usava lo specchio delle farmacie per raccomandare alle vedettes il genero, gollista atipico quanto iperambizioso? Le ombre ci sono, la prova manca. Forse l'iceberg «mediagate» deve ancora emergere. Sin d'ora, tuttavia, il caso furoreggia. Al punto da celarne, con il suo clamore, un altro: i 12 miliardi di fondi neri di cui Giscard avrebbe fruito nelle presidenziali '74 e '81. Bisogna rassegnarsi: la corruzione politica è un déjà-vu, quella giornalistica una ghiottoneria. Enrico Benedetto
Luoghi citati: Lione, Parigi, Saint Etienne
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