Gli ultras: siamo stati noi di F. M.
Gli ultras: siamo stati noi Gli ultras: siamo stati noi Telefonata per rivendicare l'azione NAPOLI. Giancarlo Corradini, il più odiato dai teppisti che ieri hanno aggredito la squadra, è sconvolto. «Non metterò più piede qui», ha detto tra le lacrime allontanandosi dal Centro Paradiso. Ha riportato un trauma contusivo ad una spalla e stato di choc. Altri tre i giocatori colpiti: Policano e Filardi sono stati raggiunti da alcuni colpi di bastone alle scapole, mentre Bresciani lamenta un ematoma al quadricipite. La parola d'ordine del Napoli è una sola: «Resistere alle provocazioni». La società ha diffuso in serata un comunicato dai toni battaglieri: «Condanniamo ogni tentativo di intimidazione tanto più vile in quanto premeditato. La provocazione coincide con un momento in cui più che mai è necessario l'appoggio di tutti e la solidarietà che i veri tifosi non hanno mai fatto mancare. Risponderemo con la massima fermezza nell'interesse dei tesserati». Il comunicato prosegue con una promessa: «Sarà utilizzato ogni mezzo necessario perché ciascuno possa lavorare serenamente. Contiamo anche sulla fattiva collaborazione delle forze dell'ordine». Il Napoli, infine, auspica che i responsabili dell'aggressione vengano individuati al più presto: «Porremo in essere ogni azione legale anche in sede civile, per il risarcimento dei danni subiti». Amareggiati, in qualche caso sconvolti e pieni di rabbia i giocatori del Napoli. «Non ci faremo intimidire - è il commento di Zola -. Andremo avanti per la nostra strada». Uno sconosciuto, che ha detto di parlare a nome delle «teste matte», un gruppo di ultras, ha rivendicato l'aggressione ai giocatori con una telefonata alla redazione napoletana del «Corriere dello Sport». Ha detto: «Bianchi ed i giocatori devono fare ciò che diciamo noi: altrimenti faremo presto azioni ancora più dure». [f. m.]
Persone citate: Bresciani, Filardi, Giancarlo Corradini, Policano
Luoghi citati: Napoli
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