Casella a «Tutto volume» e il best-seller corre in metrò di Giorgio Calcagno

Casella a «Tutto volume» e il best-seller corre in metrò TIVÙ' & TIVÙ' Casella a «Tutto volume» e il best-seller corre in metrò BRUTTA cosa le classifiche dei libri più venduti, brontolano i critici dal naso difficile, che non vogliono pietre d'inciampo alle loro sentenze. Sconveniente cosa, rilanciano gli editori, quando non si vedono rappresentati sulla lista e temono per il futuro dei loro prodotti. Abominevole cosa, strillano gli autori, che cercano tutte le settimane, invano, se vi compaia il loro ultimo romanzo sulla cura delle acque a Uscio o sul fantasma di Pasolini riapparso nelle borgate romane. Utile cosa, controbattono gli esperti di statistica, che non hanno altro mezzo per sapere quali sono le tendenze del pubblico. Vantaggiosissima cosa, devono avere pensato a Italia 1, quando hanno deciso di dare vita a una trasmissione sul libro destinata a una audience media, da strappare alla concorrenza con il telequiz o con il varietà a tutta coscia delle altre reti. Se questi libri interessano i lettori c'è il rischio che dicano qualcosa perfino agli spettatori televisivi, pressati fra un film western e una ripresa di foot-ball alle undici di sera. E' vero, sarà riprovevole per i corsivisti emunctae naris, che vanno a pescare uno per uno gli illeggibili della settimana; ma può stimolare, almeno, l'inizio di un dialogo con tutti gli altri. In «A tutto volume» il dialogo c'è, propiziato da «Tuttolibri» e dalla Adhoc Gpf, con la classifica dei primi dieci che costituisce il filo della trasmissione. Non ci sono, sul video, esperti, soloni, grilli parlanti, maitres-à-penser. C'è una gentile ragazza bionda, alla quale gli interlocutori - passanti, passeggeri del metrò, possibili, ma non sicuri clienti di libreria rispondono più fiduciosi. Lei si chiama Alessandra Casella, loro non si chiamano in nessun modo, colti qua e là dalla telecamera. Ma, mentre la presentatrice sfila la sua decina di rosario risalendo da «Lila» di Pirsig aH'«Inferno» di Giorgio Bocca, hanno modo di infilarsi negli interstizi, e dare una immagine reale del pubblico. Chissà se qualcuno fra i mille scrittori italiani ha mai visto questi volti: distratti, curiosi, infastiditi, interessati. Sono loro i destinatari della pagina scritta, anche quando non lo sanno. E' per loro che i libri dovrebbero essere pubblicati. C'è la donna che confessa di non leggere perché costa troppo, la signora che sta leggendo un romanzo di Cancogni ma ammette, dopo centodieci pagine, di non avere capito bene, il giovane che attribuisce «Petrolio» a Vasco Pratolini, l'altro che non lo ha mai «né letto né visto», il terzo che sbotta: «Ne hanno detto tante nei giornali, non so se sia vero, sono cavoli suoi». Ma c'è anche chi lo difende come un grande poeta, e il giovanotto, seduto in un angolo, che sta divorandosi «L'uovo e il serpente» di Biermann nelle edizioni Theoria... Il metrò corre, la lista dei best seller anche. Una citazione da uno, una curiosità da un altro, rimmagine di Bocca, signore della classifica da dieci settimane, che dice la sua sui tanti inferni del suo inferno. Non ci sarà tanta critica, in questa mezz'ora di trasmissione. Ma perché non parlare, ogni tanto, dei libri che piacciono davvero? Giorgio Calcagno ino |

Persone citate: Alessandra Casella, Biermann, Bocca, Cancogni, Giorgio Bocca, Pasolini, Pirsig, Vasco Pratolini

Luoghi citati: Italia, Uscio